IL C64 ANDAVA TENUTO LONTANO DALLA VISTA, PENA POSSIBILE SORGERE DI PETTEGOLEZZI DI PARTE DI INOPPORTUNI E INATTESI VISITATORI
Non veniva mai a trovarci nessuno, a parte mia nonna in qualche rara occasione pianificata con largo anticipo e annunciata con l’importanza di una spedizione per la via della seta. Ma non importa. Un pantalone fuori posto, un cuscino per terra, o il C64 dimenticato colpevolmente da qualche parte, e
nell’immaginario dei miei genitori sarebbero spawnati parenti pettegoli ovunque. “Guarda, cos’è quella roba sulla credenza?” “Non lo so, deve essere qualche diavoleria del figlio, lo dicevo io che è strano. Diciamolo subito a tutti. Anzi, tiriamo fuori il discorso a sorpresa al prossimo pranzo di Natale.” A questi problemi logistici si sommarono presto aspetti legati al rendimento scolastico, che a parole mie sarebbe dovuto schizzare alle stelle grazie proprio al computer. Essendo
obbligato a usarlo in sala da pranzo, davanti a tutti, mi sarebbe stato difficile giustificare una sessione a Paradroid come un ripasso di matematica, e quindi per l’ennesima volta la libertà di giocare a piacimento venne rinviata a data da destinarsi.

Ma la situazione sarebbe cambiata molto velocemente. In seguito all’acquisto di un nuovo televisore, mi fu permesso di portare in camera il vecchio apparecchio, corredato di C64, sotto solenne promessa di farne un saggio utilizzo. Questa apparente vittoria era comunque vincolata dalla possibilità che in qualsiasi momento i miei genitori sarebbero potuti entrare in camera sorprendendomi a giocare mentre i compiti d’inglese si accumulavano polverosi ovunque. Il mio momento arrivava il sabato notte, quando potevo far tardi con i videogame tenendo un volume basso ma sufficiente a sentir cinguettare il SID.
NON SOLO DI VIDEOGAME VIVE L’UOMO
Era finalmente arrivato l’agognato momento della mia autogestione videoludica? No, perchè non di solo videogame vive l’uomo. Quelli
erano anche gli anni delle commedie sexy all’italiana in onda sulle reti private in seconda serata, enormi fonti di ispirazione per la mia tempesta ormonale adolescenziale. Il che mi metteva di fronte a un dilemma: a chi dedicare il mio tempo e le mie energie? Prendevano forma dentro di me scontri titanici tra lungocrinuti sviluppatori e procaci attrici. All’angolo rosso, Jon Hare e Jeff Minter. All’angolo blu, Edwige Fenech e
Gloria Guida. Ci si potrebbe fare un episodio di Celebrity Deathmatch. La scelta non era facile, ma non rimasi mai con le mani in mano come l’asino di Buridano. Mi dedicai invece a entrambe le attività,
saltando leggiadro dall’una all’altra con l’energia che appartiene solo ai teenager. C’era la pubblicità? Riprendiamo Wizball. Game Over? Ritorniamo ai capolavori del cinema italiano. Chissà se, con un televisore in più, sarei stato in grado di trascorrere le mie nottate in multitasking. La cameretta rimase il regno incontrastato dei computer per tutto il tempo della mia permanenza sotto il tetto dei miei genitori. Si avvicendarono Amiga, Pentium, Super Nintendo, Sega Megadrive e la prima PlayStation.
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