Owlboy - Recensione

PC

Quasi dieci di lavorazione per un giochino bidimensionale: quella che a molti può sembrare una follia si è rivelata una vera e propria scommessa per D-Pad Studio, che ha puntato sul suo ragazzo gufo una dose sovrumana di sforzi. E i risultati si vedono tutti, in ogni singolo pixel. Owlboy è splendido per una lunga serie di motivi, primo fra tutti la sua visione del mondo, la sekaikan, come dicono gli amici giapponesi. Owlboy è una storia corale, impossibile da caricare solamente sulle strette spalle di Otus, il giovane gufo antropomorfo protagonista della vicenda. È un racconto di fallimenti e debolezza del singolo: il povero Otus già nel tutorial viene schernito e maltrattato dai compagni e dal severissimo mentore, esprimendo il proprio disagio attraverso una serie di convincenti espressioni, superbamente dipinte in una manciata di pixel. Otus sarà anche privo del dono della parola, ma il lavoro svolto da D-Pad gli dona un’eloquenza che colpisce dritta al cuore. Il tutto sullo sfondo di una vicenda che inizia nel modo più banale possibile, tra isole volanti colorate e abusatissimi pirati del cielo, ma che assumerà presto connotati sinistri e struggenti. Avrete paura e proverete tristezza, ma vi alzerete assieme ai vostri compagni, infervorati da una sete di rivalsa e giustizia. In altre parole, prenderete fieramente il destino del mondo sotto la vostra ala protettrice.

OWL FOR ONE

L’impresa appare da subito fuori dalla portata del piccolo Otus: il gufetto sa volare e avvitarsi su se stesso, ma non è un guerriero. Però ha degli amici, e se ne farà altri durante l’avventura: tutti imperfetti, spaventati e tormentati dai loro dubbi, tuttavia forti nel momento dell’unione e determinati a fare la loro parte per salvare il mondo.

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Owlboy è splendido per la sua visione del mondo, la sekaikan

Basta afferrare quel fifone dell’amico Geddy, ad esempio, e potremo far fuoco con la sua arma come in un twin stick shooter, unendo alla mobilità del giovane gufo una rinnovata potenza di fuoco. Alla squadra si aggiungeranno altri due personaggi sulla cui identità sarebbe criminale spoilerare, ognuno dotato di personalissime abilità con cui lottare e superare determinati ostacoli, tra cui un moschetto sputafuoco, ideale per illuminare la strada, o un rampino con cui saettare verso quelle piattaforme irraggiungibili con un semplice battito d’ali. Otus fortunatamente non sarà costretto a fare la spola tra un compagno e l’altro, permettendosi il lusso di usare il teletrasporto gentilmente fornito da un particolare artefatto per alternarli al volo a seconda della situazione, sfruttando un sistema di controllo che scomoda tutti i tasti del pad Microsoft a rischio di rendere più macchinosi del dovuto alcuni passaggi.

A conti fatti, Owlboy può essere annoverato tra i cosiddetti Metroidvania, tenendo bene in mente che non si tratta di un gioco di piattaforme in senso stretto per via delle doti aviarie del protagonista. Lo schema di gioco è in verità qualcosa di ben più eclettico: solitamente ci si concentra sul volo, sfruttando la mobilità di Otus per schivare nemici e fare fuoco con il compagno di turno, risolvendo un numero spropositato di brillanti enigmi ambientali che vanno dalle immancabili piattaforme a pressione a nuvole da “strizzare” per alzare il livello dell’acqua con improvvise precipitazioni. Non sono però rari i casi in cui ci si trova a saltare di piattaforma in piattaforma o a nascondersi nelle ombre in vere e proprie sezioni stealth, evitando di allertare nemici fortissimi.

PIXEL PERFECT

La ricchezza di situazioni si dimostra quindi uno dei punti di forza di un gioco che continua a introdurre meccaniche e tenere alta l’attenzione per le otto ore circa necessarie per raggiungere la conclusione della vicenda, senza commettere un singolo passo falso.

Owlboy immagine PC 02

Owlboy può essere annoverato tra i Metroidvania, ma bisogna tenere conto delle doti aviarie del protagonista

Una durata onesta, ma che lascia un po’ l’amaro in bocca quando la fiaba finisce e non si vorrebbe mettere via il pad al termine di un viaggio che rischia di procedere più spedito del dovuto grazie a una distribuzione esageratamente generosa dei checkpoint e a una difficoltà di fondo più che abbordabile, destinata a alzarsi (ma non eccessivamente) negli scontri con i boss. Una volta conclusa l’avventura, quel che resta è una serie di bonus sbloccabili nell’apposito negozio che non possono mantenere alta la spinta emotiva offerta dalla trama principale. Merito della brillante narrazione che non ha paura di interrompere l’azione per snocciolare retroscena e dettagli attraverso intermezzi e splendide schermate, assieme a un cast di personaggi memorabile che, alla voglia di riscatto di Otus e compagni, oppone un nemico che non sfigurerebbe per tante analogie accanto allo spietato Buraiking di Casshern.

Notevole anche la presentazione audiovisiva, decisamente da standing ovation, che – continuando il parallelismo anime – dona al giocatore la sensazione di essere il protagonista di un film dello studio Ghibli, e questo è il complimento più grande che io possa fare al titolo di D-Pad Studio. Qual è l’ultimo videogioco che vi ha donato una sensazione simile? I due Wonder Project J forse? Beh, vi assicuro che non c’è paragone, Owlboy gioca in una categoria tutta sua con una resa grafica degna del migliore 2D a 32 Bit, ricordandoci che i fasti di Chippoke Ralph no Daibouken e Keio Flying Squadron 2 possono essere rivissuti cedendo e credendo al fascino del bitmap, così come ha fatto Simon Andersen otto anni fa, assieme agli amici di D-Pad. Ogni schermata racconta una storia a sé, persa in una miriade di particolari che faranno uscire di testa gli amanti della pixel art, mentre l’uso del colore è così potente da veicolare emozioni.

Stesso discorso per quanto concerne la colonna sonora firmata da Jonathan Geer, una selezione composta da 67 tracce che colpiscono nel segno al momento giusto, toccando le corde dell’anima puntuali come un orologio svizzero.

Owlboy è un gioco brillante, bello da vedere, sentire e vivere. Un’esperienza audiovisiva sublime che trova l’unico difetto nella sua natura ludica, destinata ahimè a concludersi in tempi piuttosto brevi e incapace di fornire particolari stimoli per riprendere in mano l’avventura. Il viaggio però merita assai, specialmente se siete a corto di metroidvania da esplorare in lungo e largo. Magari ai primi saldi però, ché quei dannati checkpoit faranno davvero di tutto per accorciare il divertimento. Spero solo di non dover aspettare altri dieci anni prima del nuovo titolo firmato D-Pad Studio.

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Pro

  • Una favola in pixel art.
  • Trama e personaggi memorabili.

Contro

  • Non lunghissimo, e con tanti checkpoint.
  • Sistema di controllo a volte troppo “congestionato”.
8.8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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