Uno dei giochi horror più amati e temuti torna in versione remake lasciandosi alle spalle le polemiche pre-lancio e immergendoci ancora una volta nella densa nebbia di Silent Hill 2. Bloober Team è un team esperto in giochi horror ma non tutte le sue frecce hanno centrato il bersaglio, sarà questa l’occasione giusta per la definitiva consacrazione?
Sviluppatore / Publisher: Bloober Team / Konami Prezzo: 69,99 Euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam), PS5 Data d’uscita: 8 ottobre 2024
Bloober Team è senza dubbio uno degli studi di sviluppo più divisivi dell’industria. In molti lo reputano assai sopravvalutato, ma sono altrettanto numerosi quelli che riescono a trovare anche nei suoi fallimenti lampi di talento cristallino. Layers of Fear e Observer sono sicuramente i loro lavori migliori ma dobbiamo ammettere che anche nel claudicante The Medium c’era del buono. Una cosa è certa, questi ragazzi masticano horror come fossero caramelle alla frutta.
RECASTING E RECALLING IN SILENT HILL
Con il remake di Silent Hill 2 Bloober Team ha seguito il copione scritto da Konami quasi 25 anni fa, concedendosi alcuni interventi mirati a svecchiarne un po’ la formula. Tra le cose inizialmente più criticate troviamo sicuramente le fattezze dei “nuovi” protagonisti, con un James Sunderland a detta di molti fin troppo diverso dall’originale. Quel volto è stato cambiato e appare ora leggermente più scarno ed emaciato, caratteristiche che a nostro parere lo rendono meglio inserito nel contesto. A sollevare parecchie perplessità fu anche Angela e anche qui Bloober ha operato qualche piccola correzione, ma il suo aspetto rimane diverso da quello del primo SH2, sebbene più vicino ai bozzetti originali di Takayoshi Sato. La meno convincente a nostro parere è Mary, costruita all’epoca sulle fattezze di Cameron Diaz, irrorate da un mix di sensualità ed inquietudine.
Questa nuova versione invece è a tratti quasi rassicurante e solo in brevissimi momenti sembra ritrovare il giusto “ruolo”, ma la sua recitazione non ci ha pienamente convinti. Molto più centrate invece le caratterizzazioni di Laura ma soprattutto di Eddie, ancora più laido e disperatamente folle. La storia è rimasta sostanzialmente la stessa (e ci mancherebbe!) ma sono stati rimodulati i tempi e soprattutto il “peso” di determinate location. Se gli appartamenti Blue Creek, l’ospedale Brookhaven e soprattutto l’Altromondo rimangono le scenografie principali dell’opera, alcuni luoghi che nel vecchio gioco venivano toccati velocemente hanno ora una maggiore centralità e ne sono stati aggiunti di inediti, sebbene secondari, che potrete esplorare alla ricerca di documenti e soprattutto risorse. Ovviamente il backtraking è ancora parte integrante del gameplay ma non risulta mai tedioso anche grazie alla “doppia dimensione”.
Il problema più importante di questo remake non risiede nel suo cast e neanche nelle scelte di design operate da Bloober Team, il suo problema si chiama… Alan Wake 2!
CAMBIO DI PASSO
In termini di regia Bloober e Konami hanno optato per un cambio di rotta, abbandonando le telecamere pseudo-fisse in favore di una classica inquadratura da dietro le spalle. Questo pone Silent Hill 2 in rotta di collisione con Resident Evil 4, sebbene i due titoli rimangano diversi in termini di mood e ritmo. L’horror palese e becero firmato Capcom si scontra con qualcosa di più subdolo e strisciante, che non punta a spaventare in maniera diretta, bensì a mettere a disagio il giocatore fin dalla premessa narrativa. Questa, per i pochi che non lo sanno, vede James Sunderland tornare nel luogo a cui fece visita insieme alla moglie, morta tre anni or sono. A ricondurlo nel luogo della nebbia eterna una lettera… scritta proprio da Mary, che lo invita a raggiungerla nel loro “special place”. Possibile che sia ancora viva? Come scoprirete, quello che viene narrato è solo una parte di una storia che narra sentimenti umani e disumani, uomini e demoni che a volte condividono la stessa faccia.
Silent Hill 2 vi avvilupperà nelle sue spire fumose e non vi lascerà più andare, vi tormenterà con lunghi silenzi intervallati a rumori sinistri e lamenti provenienti dagli abomini nascosti in ogni angolo. L’audio 3D è di pregevole livello, sebbene non raggiunga la spazialità e il suono cristallino di altre produzioni per PlayStation 5. Vi aiuterà comunque a guardarvi le spalle e individuare più facilmente la provenienza delle minacce, ma non aspettatevi ritmi alti e pallottole a profusione. SH2 è meno sparacchino del rivale, anzi il gioco sembra quasi invitare il giocatore ad evitare lo scontro, quando possibile. Vista però la massiccia presenza di incubi rantolanti, Bloober ha rinvigorito il combat system inserendo una schivata semplice ma efficace e sufficiente a conferire agli scontri una maggiore dinamicità. Quando vi troverete di fronte una delle molteplici deformità del gioco potrete malmenarle a piacimento ma non vi aspettate che rimangano li a prenderle, anzi siate pronti ad arretrare e altrettanto veloci nel piazzare la botta in grado di farle barcollare e ricevere il colpo di grazia. Il tutto ha una fisicità assai più marcata che in passato, grazie anche ai “friccicori” del DualSense che restituisce un buon feedback. I veterani del gioco avranno qualche sorpresa visto che il numero e posizionamento dei nemici è stato stravolto e che molti di loro sembrano essersi fatti più furbi. Vi si pareranno davanti, correndovi incontro, ma a volte rimarranno accucciati chissà dove, pronti a saltarvi addosso o ad aggirarvi per cogliervi alle spalle.
