Samsung ci ha fornito due esemplari (uno per ciascun prodotto) dei suoi nuovi drive SSD serie 860, come da tradizione disponibili nelle versioni Evo e Pro. Le due si differenziano principalmente per la tipologia di pubblico a cui sono rivolte: mentre la prima strizza l’occhio all’utenza “consumer”, cioè noi comuni mortali che abbiamo bisogno di un bel drive SSD per velocizzare il caricamento del sistema, dei videogiochi e delle applicazioni, la seconda si rivolge principalmente alle aziende, visto che alle esigenze di cui sopra aggiunge anche una maggiore “durata” in garanzia (poi spieghiamo il perché delle virgolette…).
LA SERIE EVO: I MODELLI
I drive SSD 860 Evo sono disponibili in diversi tagli e formati, con capienze da 256 GB fino a 4 Terabyte (sì, avete letto bene) e connettori SATA, M.2 Sata e mSATA. Le memorie sfruttano le più moderne tecnologie V-NAND 3D a 64 livelli prodotte da Samsung, e sono organizzate in celle di tipo MLC a 3 bit (note anche come “TLC”, triple-layer cells), gestite dall’ultima revisione del controller Samsung MJX. Tutti i drive della serie adottano anche una cache di tipo LPDDR4 e le sue dimensioni sono proporzionali alla capacità di ogni modello: mentre i drive da 256 e 512 GB adottano una cache da 512 MB, i modelli da 1, 2 e 4 TB ne adottano rispettivamente una da 1, 2 e 4 GB. Il drive in prova è quello da 1 TB con collegamento Serial-ATA 3, dalla capacità effettiva (una volta formattato) di 932 GB. Lo si trova piuttosto facilmente presso i rivenditori on-line a circa 300 euro e garantisce prestazioni davvero notevoli, oltre a una garanzia di 5 anni o, in casi di forte utilizzo, di una durata espressa in Terabyte effettivamente scritti (TBW) proporzionale alla capienza, da 150 Terabyte (per il modello da 256 GB) fino a 2.400 (per quello da 4 TB).
860 EVO 1 TB: LE PRESTAZIONI
Quando Samsung presentò i suoi drive SSD serie 850, ormai più di 3 anni fa, aveva ben pochi rivali. Le sue tecnologie multi-layer erano così avanzate che ogni tentativo concorrente si scontrava con tempi di latenza maggiori e velocità complessive interessanti, ma inferiori. Da allora gli investimenti nel settore delle memorie flash e dei loro controller si sono moltiplicati, e l’attenzione del pubblico più “sul pezzo” si è spostata dal tradizionale connettore SATA al ben più veloce M.2 PCI Express, lasciando quindi il settore dei drive SSD SATA a un pubblico meno esigente e disposto a spendere. L’860 Evo da 1 TB (300 €) è un drive SSD mediamente più costoso di un Crucial MX300 (250 €) ma decisamente più economico di un Toshiba VX500 di pari capienza (450 €), eppure offre prestazioni sostanzialmente allineate, con qualche punta di eccellenza nei benchmark sintetici. Per comprenderne il funzionamento reale, ho creato una cartella di file molto diversi fra di loro, con dimensioni che variano da pochi byte a oltre 3 GB, ma che una volta sommati cubano esattamente 8 GB, e li ho trasferiti da e verso un RAM Drive installato sul testbed. Il risultato è molto interessante, perché mi ha permesso di osservare che il range della velocità in lettura varia dai 40 ai 560 MB/s mentre quella in scrittura passa dai 10 ai 530 MB/s, esattamente come promesso dai datasheet di Samsung (che di solito riportano solo il secondo dato, per ovvi motivi di marketing). In scrittura noterete anche un vistoso picco iniziale, ma potete ignorarlo: Windows ha solo conteggiato la velocità con cui i dati si sono spostati dalla RAM del computer alla cache LPDDR4 da 1 GB contenuta nell’unità SSD.
