Silent Hill doveva essere una delle star dell’ultimo State of Play di Sony, invece lo spazio dedicato alla serie Konami ha lasciato nei fan un po’ di amaro in bocca. Da una parte abbiamo un rifacimento del secondo capitolo che sembra fin troppo diverso dall’originale, orientato all’action ed evidentemente alla “rincorsa” di Resident Evil e i suoi remake di successo. A fare da contraltare troviamo Silent Hill: The Short Message, titolo sperimentale free-to-play lanciato come shadow drop subito dopo la fine della presentazione. Lo abbiamo provato nella speranza di trovare in lui qualche lampo roseo nel futuro della collina silenziosa.
Sviluppatore / Publisher: Konami-Hexa Drive / Konami Prezzo: Free-to-play Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile su: PS5 Data di Lancio: Disponibile
“Questo gioco è nato come un esperimento, un’opportunità per provare qualche novità, capire cosa funziona e cosa no e perfezionare la nostra esperienza in fatto di giochi horror”, con queste parole il producer della serie Silent Hill, Motoi Okamoto, ha presentato The Short Message, titolo free-to-play lanciato proprio alla fine del recente State of Play di Sony.
In effetti lo è perché siamo di fronte a un’esperienza compatta e stringata nella forma ma non nelle intenzioni visto che tratta argomenti forti e mai come ora attuali, quali il bullismo, l’autolesionismo, le tendenze suicide e tutti i risvolti sociali (o meglio, “social”) legati a essi.
UNA NUOVA VISIONE MODERNA
Togliendo per un attimo di mezzo il remake di Silent Hill 2, tutti gli altri prodotti legati alla serie presentati nel 2022 hanno fatto capire che Konami e gli sviluppatori a essa legati vogliono dare una scossa al franchise, proponendo non solo storie nuove e “diverse” ma anche modi originali di fruirle. La serie TV interattiva “Ascension” non è stata sicuramente la partenza migliore, ma gli altri prodotti in arrivo, da Townfall al nuovo capitolo canonico Silent Hill f sviluppato da NeoBards, sembrano essere in grado di ramificare le tematiche storiche della saga verso interessanti, nuove direzioni.

The Short Message propone un orrore psicologico, per la protagonista e chi lo gioca,. ma qualche jump scare non manca.
Anche Silent Hill: The Short Message prova a farlo in primis ambientando la sua storia non nella celebre cittadina immersa nella nebbia ma in un edificio abbandonato e fatiscente noto come Villa, immerso nell’agglomerato urbano di Kettenstadt, in Germania. Brutti eventi sono accaduti nella Villa, giovani fanciulle l’hanno scelta come luogo in cui togliersi la vita saltando dal terrazzo antistante il piazzale principale.
Konami e gli sviluppatori ad essa legati vogliono dare una scossa al franchise, proponendo non solo storie nuove e ‘diverse’ ma anche modi originali di fruirle

Questo capitolo fa chiaramente capire che Konami vuole dare anche un’impronta moderna alla sua serie horror… riuscite a pensare a qualcosa di più mostruoso di questo?
Il susseguirsi di eventi passati viene raccontato attraverso flashback con attori in carne ed ossa, una scelta bizzarra e a nostro modo di vedere non del tutto azzeccata visto che “stacca” troppo da tutto il resto. Tuttavia il fluire della storia diventa sempre più sincopato e i ricordi si mischiano a visioni infernali e apparizioni di esseri da incubo che sembrano voler portare Anita “da qualche parte”. Dove, lo dovrete scoprire voi.
PROFONDA TRISTEZZA
Dura all’incirca due ore l’esperienza offerta da Silent Hill: The Short Message, un breve walking simulator in prima persona che utilizza lo stratagemma del loop per far andare sempre più a fondo il “giocatore” nella storia. Un tempo breve ma più che sufficiente a comprendere il messaggio triste e contemporaneo che questo esperimento vuole veicolare, solo apparentemente distante quanto la serie ha proposto nelle sue precedenti iterazioni. È buffo e quasi paradossale soffermarsi a pensare che gameplay e storia di The Short Message ricordano piuttosto da vicino una delle storie raccontate in Layers of Fear, gioco sviluppato da quel Bloober Team che invece sembra aver imboccato una strada pericolosa con il remake di Silent Hill 2.

I flashback live-action stridono un po’ con il mood generale del gioco e la recitazione non è sicuramente da Oscar.
Completandolo però vi accorgerete che le cose in comune con il filone narrativo di Silent Hill sono molte più di quelle che pensavate all’inizio. Anche qui si parte dalla ricerca di una persona senza avere la certezza se questa sia ancora viva o morta, si pensa che la verità sia quella che credevamo solo per scoprire poi che ci sbagliavamo di grosso. Il setting è diverso, è vero, e in questo c’entra sicuramente lo zampino di quel maledetto/benedetto P.T., che ha dimostrato quanto quattro mura percorse all’infinito possano mettere più a disagio di qualsiasi altro orrore palese.
È buffo constatare quanto The Short Message ricordi una delle delle storie raccontate in Layers of Fear, gioco sviluppato proprio da quel Bloober Team che sta rischiando grosso con il remake di SH2