Lara Croft ritorna alle sue origini con Tomb Raider I-III Remastered direttamente al tempo che la rese celebre, precisamente a quel 1996 che tutti, nel bene come nel male, ricordano con gli occhi luccicanti. Tre videogiochi, tre opere illustri e tre pietre miliari ora ammodernate, sorprendetemente in forma smagliante in una remastered curata da Aspyr Media.
Sviluppatore / Publisher: Aspyr Media e Crystal Dynamics / Aspyr Media Prezzo: 29,99 euro Localizzazione: Presente Multiplayer: Assente PEGI: + 18 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile
Quando ancora non sapevo cosa fosse un biberon, c’era chi si appendeva da una parte all’altra di un crepaccio, balzando in avanti, indietro e di lato, viaggiando per il mondo e scoprendo luoghi dimenticati che nell’immaginario del tempo appartenevano a Indiana Jones. Tombe maledette, valli perdute e la Grande Muraglia, la stessa che, pensate un po’, si vede anche nel film di Tomb Raider con Angelina Jolie nelle vesti di Lara Croft (indelebile, a mio parere, quel frame in moto sulla prima meraviglia del mondo), visto così tanto presto che, forse, compresi quanto la crossmedialità fosse un valore aggiunto già al tempo, nel panorama videoludico.
Al giorno d’oggi, insomma, essere invasi da remastered e remake è normalissimo: sarebbe strano non ne uscisse una ogni tanto, specie quando la preservazione di alcune opere è sottovalutata. Un’operazione analoga accadrà, peraltro, con la riproposta a opera proprio di Aspyr Media delle due iterazioni di Star Wars: Battlefront, che già hanno completamente catturato il mio interesse. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti: chi si è occupato delle remastered dei tre capolavori dedicati all’avventuriera britannica, al tempo sviluppati da Core Design, ha svolto un lavoro lucido e fedele delle opere originali, proponendole nella loro forma più ostica e reale, non limitandosi a un’operazione nostalgia, bensì compiendo un percorso di ammodernamento che ha saputo coinvolgermi.
Ora non avrete più scuse: recuperare queste perle sarà inevitabile
Lo studio texano, con sede ad Austin, non è comunque secondo a nessuno in fatto di porting e remastered, come in questo caso: lo sviluppo delle tre produzioni con protagonista l’archeologa più famosa dell’immaginario pop, d’altronde, non è affatto scontato, specie quando l’incarico di riportare alla luce le tre opere di Toby Gard è una missione che si tramuta nel reale, tangibile e incantato omaggio. Un numero esagerato di reboot, la trilogia pubblicata da Square Enix che ha riportato l’esploratrice alle sue prime volte per offrire ai giocatori una Lara spaesata e incredula, dei fumetti e film degli innumerevoli, con Alicia Vikander che ha raccolto l’eredità lasciata da Angelina Jolie, non riuscendo però a brillare come quest’ultima.
STORIE DI TEMPI CHE FURONO
Parlare di preservazione, al giorno d’oggi, è fondamentale. Tomb Raider (1996) è ambientato in Perù, un luogo che nessuno – a parte i dinosauri nascosti nella Valle Perduta – penserebbe sia pericoloso. Invece, lo è eccome: pipistrelli, lupi e un numero esagerato di velociraptor pronti a banchettare sul cadavere di Lara. Il racconto del primo capitolo, però, si estende anche alla Grecia e all’Egitto, con l’obiettivo dell’avventuriera di riunire i pezzi di un artefatto antico quanto il mondo e, nel frattempo, di trovare la verità nel cuore di Atlantide.
Il primo capitolo, lo ammetto, è quello che ho preferito maggiormente nel corso della riscoperta: è un’opera brillante scritta, curata e trattata con rispetto da parte di Aspyr, che ha saputo maneggiare sapientemente e con abilità la storia probabilmente più intensa della trilogia, affondando la propria conoscenza in modo esemplare. Il secondo capitolo, pubblicato un anno dopo, conduce Lara in Italia, Cina, Tibet e nel Mar Mediterraneo, con la giovane che si ritrova ad affrontare la Fiamma Nera. L’episodio conclusivo, arrivato nel mercato nel 1998, porta l’archeologa in un viaggio attorno al mondo intricato e pericolo.