Per noi videogiocatori la più economica serie Evo va comunque bene
LA SERIE PRO: I MODELLI
Anche la serie Pro offre gli stessi tagli da 256 GB a 4 TB e usa le stesse tecnologie 3D a 64 layer di Samsung, condivide con la serie Evo lo stesso controller MJX e perfino le stesse cache LPDDR4 con rapporto 1:1000 rispetto alla capienza del dispositivo; tuttavia, le celle di memoria flash sono di tipo MLC a 2 bit e pertanto garantiscono una maggiore durata. Samsung, per la serie Pro, offre la stessa garanzia di 5 anni ma copre una quantità doppia di Terabyte in scrittura, passando dai 300 TBW del modello da 256 GB ai 4.800 TB di quello da 4 TB. Quanto tempo ci mettereste per scrivere 4.800 Terabyte di dati, se utilizzaste questo drive a casa vostra? Rispondere non serve a granché, visto che sono dischi pensati per le aziende e i prezzi rilevati online sono molto più alti di quelli della serie Evo: per esempio, con gli stessi 300 euro di un 860 Evo da 1 TB potreste comprare un 860 Pro da soli 512 GB. La serie Pro, infine, è disponibile soltanto con connessione Serial-ATA III.
860 PRO 1 TB: LE PRESTAZIONI
L’uso di celle MLC a 2 bit porta con sé un pregevole effetto collaterale: la capacità del drive da 1 TB, una volta formattato, è superiore di circa 20 GB rispetto all’860 Evo, 954 GB invece di 932. Di sicuro non sarà il motivo per cui preferireste comprare questo drive rispetto all’altro, ma neanche le prestazioni alla fin fine lo saranno: entrambi i drive, messi alla prova nello stesso modo, ne escono ugualmente a testa alta. Basta confrontare i seguenti grafici, ottenuti dal trasferimento di file eterogenei, con le analoghe performance dell’860 Evo per capire che sono quasi del tutto sovrapponibili.
Dello stesso tenore anche il benchmark sintetico Anvil, che riporta per questo drive esattamente gli stessi risultati: 496 MB/s in scrittura e 528 MB/s in lettura. È invece leggermente più incoraggiante la visione di Atto Disk Benchmark, che registra una maggiore velocità di scrittura in generale rispetto all’860 Evo, ma si tratta comunque di un delta difficilmente percepito nell’uso comune. Morale della favola: se non siete utenti enterprise particolarmente interessati alle migliori condizioni della garanzia e il vostro uso primario sono i videogiochi, orientatevi piuttosto sull’860 Evo. Non avete infatti altri motivi per spendere di più.
PRESTAZIONI IN STRIPE
Avendo a disposizione non uno, ma due drive SSD di uguale capienza, e una scheda madre dotata di un buon controller Serial-ATA III da 6 Gbps, mi è punta vaghezza di provarli in una configurazione RAID 0 che, come probabilmente saprete, permette di distribuire un volume logico di Windows (quello che il sistema operativo vi propone genericamente come “disco” associando una lettera di unità) su due o più drive fisici, sfruttandoli contemporaneamente per il trasferimento dei file. In altre parole, ho cercato di ottenere un volume da 2 TB sfruttando entrambi gli SSD a mia disposizione. Purtroppo, Windows 10 non ne ha proprio voluto sapere di riconoscere il RAID 0 configurato nel BIOS della mia AB350 Gaming, per cui ho fatto ricorso ai dischi dinamici e creato comunque un volume in stripe, per mezzo di Gestione disco di Windows:
avendone la possibilità, sarebbe meglio comprarne due da 512 e poi utilizzarli in stripe
CONCLUSIONI
Il voto che segue vale solo per il drive Samsung 860 Evo da 1 TB e, sebbene l’860 Pro meriterebbe la stessa sorte, per un uso domestico vi raccomando esclusivamente il primo. La differenza di prezzo applicata al modello professionale non sarebbe ripagata da vantaggi che il giocatore, e così anche il piccolo professionista imprenditore di se stesso, avvertirebbero. Il discorso naturalmente cambierebbe se l’obiettivo fosse dotare il vostro server aziendale di uno o due storage a bassissima latenza, magari per inseguire le richieste di un grosso database relazionale. Ma in questo caso non lo comprereste solo dopo aver letto The Games Machine, giusto?