Nonostante i cambiamenti e la minore incidenza di determinati fenomeni, i computer e (incidentalmente, per certi versi) l’ambiente Windows sono ancora il luogo dove prosperano i templi del modding. Abbiamo realtà di libera distribuzione come Nexus, naturalmente, e in generale è possibile prendere videogiochi sul mercato e trasformarli in qualcosa di non necessariamente migliore ma comunque diverso, con modifiche profonde al gameplay (anche senza riflettere, Long War per XCOM è il primo che mi viene in mente) e mille aggiunte/cambiamenti estetico-funzionali su una marea di titoli, dagli ARPG di Bethesda a tantissimi altre esperienze sostanzialmente “hardcore” (ovvero, in questo caso, fruite e spolpate fino all’ultima riga di codice). Per non parlare di Sweet FX e di tutti i tool per aggiungere effetti di post-processing e filtri vari, con cui possiamo esaltare l’appetibilità visiva di un numero nemmeno quantificabile di prodotti. Nel mio lungo cammino di giocatore PC ho usufruito di tutto questo, naturalmente, ma ho anche potuto promulgare una passione che sembrava destinata a fermarsi per l’assenza di vere soluzioni, ben prima dell’avvento della più raffinata VR. Ebbene sì, sono un drogato di stereoscopia.
3D MON AMOUR
Il mio amore per le immagini 3D ha una storia lontana, che ho già avuto modo di raccontare in un dossier di TGM: in estrema sintesi, verso la fine degli anni ’70 (ebbene sì 2.0: sono vecchio) mia madre dovette tenere in casa qualche giorno un antico visore per fotografie stereoscopiche, cimelio per una volta davvero straordinario di una scuola pubblica. Una specie di grande comò con binocolo, in cui il piccolo Mario infilò gli occhietti e scoprì il primo e vero spettacolo di “fantascienza reale” della sua vita, paradossalmente con una serie di fotografie di fanti della Prima Guerra Mondiale (il ché dimostra la veneranda età della tecnica, addirittura più antica) che, però, sembravano veri come fossero al di là della lente.
Da quel momento è passato molto tempo prima che la passione videoludica e quella per il 3D si potessero unire, anche perché, arrivati ai primi anni del 2000, non potevo certo permettermi i visori di aziende pionieristiche come l’americana eMagin – per certi versi progenitrice più di Oculus Rift che non di 3D Vision. Alla soluzione di Nvidia sono passato in un secondo momento, dopo un temporaneo tentativo di seguire il sostanziale “fai da te”di AMD HD3D, alla fine sconfitto dalla maggiore fruibilità della tecnologia concorrente. Per il resto dovreste sapere com’è andata: l’azienda e i produttori di videogiochi hanno tentato di cavalcare la passione cinematografica per il 3D ma, per risposta stessa del mercato, presto hanno dovuto tornare sui loro passi e mettere la parola fine a qualsiasi ulteriore investimento (come, ahimè, quelli sulle notevoli potenzialità dell’autostereoscopia). O almeno pensavano di averla messa, ignorando l’incredibile vitalità di qualsiasi passione PCista, nicchie comprese, resistente come il più forte dei virus.
GENTE CHE CI CREDE
Già da un paio d’anni a questa parte mi reco qui praticamente ogni giorno (pensate un po’ che psicopatico), in uno dei luoghi dove l’orgoglio PCista non viene urlato ma sono i fatti, le modifiche giocabili e talvolta raffinatissime sui prodotti esistenti, a spiegare la situazione meglio di mille parole. In buona pratica, come potete appurare sfogliando il blog, Helixmod ha reso sostanzialmente “3D ready” un pazzesco numero di titoli, dai bestioni AAA come Metal Gear Solid V, Street Fighter V e Fallout 4, fino a piccole perle come Firewatch, The Witness, The Tower of Light e SUPERHOT, solo per citare le modifiche sulle produzioni recenti, laddove di regola si tratta di apporre alcuni file nella cartella dell’eseguibile. Inizialmente l’autore era uno solo, il modder che ha dato il nome al blog, e via via si sono aggiunti altri “piccoli dei” della stereoscopia del gaming, quotidianamente al lavoro (si fa per dire: tutto è rigorosamente gratuito) su imprese talvolta difficilissime, come quella che ha portato alla perfetta fruibilità 3D del tecnicamente complicatissimo Rise of the Tomb Raider.
Helixmod ha reso sostanzialmente “3D ready” un pazzesco numero di titoli
VR FAI DA TE
Va da sé che, oggi, un appassionato di stereoscopia non può che guardare con golosità al lato VR della faccenda. Certo è difficile applicare il discorso fatto sopra, in merito alla capacità dell’humus PC di tenere in vita qualunque cosa; discorso, nel caso specifico, persino riduttivo. La strada della realtà virtuale è appena iniziata, per quanto i titoli VR ready siano addirittura meno di quelli inizialmente lanciati per il 3D, ed esistono differenze produttive così profonde in termini hardware e software da non poter imbastire un credibile paragone. Di sicuro sappiamo che l’approccio di Oculus e HTC Vive sembra essere alquanto elitario, della serie “ti do il meglio, ma te lo faccio pagare caro”, un po’ nello stile di un certo signore in dolcevita nera, jeans e scarpe sportive. La differenza, tutt’altro che marginale, è però che questi visori si confronteranno con il sistema aperto del PC, che sia Windows o lo stesso SteamOS, e che il confronto con tutti gli sviluppatori di software e hardware interessati alla VR rappresenterà l’unico ponte per superare l’utenza enthusiast (peraltro tranquillamente in grado di reggere il lavoro di un’azienda di medie dimensioni, come si è capito al lancio di Oculus). Solo il tempo potrà dire se ciò avverrà al fianco della più economica PlayStation VR oppure no.
Magari la rivoluzione della realtà virtuale sarà molto più lenta e insinuante di come alcuni immaginavano