Un minuscolo spazio vitale di contenuti incredibile che al media fanno solo bene
TOMB RAIDER I-III REMASTERED, IL SOGNO DI UN TEMPO CHE FU
Ammodernare è la parola d’ordine di questa recensione dedicata a Tomb Raider I-III Remastered. Farlo con tre avventure di questo genere, considerando i grandi passi avanti fatti dal genere nel corso degli anni, era un rischio enorme, e l’ombra di inerpicarsi su sentieri difficoltosi era reale. C’era bisogno, quindi, di capire in che modo la struttura ludica del tempo potesse essere riproposta senza stravolgerla completamente: con semplicità, tanta visione e passione, i tre capitoli sono esattamente come sono stati concepiti all’epoca. A cambiare è la scelta dei comandi: dal menu principale, o durante la scoperta dei tre capitoli, è possibile mutarli direttamente, alternando la scelta fra l’impostazione tank o la moderna. Durante la scoperta tre capitoli, ho provato entrambe le opzioni per capire le differenze fra i due sistemi. Il tank, impegnatissimo già all’epoca, è una combinazione di riflessi e preparazione ancora oggi coinvolgente, che spinge a riflettere attentamente su un salto, una capriola o una classica arrampicata.
È il modo più complesso, ma è reale e fedele per viversi l’intera esperienza di gioco, anche con tutte le difficoltà del caso. Se però si preferisce affrontare le esperienze senza troppe complicazioni, è possibile cambiare e ammodernarsi con i comandi nuovi, certamente più simili a un’impostazione comune – scelta che consiglio di ponderare in base alle proprie necessità. Come accennavo, il primo capitolo è certamente quello più a fuoco e denso di caratteristiche interessanti in termini di level design così come gli altri due episodi. Le differenze fra i tre, essenzialmente, corrispondono in poche ma comunque fondamentali differenze: la barra della vitalità.
Questo è un efficace lavoro di restauro e rispetto per le opere del tempo
GRAFICA AL PASSATO O… ?
Il team, anche dal punto di vista grafico e tecnico, non ha badato a spese e ha reso Tomb Raider I-III una riproposizione di tutto rispetto, implementando la possibilità di godere dell’esperienza sia con il nuovo motore grafico ideato da Aspyr Media che con quello originale, un colpo al cuore bellissimo. Lo si comprende sin da subito: è possibile optare per la grafica del passato o quella realizzata da Aspyr Media per l’occasione. In tal senso, quest’ultima è la reale sciccheria dell’operazione: il lavoro dietro ai fondali, alla colorazione ambientale, al posizionamento dei modelli e alla cura messa nell’esposizione dei particellari, così da rendere l’operazione anche più piacevole, è assolutamente encomiabile.
Nei livelli all’aperto, in tal senso, il team ha impostato anche il cielo, curandolo nei minimi dettagli per rappresentarlo a dovere. Cosa rende grande l’operazione, in termini scenografici ed estetici, sono i dettagli: penso, che so, al fumo che esce dalle pistole, ovviamente assente nella grafica del passato. Può sembrare un elemento piccino picciò, rispetto a molto altro. E invece, pensate un po’, è importantissimo: è la prova della cura messa da Aspyr Media per rappresentare al meglio le tre produzioni e le espansioni a loro dedicate.
È un sogno per chiunque sia alla ricerca di un’operazione che sappia raccontarsi al giorno d’oggi con la dovuta attenzione al passato
In Breve: Tomb Raider I-III Remastered è una riproposizione attenta, rispettosa e ben trattata di tre capolavori ora disponibili per le console di nuova generazione e della passata. È una grande prova di preservazione in un panorama che, a volte, non riesce a stare al passo con i tempi. Tornare a vestire i panni di Lara Croft è sempre un’emozione assoluta, esattamente come la prima volta, che per me fu con Tomb Raider: Legend.
Piattaforma di Gioco: PlayStation 5, PC e Steam Deck
Com’è, come gira: Ho avuto l’opportunità di godere dei tre capitoli su tre piattaforme diverse. Su PlayStation 5 il titolo gira ottimamente, così come su PC e Steam Deck. Tomb Raider I-III Remastered è verificata per la piattaforma di Valve.