Il commento più significativo alla build di FIFA 17 presente nel booth di Electronic Arts qui alla gamescom 2016 non è tanto il mio, ma quello di Claudio Todeschini, uno che il calcio lo tollera solo ogni due anni per la Nazionale e che ha a che fare con la serie di EA Sports solo quando è costretto a soccombere dalla volontà di amici e parenti. Ecco, il buon keiser ha trovato il controllo della palla più complesso e realistico, la varietà delle azioni decisamente più pronunciata e un generale miglioramento dell’intero pacchetto estetico. Insomma, la sensazione di stare davanti a qualcosa di nuovo, giocando a FIFA, è palese: Frostbite ha dato decisamente più corpo e profondità al gioco e la manovra, con buona pace di chi gioca al calcio di EA a cuore troppo leggero, richiede molta più attenzione.
CALCIO D’INIZIO
Rispetto alla build provata a maggio, le due o tre partite fatte qui a Colonia mi hanno raccontato di un viaggio che procede verso settembre a gonfie vele, che non è grossomodo cambiato all’esperienza essenziale, ma che in generale appare più rifinito soprattutto dal punto di vista grafico e delle animazioni. FIFA 17 è bello da vedere con il suo look estremamente televisivo, ma è al contempo anche molto interessante da giocare, visto che si può decidere in maniera abbastanza concreta il modo in cui si voglia affrontare la gara. Nessun approccio mi è parso particolarmente più remunerativo di altri e, finalmente, il gioco fisico paga i suoi dividendi rispetto alla ricerca della verticalizzazione pura grazie all’opera dei velocisti.
Equilibrio, fisicità e controllo di palla sembrano essere i nuovi punti cardine
IL VIAGGIO
Lo sviluppo più credibile della manovra e i movimenti più sensati e realistici sul terreno di gioco da parte dell’IA rappresentano due caratteristiche fondamentali durante The Journey, una delle modalità più attese per FIFA 17, che ci catapulterà nei panni di Alex Hunter, giovane promessa del calcio inglese. Purtroppo lo scampolo giocabile del viaggio era lo stesso di maggio e, dunque, ho rivissuto per l’ennesima volta l’esordio in Premier con la maglia dello United, benché stavolta contro il Chelsea. In ogni caso, grazie all’IA migliorata e, soprattutto, al nuovo sistema di valutazione della prestazione (con il quale le nostre gesta sul campo sono accompagnate da un commento esplicito abbastanza pertinente a da un valore numerico molto più a fuoco che in passato), mi sono goduto sicuramente di più lo spezzone di partita nei panni di Hunter.
FIFA 17 è bello da vedere con il suo look estremamente televisivo, ma è al contempo anche molto interessante da giocare
È SEMPRE CALCIOMERCATO
Se, mentre giocavo, sono rimasto molto colpito dalla presenza di qualunque aggiornamento relativo al calciomercato nelle rose delle squadre (con Higuain alla Juve e Pogba allo United, per intenderci), mentre ascoltavo le parole dei producer sul palco per le novità di Ultimate Team sono rimasto ancor più sorpreso dalla presenza di Marco Reus, talent tedesco di FIFA 17, nonché capitano del Borussia Dortmund, in quel della Kölnmesse. La sua comparsata, oltre a far imbellire il maniaco calcistico che è in me, mi ha permesso di osservare da fuori una partita e devo dire che le impressioni positive di cui sopra restano tali anche dopo aver assistito a un match con gli occhi dello spettatore.
È ancora da verificare l’efficacia nel tempo della modalità The Journey