NZXT H5 Elite – Recensione

Un case elegante e raffinato, ma di sana e robusta costituzione: sono le due anime dell’H5 Elite, un nuovo “telaio” per il vostro prossimo PC da gioco.

nzxt h5 elite

Da alcuni anni NZXT si sta imponendo come una delle realtà più interessanti per chi vuole costruirsi i propri PC da gioco, grazie a prodotti di pregio proposti a prezzi concorrenziali.

costa pur sempre 150 euro, ma in ottimi rapporti con feature e prestazioni

Non bassi, per carità, perché il nuovo case di cui parliamo costa pur sempre 150 euro, ma in ottimi rapporti con feature e prestazioni. La nuova linea di cabinet mid-tower H5 va a sostituire la precedente serie H510, riprendendone le linee e le dimensioni, ma apportando numerose piccole modifiche all’esterno e soprattutto all’interno. Si compone di due diversi prodotti, l’H5 Flow ed Elite: il primo predilige l’aerazione sull’estetica, avendo un pannello frontale traforato (e protetto da un filtro antipolvere) da cui le ventole possono aspirare l’aria fresca e spingerla verso l’interno del case;

nzxt h5 elite

il secondo, invece, privilegia l’estetica con un pannello anteriore in vetro temprato, capace di mettere totalmente in vista le due grosse ventole immediatamente successive. In entrambi i casi vedremo due cerchi RGB accendersi dietro al pannello frontale e una terza ventola posta diagonalmente sul fondo si occupa di introdurre ulteriore aria fresca nel case e spingerla verso l’alto, aiutando il dissipatore della scheda video a compiere il suo lavoro. Entrambi i modelli sono disponibili in due colori, bianco e nero.

NELLA SCATOLA

Una volta aperto lo scatolone e rimosso l’imballaggio in polistirolo, possiamo subito ammirare la struttura perfettamente squadrata del case, il suo aspetto elegante e i suoi vetri fumé (nell’edizione nera), capaci di dare un alone di mistero ai componenti interni quando il PC è spento, ma anche in grado di far trasparire tutta la bellezza dell’illuminazione interna quando è acceso.

Il pannello laterale destro è costituito da una singola lamiera che copre l’area per tutta la sua interezza, mentre quello sinistro è suddiviso in due aree: quella superiore, più grande, è coperta da un vetro temprato rimovibile mentre più in basso troviamo una lamiera che è parte integrante del cabinet e non può quindi essere rimossa.

possiamo subito ammirare la struttura perfettamente squadrata del case

È una specie di “scatola” che già nella serie H510 ospitava e proteggeva l’alimentatore e i dischi fissi, ma che negli H5 serve solo all’alimentatore e a riporre gli eventuali cavi aggiuntivi inutilizzati. Dove prima c’era il rack per i drive da 3,5 pollici, oggi c’è il supporto per la ventola inferiore, rinchiusa in una specie di imbuto che la isola completamente dal resto della struttura, impedendo quindi a polvere o cavi residui di entrarvi in contatto. L’aria arriva dalle feritoie sul fondo, protette da un filtro antipolvere, grazie ai piedini che sollevano il cabinet di almeno 2 cm dalla scrivania su cui è appoggiato.

ALL’INTERNO

Gli spazi interni sono ampi ma piuttosto razionati: sulla destra della scheda madre troviamo un supporto che aiuta a nascondere i cavetti collegati di lato (si pensi per esempio ai connettori SATA e al cavo principale di alimentazione), ma che rischia di “non starci” se la motherboard supera i dettami dello standard ATX.

A tale proposito, va detto che gli H5 sono compatibili solo con schede madri M-ATX o ATX, ma non supportano le schede E-ATX, quindi facciamo attenzione a questo dettaglio. Il coperchio va comunque rimosso durante la fase di setup del computer e per tanto siamo anche liberi di non rimetterlo più al suo posto per facilitarci la vita, in cambio di qualche cavo “a vista” in più.

compatibili con schede madri M-ATX o ATX, non supportano le E-ATX

Ancora più a destra c’è invece il supporto delle ventole frontali a cui possiamo avvitare, sul lato più interno, un radiatore da 280mm per sistemi di raffreddamento a liquido. Volendo, comunque, possiamo lasciare libere le due ventole e avvitarne uno al pannello superiore, adeguatamente traforato e coperto da filtro proprio allo scopo di ospitarne uno. L’area traforata comprende quasi tutta la profondità del “soffitto” ed è una delle maggiori differenze rispetto alla serie H510, che metteva a disposizione soltanto una finestrella di pochi centimetri. Il case arriva con i supporti per le schede madri ATX già avvitati all’anima laterale destra, per cui non dobbiamo fare altro che appoggiarla sopra e assicurarla a sua volta con le viti in dotazione. Va aggiunto, per completare il discorso, che anche la ventola obliqua sul fondo si può sempre rimuovere, ma sarebbe come togliere una delle idee più intelligenti del prodotto e, al di là dell’ordinaria manutenzione, non vediamo proprio perché farlo.

