Armi da fuoco, demoni, ultraviolenza e un protagonista inarrestabile: no, non stiamo giocando a DOOM ma a Scathe. Non siamo troppo lontani, in ogni caso.
Sviluppatore / Publisher: Damage State / Kwalee Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam) Data di Lancio: 31 agosto
Damage State è un piccolo studio scozzese composto da veterani dell’industria videoludica che un bel giorno decidono che vogliono mettersi in proprio e creare anche loro uno sparatutto ad alto tasso di demoni, in maniera simile a quanto fatto da id Software in tempi recenti. Ora, noi non è che ci stiamo lamentando: imbracciare devastanti sputafuoco e tingere del sangue di angeli decaduti le mura dell’Inferno è sempre un bel passatempo.
Però, è pur sempre vero che il confine fra tributo e plagio è sottile, e dunque è bene assicurarsi che oltre agli evidenti richiami ci sia anche qualcosa che distingua Scathe dal suo ben più illustre ispiratore. Noi per fortuna abbiamo potuto provarlo in anteprima, quindi possiamo spiegarvi nel dettaglio quali sono queste differenze.
FIRE AND BRIMSTONE
Scathe – che poi è anche il nome del guerriero angelico nei cui panni ci caleremo – non perde molto tempo con l’impianto narrativo. Un breve video in cui un Divino Creatore ci dice “guarda, devi andare giù negli inferi e prendere lo scettro di Satana così posso prenderlo a calci”, e poi ci troviamo catapultati nel labirinto che costituisce il mondo di gioco di questo sparatutto. Quelli di Scathe non sono infatti livelli lineari: di fronte ci troveremo una serie di stanze attraverso cui dovremo progredire alla ricerca delle Hellstone, sei in totale. Occasionalmente ci troveremo di fronte anche dei bivi, e naturalmente ogni stanza ha i suoi segreti ben nascosti, quindi fra un’orda di demoni da maciullare e l’altra è anche una buona idea prendersi il tempo di dare un’occhiata in giro.
Dare un’occhiata in giro è una buona idea anche perché trovare nuovo armamentario non è una cosa da dare per scontata. L’arma di partenza, l’Hell Hammer, ha munizioni illimitate, un discreto fuoco secondario e un buon danno di base, ma fatica sulla distanza ed è pur sempre un’arma di partenza; riuscire ad espandere il nostro inventario, sia tramite ulteriori armi da fuoco che con le magie oscure, è dunque una buona idea ma appunto non così semplice.
TROVARE NUOVE ARMI NON È COSÌ IMMEDIATO, E I LORO CARICATORI NON SONO MOLTO CAPIENTI
SCATHE: BUONE PROMESSE, QUALCHE DUBBIO
Considerato che è stato sviluppato da un team non particolarmente grande, oltre che al suo debutto, e che manca ancora un mese esatto al lancio, Scathe non dà l’impressione di un gioco malvagio (beh, se si escludono i demoni). Particolarmente notevoli sono le ambientazioni che, come potete vedere dalle immagini sparse qui intorno, convincono decisamente a livello scenico e di dettaglio, ma non sono certo l’unico punto a favore del titolo di Damage State, che può anche contare su un gameplay coinvolgente e ad alta intensità. Ma, come sicuramente avrete intuito dal titolo di questo paragrafo, non tutto è perfetto. Poco sopra parlavo di come le armi addizionali avessero caricatori piuttosto limitati, e questo purtroppo significa che per una buona parte del tempo – vuoi per volontà di non “sprecare” i pochi proiettili a disposizione o perché nel giro di pochi secondi il caricatore si è esaurito – ci troveremo ad utilizzare l’arma iniziale; non il massimo per uno sparatutto che promette di metterci in mano “un arsenale di armi follemente potenti” (già, ma per quanto?).

Poteva essere un emulo di DOOM senza uno shotgun? Certo che no. Questo spara pure mine di prossimità belle potenti.
I DEMONI SONO TANTI, MA MOLTI FINISCONO PER ASSOMIGLIARSI