Seasons After Fall – Recensione

PC

Vi siete mai chiesti quali magie si nascondano dietro all’incedere delle quattro stagioni? Seasons After Fall è pronto a darvi la risposta! Più o meno. Il gioco sviluppato dal piccolo team francese Swing Swing Submarine, infatti, racconta una fiaba della buonanotte semplice e delicata, che vede un volpacchiotto impegnato a vagare tra foreste, grotte e montagne interagendo coi quattro spiriti delle stagioni e risolvendo problemi per conto loro.

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Seasons After Fall è una fiaba della buonanotte

In realtà la faccenda è un po’ più complessa, ma non di molto, e preferisco non svelarvi tutto, perché c’è qualche svolta ben piazzata e, in generale, il racconto messo assieme dagli sviluppatori, pur nella sua semplicità, è efficace e perfino toccante: tratta temi come il rispetto per gli esseri viventi, la capacità di aspettare il proprio tempo e il senso naturale nell’evolversi della vita attraverso le stagioni. Argomenti “pesanti”, insomma, ma trattati in maniera lieve.

ULTIMA CHANCE

Forse il tono malinconico che si respira nel gioco è figlio della natura di un progetto nato come “ultimo tentativo” da parte di un team indipendente che ci ha regalato un paio di buoni giochi, Blocks That Matter e Tetrobot And Co., ma non ha saputo sfondare.

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Seasons After Fall, a tratti, è addirittura frustrante, paradossalmente per la sua semplicità

Seasons After Fall è il gioco che volevano veramente fare, senza tener conto di ragioni commerciali di alcun tipo. Bravi, l’intenzione è lodevole, però, se lo chiedete a me, i risultati convincono solo in parte. Seasons After Fall funziona quasi sempre molto bene per tutto quello che riguarda narrazione, atmosfera e coinvolgimento emotivo, e lo fa anche grazie a una realizzazione audiovisiva dallo stile delizioso e alla scelta parzialmente azzeccata di puntare sulla nonviolenza. In tutto il gioco non c’è mezzo nemico, non ci sono pericoli reali e l’obiettivo è sempre puntato sull’esplorazione e sulla risoluzione di piccoli enigmi. L’esperienza è in larga misura piacevole, a tratti coinvolgente, sempre ottima sul piano visivo. Ma i conti non tornano fino in fondo.

FACILE AL PUNTO DA ESSERE FRUSTRANTE

Il gioco si basa sul seguente concetto: il volpacchiotto protagonista è in grado di attivare alcuni elementi dello scenario tramite i suoi guaiti, ma soprattutto ottiene dagli spiriti il potere di comandare a piacere l’alternanza delle quattro stagioni.

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Per la maggior parte del tempo si eseguono azioni piuttosto basiche

Da qui nasce la maggior parte dei puzzle proposti, che si basano sul cambiamento dell’ambientazione a seconda del periodo dell’anno. Se “attiviamo” l’inverno, i laghetti si ghiacciano e ci permettono di camminarvi sopra, in autunno le grandi piogge alzano il livello dell’acqua e così via, il tutto tra funghi che si aprono diventando piattaforme, piante varie che crescono aprendo passaggi e altre “diavolerie”. L’idea è sfruttata bene e propone una discreta varietà di situazioni, anche se onestamente gli enigmi davvero ingegnosi e interessanti sono molto pochi. Per la maggior parte del tempo si eseguono azioni piuttosto basiche e solo in alcuni casi le meccaniche di gioco riescono a generare situazioni davvero interessanti, per esempio quando ci si trova a condurre un gruppo di lucciole in giro per un enorme albero.

Inoltre, Seasons After Fall pecca un po’ di leggibilità sul piano dell’esplorazione: non c’è una mappa, gli ambienti tendono ad assomigliarsi molto e le indicazioni su cosa fare non vengono date con grande coerenza. Ci sono fasi in cui si viene costantemente condotti per mano e altre in cui si fatica a capire cosa si debba realmente fare. Aggiungiamo che il primo terzo dell’avventura è di una facilità e monotonia devastanti e abbiamo il ritratto di un gioco dal bel potenziale, ma che non riesce a far funzionare tutto come dovrebbe risultando molto discontinuo e, a tratti, addirittura frustrante, paradossalmente per la sua semplicità.

Quando funziona, Seasons After Fall è un gioco delizioso, coinvolgente e a tratti perfino toccante, capace oltretutto di piazzare due o tre colpi di design davvero azzeccati. Quando non funziona diventa monotono, male organizzato sul piano dell’esplorazione e davvero troppo basico nel design degli enigmi. Rimane meritevole se vi piace lo stile e non cercate una sfida impegnativa.

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Pro

  • Stile delizioso.
  • Narrazione semplice ma affascinante.
  • Bella atmosfera.
  • Le idee ci sono e un paio di enigmi sono molto belli...

Contro

  • … ma gli altri sono davvero troppo esili.
  • Esplorazione non sempre gestita in maniera chiara.
  • La prima parte di gioco è un po’ stancante.
  • Livello di sfida forse troppo basso.
7.8

Buono

Non ha mai capito per quale motivo queste robe si debbano scrivere in terza persona, ma si adegua. Vorrebbe raccontare qualcosa di fico, ma è troppo impegnato a inseguire la gatta e la bimba per casa. Fate prima a leggere, ascoltare e guardare il mare di roba che partorisce quotidianamente.

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