Il 4X di Sid Meier’s arriverà il 21 ottobre qui da noi e finalmente abbiamo potuto provarlo con le nostre manine pacioccose. Certo, troppi pochi turni per scoprire tutte le novità e verificare quanto l’equilibrio tra le fazioni e tutte le opportunità possibili regga, ma a sufficienza per avere qualche sensazione su come potrà essere il sesto capitolo della saga di Firaxis.
LOTTA DI QUARTIERE
La novità principale di Civilization VI, come vi abbiamo già rivelato a Los Angeles, è quella dei distretti, ovvero la possibilità di espandere fisicamente le proprie città su esagoni adiacenti: dedicare la singola casella a una tipologia di sviluppo permette l’accesso ad alcuni edifici particolari, o ci permette di avanzare molto più velocemente in un singolo ambito. Ogni distretto può avere dei requisiti particolari che possono rendere problematica la costruzione: al di là del costo in risorse, infatti, alcuni distretti sono specifici per la morfologia del territorio e dunque solo sulla costa sarà possibile costruire quello portuale e così via.
Coerenza, pianificazione e devozione alla causa sono i tre valori portanti di Civ VI
D’altronde è proprio in questo che il nuovo capitolo si discosta dal precedente che, per certi versi, manteneva una certa versatilità durante la prima fase della partita: qui tendenzialmente si lavora per vincere dal primo turno, ma la sensazione di potere che ne deriva è davvero senza pari.
NEL NOME DI DIO
Fra le novità di Civ VI spicca anche la condizione di vittoria per “dominio” religioso, che sfrutta quanto di buono introdotto nell’espansione Gods & Kings del quinto episodio e la integra con il sistema di sviluppo politico e sociale. In pratica, grazie alla fede accumulata dalle strutture votive e religiose, sarà possibile sviluppare delle tipologie di culti e pantheon e, attraverso profeti e missionari, il nostro compito sarà quello di portare la parola del nostro Dio in giro per il mondo, facendo convertire tutti al credo di cui siamo araldi.
Fra le novità spicca la condizione di vittoria per “dominio” religioso
Queste carte vengono sbloccate in base alle nostre scoperte, alle tecnologie sviluppate e alle nostre decisioni sulla “plancia” di gioco, e in questo senso appare chiaro che alle nostre decisioni dovranno seguire “fatti concreti”, altrimenti il rischio è quello di trovarsi con tante carte di un colore – tra i quattro presenti, ognuno indicante un ambito fra militare, sociale, economico e religioso – e nessuno slot per giocarli. Coerenza, pianificazione e devozione alla propria causa sono i tre valori portanti di questo nuovo capitolo, e non si scappa, dunque, dalla necessità di sfruttare al meglio le risorse offerte dalla propria civiltà, dal territorio che ci ospita e, infine, dal contesto che ci circonda.
VECCHIE E NUOVE CONOSCENZE
In Civilization VI, tra il ritorno degli Aztechi di Montezuma e gli Sciiti di Tomyris, fa il suo esordio Federico Barbarossa per la Germania, che porta con sé l’interessante mix di avanguardia tecnologica, sviluppo economico e potenza militare. Fra le altre novità c’è il Brasile di Pedro II, una civiltà interessante che punta molto sullo sviluppo delle arti e lo sfruttamento corretto del risorse naturali.
Civilization VI è la naturale evoluzione del quinto capitolo
A incorniciare il bel lavoro di sviluppo ci pensa anche un comparto tecnico davvero delizioso e uno stile impeccabile nel modo di presentare contenuti, unità e mappa di gioco. Bene così.