Ridefinire il concetto di open world

horizon zero dawn recensione ps4 immagine

In questi giorni va molto di moda il confronto tra Zelda: Breath of the Wild e Horizon: Zero Dawn. Si tratta di un esercizio di critica abbastanza superfluo, a mio modo di vedere, ma capisco che possa essere il “giochino del momento” visto e considerato che entrambi i titoli arrivano sul mercato con alcune idee in comune, benché sviluppate in maniera diametralmente opposta. La cosa interessante, o almeno l’aspetto che mi sembra più intrigante di questo confronto, non è tanto in cosa differiscano e chi faccia meglio cosa, ma proprio quello che hanno in comune, che per certi versi rappresenta ciò che trasforma entrambi i titoli in produzioni storicamente importanti. Sia il gioiellino di Nintendo che quello di Guerrilla Games ridefiniscono il concetto di open world in maniera originale e innovativa e lo fanno senza introdurre chissà quale novità, visto che in fondo rielaborano in modo organico e coerente molte dinamiche di gioco già esistenti, ma ribaltando l’approccio utilizzato finora da diversi sviluppatori.

horizon zero dawn trailer live action

Se, infatti, guardiamo alla maggior parte degli open world esistenti, e prendiamo a campione un The Witcher 3 o anche un Grand Theft Auto V, in entrambi i casi l’elemento fondativo è l’abilità suprema di CD Projekt RED e Rockstar di tratteggiare mondi credibili e assolutamente meravigliosi in cui passare centinaia di ore attraverso la caratterizzazione e la scrittura.

Mi spiego meglio, anche per evitare equivoci: stiamo parlando di due titoli dagli scopi diversi e che, in entrambi i casi, offrono un gameplay estremamente ricco, ma trovo che il motivo per cui ricordiamo sia le ore passate in compagnia di Geralt, sia quelle passate a zonzo con Mike, Trevor e Franklin per le strade di Los Santos come estremamente significative, sia dovuto al fatto che entrambi i mondi di gioco siano al servizio di una narrazione (diretta e indiretta) coinvolgente e godibile, che diventa il filo conduttore dell’intera produzione.

the legend of zelda breath of the wild recensione switch nintendo immagine

Il merito principale dei due open world è quello di declinare l’essenza del mondo e le sue regole in funzione dell’esperienza di gioco

Ecco, a mio avviso, invece, Horizon: Zero Dawn e Zelda: Breath of the Wild riescono a conquistare semplicemente per ciò che trasmette l’esperienza ludica, pur senza tralasciare, ognuno a suo modo, l’aspetto narrativo. Il merito principale dei due open world è quello di declinare l’essenza del mondo e le sue regole in funzione del gameplay, e offrire gli strumenti giusti per permettere di percepire come credibile l’ambientazione anche solo attraverso ciò che si fa. Per quanto Aloy sia un personaggio azzeccato e un’eroina perfetta e contemporanea, il cuore del viaggio trova pulsazione nei momenti in cui si caccia e nel senso di scoperta che accompagna l’intera produzione; Horizon allinea perfettamente l’esperienza del giocatore a quella della protagonista, senza puntare sull’emotività della narrazione, ma sull’efficacia del gameplay. Allo stesso modo, il lavoro di “attualità” svolto da Nintendo su Link, le sue capacità e tutte le dinamiche di gioco estremamente nuove per la saga di cui è protagonista, così come l’estrema libertà nel poter affrontare il placido ma periglioso mondo di Hyrule, vale molto più della cornice narrativa in cui è inserito

 E questo, ribadisco, non vuol dire rinunciare a raccontare storie efficaci o toccanti, che restano una necessità per rendere il medium più umano ed emotivamente intenso, ma capire che per raccontarle (e trasferire il giusto senso di meraviglia e lasciare un segno indelebile nella mente dei giocatori), si può partire dall’esperienza di gioco in senso stretto; questo rappresenta la vera nuova conquista delle due produzioni griffate Sony e Nintendo, molto diverse certo nella pratica, ma comunque simili nel concetto. Per questo motivo, al di là delle chiacchiere da bar, andrebbero amate, rispettate e prese entrambe come simbolo di un 2017 che, sin dal suo inizio, punta a diventare un’annata storica per il mondo dei videogiochi.

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