Stellantis: tutte le auto che saranno costruite in Italia fino al 2032
Riccardo Ciriaco
8–11 minuti
La svolta nei rapporti fra
Governo e
Stellantis è arrivata, come previsto. Il top management della multinazionale a trazione italo-francese ha presentato al ministero delle Imprese e del
Made in Italy un piano industriale rivisto e corretto per garantire il futuro delle fabbriche italiane. Piano che passa per l'impegno di produrre dal
2028, a
Pomigliano d'Arco (Napoli)
due nuovi modelli basati sulla piattaforma dedicata alle nuove auto compatte e di volume del gruppo.
Non si conoscono i nomi delle vetture, al centro di quello che viene chiamato "
Piano Italia". Ma alcuni indizi fanno ipotizzare un ritorno della
Fiat Punto (o Grande Punto), che potrebbe derivare dalla futura generazione della
Peugeot 208. Per l'utilitaria francese, infatti, sappiamo già che dal 2026 verrà realizzata in Spagna, sulla base della piattaforma cosiddetta
STLA Small, che darà vita a più modelli per altrettanti brand.
Una nuova Panda made in Italy
L'annuncio sulla piattaforma è di
Jean-Philippe Imparato,
responsabile europeo del costruttore, che ha parlato durante il
Tavolo Stellantis del 17 dicembre organizzato a Roma. Un faccia a faccia col Governo che è diventato l'occasione per comunicare anche il futuro arrivo di una
Panda (ribattezzata recentemente
Pandina) di nuova generazione, che dovrebbe sostituire quella prodotta proprio a Pomigliano d'Arco e che non va confusa con la
Fiat Grande Panda, realizzata in Serbia.
"Tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi - promette il responsabile europeo di Stellantis - e già dal 2026 la capacità produttiva crescerà grazie ai nuovi modelli".
Fra questi ci saranno le nuove
Alfa Romeo Stelvio e
Giulia, in uscita nel 2025 e 2026 dallo stabilimento di Cassino (Frosinone), dove è stato confermato l'arrivo di terzo modello top di gamma basato sulla piattaforma
STLA Large e che ipotizziamo essere la nuova
Maserati Quattroporte.
Auto elettriche e auto ibride
Ogni stabilimento avrà un piano di produzione specifico
fino al 2032. Al tempo stesso, tutti i futuri modelli prodotti in Italia - fatta eccezione della DS N° 8 - saranno costruiti
sia in versione ibrida che elettrica, contrariamente a quanto previsto dall'ex ceo Carlos Tavares.
Questo annuncio, in particolare, ha incontrato i favori di Governo e parti sociali, preoccupati dal rischio di avere fabbriche sotto utilizzate a causa dalla scarsa domanda di auto elettriche. Ed è sempre nell'ottica di saturare la cosiddetta
capacità produttiva dei cinque stabilimenti italiani che è stato deciso di produrre i due nuovi modelli compatti e quindi di volume a Pomigliano.
Stabilimento |
Produzione attuale |
Piano 2030+ |
Mirafiori (TO) |
Fiat 500e
Maserati Granturismo
cambi eDCT |
Fiat 500 ibrida (2025)
Fiat 500e restyling (batteria)
Fiat nuova 500e |
Modena (MO) |
Maserati MC20
Maserati MC20 Cielo
Progetto alta gamma |
- |
Atessa (CH) |
Fiat Professional Ducato
Peugeot Boxer
Citroen Jumper
Opel Movano
Toyota Proace |
Gamma Large VAN
Nuova versione Large VAN |
Cassino (FR) |
Alfa Romeo Stelvio
Alfa Romeo Giulia
Maserati Grecale |
Alfa Romeo Stelvio (2025)
Alfa Romeo Giulia (2026)
Nuova ammiraglia |
Pomigliano d'Arco (NA) |
Fiat Pandina
Alfa Romeo Tornale
Dodge Hornet |
Fiat Pandina (fino al 2030)
Nuova Fiat Pandina
2 modelli STLA Small (202 |
Melfi (PZ) |
Jeep Compass
Jeep Renegade
Fiat 500X |
- Nuova Jeep Compass
- Nuova Lancia Gamma
- Nuova DS N°7
- Nuova DS N°8
|
Ancora in stand-by la gigafactory
Rassicurazioni solo parziali, invece, sulla
fabbrica italiana di batterie per auto elettriche che dovrebbe nascere a
Termoli (Molise). Qui Stellantis "sostiene con un finanziamento la joint venture ACC". La decisione dipenderà però dalla "evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese".
Non confermato neanche il target produttivo da 1 milione di veicoli all'anno in Italia. "Vediamo come va il mercato, non voglio fare promesse che non posso mantenere", specifica Imparato.

Lo stabilimento Stellantis di Termoli in attesa di riconversione
Capitolo 2035
Al Mimit viene pure concordato un rifinanziamento in legge di Bilancio del
fondo automotive, per un totale di 1,6 miliardi di euro nel 2025-27. Il tesoretto andrà tutto a industria e filiera, senza incentivi all'acquisto.
Ma l'auto era stata protagonista della giornata politica anche nelle ore precedenti al Tavolo, quando il ministro
Adolfo Urso aveva parlato telefonicamente col
commissario europeo per i Trasporti sostenibili e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, illustrandogli il
non paper di Italia e Repubblica Ceca che chiede all'
Europa di rivedere lo
stop alla vendita di vetture a benzina e diesel dal 2035.

La
proposta - riferisce il dicastero - renderebbe "sostenibili e realisticamente raggiungibili" gli obiettivi di decarbonizzazione "attraverso una tempestiva revisione del regolamento e avendo come bussola la competitività dell'industria europea". L'idea è di anticipare dal
2026 all'inizio del 2025 la
clausola di revisione sul "tutto elettrico" per dare spazio anche a
e-fuel e biofuel, qualora si dimostrino
carburanti a zero emissioni di gas serra.
"Il commissario Tzitzikostas - continua la nota - ha confermato a Urso la sua piena disponibilità a dialogare sul tema con i Governi e con le parti industriali. Il commissario e il ministro si sono poi dati appuntamento per il prossimo 21 gennaio a Strasburgo, a margine della riunione plenaria del Parlamento europeo".
Stando invece al ministro, il
non paper "ha subito raccolto un ampio consenso tra i Paesi dell'Unione, oltre al sostegno esplicito delle associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, delle maggiori associazioni europee delle Pmi e dell’Acea (l’associazione delle Case auto europee). Anche il gruppo parlamentare del Ppe, maggioritario a Strasburgo, ha elaborato un documento in sintonia la linea italiana".
Alla lista delle Case contro il 2035 si aggiunge dunque Stellantis. "Speriamo che l'autorità europea capisca che ora non si scherza. Bisogna cambiare passo", auspica Imparato, che incalzato sulla possibile fusione con
Renault, risponde: "No".
Le auto Stellantis prodotte negli stabilimenti italiani