Le Gemme sono più semplice gioielli: possono essere strappate dal nemico e attivate per ottenere particolari vantaggi

Durante il finale numerosi personaggi pietrificati tornano in vita. Tra loro Drax, Scarlet e il qui presente Thor.
La Gemma dello Spazio dona ad esempio resistenza extra, ma nelle mani di Magneto genera un potente campo di forza che lo rende temporaneamente invulnerabile a ogni attacco. Va notato che questo sarà l’ultimo esponente del genere dedicato ai soli supereroi: il successivo X.Men vs. Street Fighter avrebbe inaugurato la moda dei crossover che continua fino a oggi con Marvel vs. Capcom: Infinite.
GEMME A SEDICI BIT
Una conversione a sedici bit di Marvel Super Heroes sarebbe stata pura fantascienza; Capcom aveva provato a rinchiudere i muscoli di CPS2 su Super Famicom con l’aiuto del chip S-DD1 durante un 1996 oramai completamente orientato ai nuovi sistemi, ma si trattava principalmente di un atto d’amore nei confronti della macchina che aveva inaugurato il mito di Street Fighter 2 tra le mura domestiche. Però l’ineluttabile tenacia di Thanos riuscì a farsi comunque strada verso i silicei chip dell’amata console Nintendo con una cartuccia messa in vendita alla fine del medesimo anno sugli scaffali giapponesi e distribuita nei mesi successivi in occidente.

War of the Gems è così pigro da riciclare alcuni sprite provenienti da Marvel Super Heroes nella schermata di selezione!
Marvel Super Heroes: War of the Gems riprende parte dei personaggi incontrati in sala giochi, reimmaginando la ricerca delle Gemme come un gioco di piattaforme realizzato riciclando il motore grafico del precedente X-Men: Mutant Apocalypse, uscito sulla stessa macchina un paio di anni prima. A differenza di quest’ultimo, War of the Gems pecca di un level design pigro: laddove i pupilli di Xavier si muovevano in stage raffinatamente cuciti attorno alle loro abilità, i cinque protagonisti (Hulk, Wolverine, Cap, Iron Man e Spider-Man) dovranno affrontare le stesse piattaforme e i medesimi nemici, assestando un duro colpo alla varietà d’approcci nonostante gli scenari facciano di tutto per offrire una certa diversità, spaziando dal Vesuvio (!) a un campo di asteroidi.
Le differenze vanno trovate invece negli attacchi degli eroi, ottenibili attraverso le classiche sequenze à la Street Fighter per lanciare scudi a stelle e striscie o sparare raggi repulsori. Il livello di sfida appare pittosto ripido solo in apparenza a causa della gestione delle vite: ogni eroe viene immediatamente reso inutilizzabile quando morde la polvere e può tornare in vita solo con l’uso di oggetti molto rari, tuttavia il sistema di password va a braccetto con una marcata demenza dei nemici (quasi tutti doppelganger malvagi degli eroi) per offrire un’avventura che non durerà più di un paio di giorni, nel migliore dei casi.
WAR OF THE GEMS NON è UN GIOCO PARTICOLARMENTE BRILLANTE, MA è ANCHE UNO DEI POCHI A PRESENTARE ADAM WARLOCK
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