Non è un mistero come il sottoscritto veda Nintendo Switch come una console più orientata al mobile che al gioco “in casa”, ma questo non deve trarre in inganno: troppo frettolosamente qualcuno si è spinto a dire che la linea 3DS avesse ormai un piede e mezzo nella tomba, quando invece è palese come i due target siano sostanzialmente differenti, al di fuori del ristretto mercato di chi compra tutto a prescindere. Un concetto sottolineato con forza durante la presentazione alla stampa specializzata di New Nintendo 2DS XL, la sesta incarnazione della fortunata linea di console portatili della casa di Kyoto, che va di fatto a completare una line-up dove mancava proprio un dispositivo privo di 3D in formato maxi. D’altronde, l’esempio ce l’ho proprio in casa: i miei figli, nonostante siano comunque attratti da Switch, ben si guardano dal mollare la presa sui loro 3DS, laddove stanziano i videogiochi che amano di più (dalla serie Pokémon ad Animal Crossing, da Tomodachi Life a – financo – Fire Emblem), senza contare che mettere Switch in uno zaino non è comodo quanto infilarci invece una console portatile vera e propria.
Dal punto di vista prettamente tecnico, New Nintendo 2DS XL ha le medesime caratteristiche di New Nintendo 3DS XL: gli schermi sono gli stessi (con quello superiore privo ovviamente della stereoscopia), il C-Stick è lì in bella mostra poco sopra i pulsanti, sul retro fanno sfoggio gli ZL e ZR, e la componentistica interna è giustamente figlia di un bieco CTRL+C/CTRL+V. Ciò che cambia è il look, per via di una scocca più compatta e da un design davvero accattivante (le foto qui in giro parlano da sole); inoltre, la console è sensibilmente più leggera rispetto a New Nintendo 3DS XL, a tutto vantaggio della comodità d’uso qualora non si giochi tenendo appoggiato il dispositivo su un tavolo, come talvolta mi è capitato di fare. Insomma… tatto e vista sono sicuramente i due sensi che sono usciti maggiormente soddisfatti dal mio primo incontro con New Nintendo 2DS XL, salvo per una singola nota stonata: lo Stilo ospitato nella console era davvero troppo corto e scomodo da impugnare perfino per me che ho le manine piccoline, figuriamoci per chi – come il nostro buon Todeschini – si trova ad aver a che fare tutti i giorni con due badili.
E C’È ANCHE IL SOFTWARE
Già che eravamo in ballo, Nintendo ci ha dato l’opportunità di testare la console con alcuni dei titoli che faranno capolino a scaffale prima e durante il lancio sul mercato, previsto il prossimo 28 Luglio a un prezzo attorno ai 150 euro, nelle due colorazioni Nero/Turchese e Bianco/Arancione (con la mia preferenza che va tutta alla seconda, al di là di questioni di fede calcistica). Il primo su cui ho messo le mani è stato Hey Pikmin!, graziosissima incarnazione in versione scorrimento 2D di una delle serie più belle mai create da Nintendo. Avendo lanciato il gioco dall’inizio non ho avuto il tempo di andare oltre il completamento di un paio di livelli semplici semplici, sufficienti comunque a riaccendere in me la voglia spasmodica di portare nuovamente a spasso un congruo numero di tuberi colorati da lanciare in ogni dove.
Ho poi lasciato a Claudio l’onere di mettere alla prova la sua pazienza con Brain Training infernale del Dr. Kawashima: Sai mantenere la concentrazione?, laddove l’aggettivo “infernale” non è stato aggiunto per caso nell’improponibile titolo del gioco: al nostro, difatti, è stato chiesto di risolvere semplici operazioni matematiche, tuttavia indicando il risultato di quella mostrata in precedenza, per poi passare a quella prima ancora, e via di questo passo: inutile dire che il keiser, esattamente come tutti gli altri colleghi presenti all’evento, hanno mollato il colpo ben prima di ottenere un punteggio decoroso (e io stesso non avrei saputo far di meglio, intendiamoci).
Il terzo titolo che ho avuto il piacere di giocare è forse quello più “simpa” dell’intero lotto. Si tratta di Miitopia, evoluzione in salsa J-RPG a turni di Tomodachi Life, laddove possiamo importare i nostri Mii proprio da lì (così come da Miitomo), impostare un party e partire alla pugna per abbattere l’oscuro tiranno che ha rubato i volti degli abitanti della città. Il tutto è ovviamente condito dalla solita spensieratezza che contraddistingue i giochi di Nintendo che coinvolgono i Mii, tanto che nel solo quarto d’ora di test mi è capitato più volte di sorridere, se non addirittura di ridere sguaiatamente (con buona pace del mio vicino di postazione, che mi ha guardato più di una volta in malo modo).
L’ultima parte dell’evento l’ho dedicata infine a Ever Oasis, un action adventure di cui onestamente sapevo davvero poco e che invece mi è parso assai interessante: al netto di qualche difficoltà nella gestione della telecamera, il gioco è contraddistinto da un character design piacevole e ci mette a disposizione un party composto da personaggi con abilità da sfruttare non solo in combattimento, ma anche per risolvere alcuni enigmi all’interno dei vari dungeon. D’altronde, lo sviluppatore è quel Grezzo che aveva già lavorato più che bene alle conversioni per 3DS di Ocarina of Time e Majora’s Mask, oltre che all’eccellente The Legend of Zelda: Tri Force Heroes, ergo c’è solo da sperare bene.