Un paio di giorni fa Marcin Kicinski, CEO di CD Projekt RED, ha detto che “la campagna promozionale di Cyberpunk 2077 è già pianificata. Il suo elemento principale sarà la sorpresa, quindi non posso certo dire quando comincerà, proprio perché dovrà essere una sorpresa”. Posso dire “Uffa”? Qual è il senso di una simile uscita? Creare un po’ di “buzz” per un gioco annunciato quattro anni fa, di cui ancora non si è visto niente, magari per paura che la gente se ne sia dimenticata? Voglio rassicurare Marcin, e dirgli che non se ne è dimenticato nessuno, ma che questo genere di comunicazione è da latte alle ginocchia, e dai creatori di capolavori come The Witcher uno si aspetta qualcosina di più.
Ormai siamo arrivati al teasing delle campagne promozionali
Non bastano i teaser dei trailer, le immagini che lasciano intuire, annunciano un annuncio e compagnia bella. Adesso siamo al teasing di una campagna pubblicitaria? In generale non sono uno a cui piacciano più di tanto i comunicati stampa, di base. E parlo in generale, non solo di videogiochi.
Hanno il brutto vizio di appiattire l’informazione, perché tutti devono uscire con quella notizia, ed è abbastanza difficile trovare in giro (e parlo anche di noi) qualcuno che si sforzi di raccontare qualcosa in più, o di diverso. Del resto, almeno per il mondo dei videogiochi, con la mole di annunci, novità, trailer e quant’altro che ci viene rovesciata addosso ogni giorno, costruire un articolo più complesso attorno a una semplice news è puro masochismo.

Più che i comunicati stampa, vorrei sempre che fossero i giochi a parlare
E se di base non impazzisco per le press release, figuriamoci per sortite di questo genere. Ecco perché preferisco sempre e comunque che siano i giochi, a parlare, e non i comunicati stampa. Perché la notizia del
nuovo trailer di Micro Machines World Series la trovate dappertutto, in una finestra temporale limitata, su qualunque sito di informazione di videogiochi. La
recensione di RiME così come l’ha scritta il nostro buon
Mancini, invece, non la trovate da nessun’altra parte. Un discorso che vale anche per i nostri competitor, ovviamente: ciascuno ha il suo modo di raccontare il mondo dei videogiochi, e noi utenti scegliamo l’uno o l’altro proprio per la loro capacità di leggere questo mondo con una lente particolare, che ci piace più di quella di altri. Anche qui, va da sé, il discorso si applica tanto al mondo dei videogiochi quanto a qualunque tipo di outlet di informazione.
E quindi? Il nocciolo di questa propopea del lunedì mattina? Don’t believe the hype, ovviamente, ma non solo. Tra poche settimane inizierà l’E3 di Los Angeles, che si preannuncia abbastanza calduccio, e non solo per il clima della California. Purtroppo, da qui al 10 giugno saremo inondati di tonnellate di fuffa come quella di Kicinski. Non sapremo comunque rinunciarvi, né io né voi, perché ormai fanno parte delle regole del gioco, ma sforziamoci (noi, voi) di dargli il giusto peso.