“SOTTO” LA SCHEDA MADRE

Il vano laterale destro ha uno spessore di circa 2 cm e contiene la centralina per l’illuminazione delle ventole frontali (con l’eventuale aggiunta di una terza ventola), il sistema di passacavi per gestire tutti i fili che permettono al computer di operare e la placca su cui montare due drive SATA, a scelta tra due modelli da 2,5 pollici o uno da 2,5” e uno da 3,5”. Già, avete capito bene: possiamo montare soltanto due di queste memorie di massa e la cosa ha un senso, visto che negli ultimi mesi si stanno moltiplicando le schede madri che possono ospitare fino a 4 SSD in formato M.2, non solo più veloci, ma anche molto più compatti e comodi da gestire.

Con le loro capienze in costante crescita e i prezzi sempre più accessibili, i drive tradizionali stanno cadendo velocemente in disuso

Con le loro capienze in costante crescita e i prezzi sempre più accessibili, i drive tradizionali stanno cadendo velocemente in disuso, riutilizzati il più delle volte in appositi cabinet esterni collegati tramite porte USB o usati come NAS a basso costo. Non possiamo giudicare positivamente o negativamente questo trend del mercato, semplicemente ne prendiamo atto e vi avvertiamo che, se nel vostro sistema amate conservare i vecchi hard disk, questo case purtroppo non fa per voi.

FACILITÀ D’INSTALLAZIONE

NZXT produce anche schede madri e avremmo potuto montare al suo interno l’ottima Z690 recensita solo poche settimane fa. Ma l’arrivo in questi giorni di un kit Ryzen 7000 da parte di AMD, costituito tra le altre cose da una scheda X670E Aorus Master, ci ha permesso di forzare un po’ le specifiche e di vedere come si sarebbe comportato questo case con una scheda madre un po’ più “larga” del necessario.

la moboX670E Aorus Master alloggia bene in questo case, benché ufficialmente non la supportasse

A parte la necessità di mantenere smontato il supportino copricavi di cui parlavamo un paio di paragrafi fa, la motherboard alloggia benissimo in questo case, benché ufficialmente non la supportasse. C’è un po’ di disordine con il cavo di alimentazione ma, a parte questo, nessun tipo di impedimento. I fili per i connettori in alto (USB 3.2, audio, pulsante di alimentazione) sono lunghi quel tanto che basta e non richiedono particolare attenzione per l’allacciamento alla scheda madre. Attenzione però alla centralina dei LED, che richiede i pin di un connettore USB 2.0 sulla scheda madre: alcuni modelli ne mettono veramente pochi a disposizione.

Io, che ammetto di non essere mai stato un grande assemblatore e mi qualifico come una persona di media competenza in questo genere di attività, per montare l’intero computer ho avuto bisogno di circa due ore.

anche un utente alle prime armi può affrontare il montaggio in serenità

Immagino che un professionista ci possa impiegare molto tempo in meno, ma questo per dire che, seguendo le istruzioni e senza fare errori grossolani, anche un utente alle prime armi può affrontare il montaggio del computer in totale serenità, magari prendendosi mezza giornata per svolgerlo. In questo tempo io ho dovuto calcolare anche il set up di un dissipatore a liquido di Corsair – che usavo con il precedente testbed su AM4 – ma di questo ne parleremo nella recensione del Ryzen 7000 o della scheda madre in questione, che seguiranno nei prossimi giorni. In ogni caso, è stato tutto molto semplice e non mi sono mai tagliato o sbucciato le dita, e questo per me è un punto a favore di questo cabinet.

CONSIDERAZIONI SU ESTETICA E DURATA

Il vetro è l’assoluto protagonista dell’ottimo aspetto di questo case, non c’è ombra di dubbio. Ma, pur essendo temprato, richiede molta attenzione da parte dell’utilizzatore: anche un apposito adesivo piazzato sulla velina di protezione (che siamo tenuti a rimuovere) ci ricorda quanto possa essere fragile. Non pensiamo di prendere questo case e aprirlo con noncuranza: ogni volta che rimuoveremo i pannelli in vetro, dovremo sempre fare la massima attenzione a come li afferriamo e riponiamo temporaneamente altrove, perché possono sempre frantumarsi (basta davvero un colpo di lieve entità, ma assestato nel punto sbagliato) e sarebbe un peccato. 

Difficile immaginare questo case appoggiato sul pavimento, sotto la scrivania e alla mercé dei nostri piedi: è un prodotto che va necessariamente posto su una scrivania in bella vista, ma anche in una posizione dove non riceverà colpi. I pannelli in vetro, proprio per essere più belli da vedere, non hanno un’anima metallica o una cornice su tutti i bordi: quello laterale ha solo il lato superiore protetto in qualche modo, ma per il resto è tutto vetro, solo vetro, e sbeccarlo è un attimo.

Il vetro è l’assoluto protagonista dell’ottimo aspetto ma anche di una relativa fragilità

Chi decide di acquistarne uno si renda preventivamente conto che dovrà averne una certa cura: in cambio, si troverà un oggetto di assoluto design in grado di integrarsi perfettamente a qualsiasi ambiente e di colpire l’occhio con la sua bellezza. Infine, ricordatevi che l’H5 Flow sarà anche meno vistoso, ma potrebbe essere preferibile con sistemi pesantemente overcloccati, o basati su tecnologie che notoriamente scaldano più del necessario. A buoni intenditori, poche parole.

Voto 8.6

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