Il suono di Silent Hill – Speciale

Ci avete mai fatto caso? Silent Hill si traduce con Collina Silenziosa. Il silenzio spesso è una prerogativa della religione. Dove gli uomini segnano il percorso con le parole, il rumore, le urla, il silenzio è spesso la risposta di qualcosa di lontano, di fuori dall’ordinario. Un aldilà concreto e tangibile. Dio non risponde.
Silent Hill è – paradossalmente – un gioco che fa del suono uno dei tanti marchi di fabbrica. Un organo per cui anche a distanza di tempo, la memoria non ci lascia falsi ricordi, ma segni indelebili.

Delle sonorità di Akira Yamaoka se ne è parlato in lungo e in largo e ci piace vederlo così, giovane ribelle, dall’animo punk, mentre contorce suoni attraverso i suoi strumenti. Un sapore si sangue e ruggine che si incastra tra i denti di Harry Mason, mentre si adopera per cercare sua figlia Cheryl, nella sinistra cittadina di Silent Hill.

silent hill fa del suono il suo marchio di fabbrica

Dalle paure sinistre e infantili, quelle a cui difficilmente si riesce a dare una forma e dunque le più temute, emerge un suono industrial distorto quanto le dimensioni che si sovrappongono, dove tutto si sgretola, il grigio ambientale lascia spazio alla ruggine e al sangue. Piccoli colpi di corde vibranti e poi ancora un nuovo suono, a preannunciare l’arrivo della morte.

silent hill

Il suono di una sirena lontana è l’inizio di un letale conto alla rovescia: la dimensione oscura sta per prendere il sopravvento. Come il suono dei pericoli incombenti atomici. L’oscurità prende il sopravvento e l’incubo diventa reale: lamenti spettrali, ritmo pressante e continuo mentre l’ambiente attorno a noi diventa sempre più piccolo e ostile.

C’è una netta differenza con la musica degli altri capitoli di Silent Hill. In particolar modo con Silent Hill 2, che abbiamo assaggiato di nuovo con grande gusto proprio recentemente. Provate e fate questo esperimento, ascoltate tracce sparse delle due colonne sonore, vi renderete conto come quella del secondo capitolo della serie può tranquillamente vivere al di fuori dell’oggetto a cui fa da cornice, mentre quella del capostipite no, è necessariamente legata alla sua origine.

C’è una netta differenza con la musica degli altri capitoli di Silent Hill. In particolar modo con Silent Hill 2

Tutti quei suoni, quelle evocazioni ambienti hanno bisogno di uno scopo, e questo è quello del videogioco. Quando si dice di un’opera perfetta in ogni organo, tutto necessario e vitale per tenere in piedi una macchina di orrore perfetta. Mandate a grande volume Devil Lyric. Lo sentite quel cuore pulsante sinistro inserito come struttura sottostante alla canzone? Impossibile ignorarlo. Sono passati ventisei anni da quando Silent Hill decise di fermare la ruggine e la polvere nella mia, come nella PlayStation di tantissimi altri ignari viaggiatori nel mondo. Ancora oggi si rievocano le gesta di questo videogioco quasi come a narrare una parabola della storia del videogioco che ha il sapore di evento miracoloso, di un franchise nato per caso, che è riuscito a dettare nuove vette e regole dei survival horror.

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Forse l’elemento sonoro è quello che meno viene evocato quando si parla di Silent Hill. I riferimenti cinematografici sono pieni, dai grandi classici passando per Stephen King (Silent Hill è una cittadina del Maine), eppure tutta la sua struttura non sarebbe così forte senza un sostegno sonoro di tal calibro. A margine di ciò, appare singolare come dal titolo che pervade l’opera, Silent Hill, tutto richiami a qualcosa di etereo e silenzioso, quando invece Silent Hill ancora oggi ruggisce di un suono unico, perfetto, qualcosa che ha una vita tutta sua all’interno di quelle note vibranti.

Ma quale collina silenziosa, Silent Hill è il paradiso dove ognuno vorrebbe finire per ascoltare la miglior musica possibile.

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