Un geco logorroico, tre giochi quasi dimenticati e un’ondata di nostalgia degli anni ’90. GEX Trilogy prova a tornare sui nostri schermi, ora ultrapiatti, tra snack, citazioni improbabili, salti incerti e qualche colpo di genio. O di geco.
Sviluppatore / Publisher: Limited Run Games, Crystal Dynamics / Crystal Dynamics Prezzo: € 29.99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, GOG), Xbox X|S, PS5, Nintendo Switch Data d’uscita: già disponibile
Nello spietato mondo dei videogame, non tutti i Personaggi Carini riescono a ritagliarsi un posto nella storia entrando nel cuore dei giocatori. Non sempre per demerito; a volte semplicemente vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e come un meraviglioso cucciolo di gazzella di Thomson può spirare tra le fauci di un leone in un documentario BBC narrato da David Attenborough, così un geco pixelloso e sbruffone può venir messo in ombra dai suoi colleghi più fortunati. Certo, ambire a diventare una killer app per la sfortunata console 3DO potrebbe non aver aiutato, anzi. Eppure, a dispetto di un destino editoriale poco favorevole e una concorrenza spietata da parte di idraulici saltellanti, draghetti viola sputafuoco e porcospini azzurri, Gex avrebbe meritato un po’ di più. Aveva stile, personalità e, soprattutto all’inizio, un gameplay intrigante.
La sua prima apparizione, nel 1995, tenta di innovare il mondo dei platformer 2D grazie alla capacità del protagonista di camminare su muri e soffitti, aprendo le porte a un level design labirintico pieno di aree segrete. Il sequel del 1998 cambia completamente pelle e salta nel 3D cercando probabilmente di replicare il successo di Super Mario 64, mentre il terzo e ultimo capitolo, classe ‘99, verrà ricordato più che altro per la presenza della modella di Playboy Marliece Andrada. Vi ho sbloccato un ricordo? Non lo conoscevate ma ora siete incuriositi? Bene, perché Crystal Dynamics e Limited Run Games portano sugli scaffali GEX Trilogy, per colmare qualsiasi lacuna o far rivivere i fantastici anni ‘90. Riuscirà il lucertolone a tornare alla ribalta?
GEX TRILOGY, I TRE VIDEOGECHI ORIGINALI PIÙ ALCUNI GEXTRA
Gex è un geco verde antropomorfo, linguaccia lunga e battuta pronta, che ha fatto dell’ironia televisiva il suo marchio di fabbrica. Non è un eroe nel senso classico del termine, bensì uno spettatore diventato protagonista, un animale da divano cresciuto a pane e sitcom, talmente fuso con il mezzo televisivo che, nei giochi, i livelli stessi sono canali tematici o trasmissioni.
Il suo mondo ideale è un palinsesto infinito, nel quale mangiare snack e darsi al binge-watching prima ancora che esistesse il termine, sviluppando un sarcasmo corrosivo e una cultura pop talmente vasta da renderlo una sorta di enciclopedia animata degli anni ’80 e ’90. E qui troviamo il primo intoppo: non è detto che i giocatori odierni – e nemmeno quelli vecchi travolti dalla nostalgia – apprezzino un personaggio che parla in continuazione, salto dopo salto, bonus dopo bonus, con citazioni che pochi saranno in grado ormai di cogliere, pronunciate con un basso bitrate e spesso ripetute decine di volte.
Gex non smette mai di parlare, e a volte è come guardare un vecchio canale TV a volume troppo alto
SULLA POLTRONA DI CASA MIA CON IL REWIND
Dato che l’intera produzione è focalizzata sul mondo televisivo, con tanto di menù ispirati ai celebri servizi di streaming – qui il protagonista si siede sul divano e avvia Gexflix – perché non introdurre in GEX Trilogy la funzionalità più amata dagli spettatori distratti, il tasto Rewind? Diventa così possibile riavvolgere il gioco e porre rimedio agli errori. Abbiamo sbagliato un salto “per colpa della telecamera”? Rewind. Siamo caduti addosso a un nemico che non avevamo visto? Rewind.

Col il rewind possiamo tornare indietro proprio come se fossimo nel nostro servizio di streaming preferito.
Ci siamo accorti di aver mancato un collezionabile nascosto e non vogliamo rifare tutto il livello? Rewind. Non solo rende l’esperienza più accessibile, ma toglie di mezzo gran parte della frustrazione che derivava dalla struttura punitiva dei platform dell’epoca.
Il rewind trasforma una raccolta nostalgica in un gioco molto più accessibile
PER CHI È DAVVERO GEX TRILOGY?
Come tutte le raccolte, anche GEX Trilogy è destinata a un pubblico specifico, che in questo caso potrebbe essere più ristretto del previsto. Se siete nostalgici, cresciuti a pane, Bim Bum Bam e joystick analogici, accoglierete questa raccolta come un omaggio affettuoso, rispettoso e anche utile per preservare un pezzo di storia videoludica altrimenti destinata all’oblio. Non è perfetta, ma non lo erano nemmeno gli originali, e perlomeno è fedele.
Considerate però che le citazioni del bizzarro protagonista non si riferiscono al mondo televisivo italiano bensì alle produzioni americane degli anni ’80 e ’90: film di nicchia, talk show, spot pubblicitari e sitcom che potreste non aver mai conosciuto. Se non avete idea di chi sia Johnny Carson o non trovate più divertente il vecchio sarcasmo politically molto poco correct, dopo dieci minuti vorrete zittire il geco con un telecomando vero e proprio. Questa produzione è figlia dei tempi nei quali i videogame dovevano assolutamente far ridere, come ben sapranno gli amanti delle avventure grafiche Lucasfilm, ma non tutte le ciambelle riescono col buco e non c’è niente di peggio che non capire una battuta.
Anzi, c’è di peggio: capirla ma rimanere impassibili, osservando gli altri per decidere se sia il caso di ridere o meno. Per i completisti i tre giochi offrono decine di ore di contenuti: ogni livello ha più obiettivi, e ottenere tutti i telecomandi richiede una certa dedizione, oltre a un po’ di pazienza per un gameplay ruvido, se osservato con gli occhi di oggi.
In Breve: Gex Trilogy ripropone i tre capitoli originali del celebre platform anni ’90, con emulazione accurata e alcune funzionalità moderne quali salvataggi rapidi, rewind, trofei, supporto widescreen e filtro CRT. Il primo episodio, in 2D, si distingue per la meccanica di camminata su pareti e soffitti, mentre i due sequel in 3D inseguono il modello di Super Mario 64, perdendo parte dell’originalità. L’umorismo costante e datato può risultare ripetitivo, ma la raccolta resta un prodotto solido per nostalgici e completisti, arricchito da contenuti extra come concept art o interviste agli sviluppatori.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Si presenta ovviamente come un videogame degli anni ‘90, quindi il 3D è veramente spartano. Nessuna incertezza sotto il profilo delle performance, ma rimane la legnosità dei controlli tipica degli originali. Filtro CRT molto semplice, senza possibilità di configurarlo.