Il tutto ha una fisicità assai più marcata che in passato, grazie anche ai “friccicori” del DualSense che restituisce un buon feedback
PIÙ DI QUANTO POTETE VEDERE
Chi ha avuto voglia di approfondire la storia Silent Hill 2 ha scoperto un mondo fatto di messaggi subliminali, iconografie e significati reconditi, elementi che non sono andati perduti in questo remake. Questo era forse l’elemento sul quale ci sentivamo più tranquilli visto che Bloober ha dato già prova di saper trattare con accortezza e profondità temi come ansie e paure. Il gioco è intriso di simbologie bibliche a partire dai nomi dei protagonisti (James è il “fratellastro” di Gesù, mentre Angela e Maria… beh, si spiegano da sole), ma in Silent Hill 2 si parla anche di dualismo dell’essere, onirico e reale, e dei traumi legati alla sfera personale e sessuale, rappresentati dalle creature che James incontra nel gioco.
Le Mannequin hanno gambe al posto del torso e delle braccia e simboleggiano i desideri sessuali del protagonista, così come le famose Infermiere ne rappresentano la frustrazione. A tal proposito è importante sottolineare che in questo remake è stato operato un taglio (o meglio, edulcorazione) di una scena già all’epoca ritenuta abbastanza forte, che vedeva protagonista Pyramid Head e un paio di mostri. Inutile stare qui a descrivervela ma chi ha giocato l’originale sa di cosa si parla ed è un peccato che sia stata tolta di mezzo perché aveva un forte valore allegorico. Tutti questi elementi, insieme a molti altri che vi invitiamo a scoprire, vanno a formare un simbolismo che alla fine trova la sua espressione più palese in uno dei suoi epiloghi.
DALL’ALTO IN BASSO
Nell’insieme non possiamo che dirci soddisfatti di questo Silent Hill 2, che tuttavia non riesce a mantenere il peso specifico della sua prima versione. Il gioco fa quel che deve abbastanza bene mantenendo intatte le atmosfere dell’originale, ma rimanendo un po’ troppo ancorato al suo stile di gioco originale. Di tempo da allora ne è passato e i giochi horror si sono evoluti, specialmente nell’ultimo anno… specialmente grazie ad un certo Alan Wake 2. Che vi piaccia o no l’ultimo gioco di Remedy ha cambiato il modo di raccontare l’orrore nel medium videogioco, rinfrescando, miscelando e a volte stravolgendo la formula. Ha alzato talmente in alto l’asticella che raggiungerla sarà d’ora in poi un’impresa ardua per tutti.
Confrontato con il giovane e aitante rivale Silent Hill 2 non riesce a nascondere le rughe, rappresentate da un gameplay che gioca ancora le sue carte sugli elementi che ne avevano decretato il successo 24 anni fa. Ci riferiamo al girovagare senza meta in mezzo alla nebbia alla ricerca della dannata porta che finalmente si apre, ma anche delle marionette che James deve affrontare nel suo viaggio. All’epoca le fottute infermiere facevano davvero paura e la musica Industrial che precedeva l’arrivo di Pyramid Head ti rimaneva dentro anche dopo aver spento la TV o il monitor. Nel frattempo però abbiamo scoperto che essere un buon gioco non basta più, bisogna eccellere provando qualcosa di diverso per guardare gli altri dall’alto in basso.
In Breve: Bloober Team ci consegna un remake di ottima qualità che tuttavia porta in dote qualche elemento non pienamente convincente. I fan della serie apprezzeranno la fedeltà al materiale originale e il fatto che questa si amalgami bene con i pochi ma evidenti cambiamenti in termini di gameplay. Purtroppo per Silent Hill 2 in 25 anni di nebbia sotto i ponti ne è passata parecchia e in città da un po’ di tempo c’è un nuovo sceriffo chiamato Alan Wake 2, che ha scosso il genere horror, diventando il nuovo termine di paragone.
Piattaforma di Gioco: PlayStation 5
Com’è, come gira: Come già detto nella recensione, il gioco soffre qualche calo in modalità Qualità e la cosa sorprende visto che la famigerata nebbia dovrebbe aiutare l’Unreal Engine 5 a gestire tutto con maggiore scioltezza. Il tutto rientra ampiamente nei ranghi optando per la modalità Performance. Qualche problemino anche con le telecamere, che in ambienti particolarmente angusti tendono di tanto in tanto a posizionarsi malamente piuttosto che optare per inquadrature alternative.