Non si vive di soli giochi tripla A, e anzi molto spesso il mercato ha dimostrato quanto piccoli team motivati siano talvolta in grado di fare meglio dei grossi studi. Nello specifico, in questo articolo mi riferisco alle prove di una manciata di giochi, ottimi esempi di qualità nell’immenso panorama indie dell’ultima Gamescom.
Per cominciare, Devolver Digital mi ha messo ai comandi di The Messenger, a un primo sguardo simile al glorioso Ninja Gaiden per NES. Secondo un’antica profezia, un eroe arriverà nel momento del pericolo e salverà dai demoni il regno che fa da ambientazione al gioco. Peccato che il nostro ninja arrivi in ritardo, ritrovandosi l’ultimo del suo clan e, così, entrando suo malgrado nella leggenda.
A un primo sguardo, The Messenger è vicino al glorioso Ninja Gaiden per NES
Da questo momento diventeremo portatori di un importantissimo messaggio, da un capo all’altro del mondo, per avvertire dell’arrivo dei demoni. Seguendo questa linea ho scoperto una delle due peculiarità del gioco, ovvero un salto che possiamo eseguire subito dopo aver colpito un oggetto… Un’idea senz’altro bizzarra, ma molto efficace e ben implementato nello scenario di gioco.
The Messenger è una lettera d’amore verso i giochi a 8 e 16 bit, obiettivo che emerge da un’altra meccanica di gioco: possiamo, infatti, cambiare scenario ed “era videoludica” con tanto di versione in pixel art e relativo aspetto del personaggio.
Un gioco da tenere assolutamente d’occhio, insomma, specie su PC e per l’edizione Nintendo Switch.
Nello stand di Dotemu, invece, ho provato Dark Devotion, un action in pixel art con elementi RPG davvero notevole; i combattimenti sono tutti molto veloci e richiedono una certa dose di tempismo. Completano il quadro un’incredibile varietà di armi utilizzabili e l’impossibilità di saltare. La demo era davvero molto breve per poter azzardare qualcosa di più, ma anche questo titolo sembra essere molto promettente; tuttavia, ho paura che in questo caso l’ombra dei “soulslike”si stagli pesante sulle meccaniche di gioco, cosa che non è sempre e necessariamente un bene.
Dark Devotion è un action in pixel art con elementi Rpg davvero notevole
Come intermezzo tra un gioco e l’altro, sempre nello spazio di Dotemu, mi è stata data la possibilità di provare
Windjammers 2: devo dire di aver accettato tradendo una genuina gioia, complice la grafica disegnata a mano che mi ha ricordato lo stile di
Wonderboy, e di aver sostanzialmente ritrovato
lo stesso fantastico titolo da sala giochi che per anni ci ha fatto rompere stick e amicizie. Promosso a pieni voti, almeno per quel che ho potuto provare. A questo punto è la volta
Blazing Chrome di
Joymasher, titolo nato per riempire un vuoto che da troppo tempo manca ai giocatori della vecchia scuola: quello di
Contra. In particolare, non si vede niente degno di nota da quando Konami è entrata in silenzio stampa per il suo ‘run N gun’, ormai da numerosi anni.
Blazing Chrome sembra quasi nato per riempire il vuoto di Contra
Ebbene, pur partendo da un ambito indipendente,
Blazing Chrome pare voglia rispondere a questo grido di aiuto, regalando quanto di meglio si possa chiedere per il genere, con una
co-op adrenalinica, tanti filtri per simulare i televisori CRT e proiettili per tutti i gusti. Per delineare ancora di più la sua anima retro,
BLazing Chrome mette nelle mani dei giocatori ben 4 slot per le armi, dal classico lanciafiamme ai missili teleguidati, passando da laser e mitra, ognuna con una sua peculiarità. Un buon uso dei gingilli e un sapiente scambio degli stessi, da selezionare a seconda dei nemici, rappresentano l’unico modo per arrivare ai giganteschi
boss di fine livello, splendidamente animati.
Concluso il secondo livello a bordo di una moto volante, mi sposto nello stand di Cosmocover (sempre sia lodata) per provare Tales of the Neon Sea, un’avventura grafica con elementi platform davvero deliziosa, che ci vede nei panni di un investigatore privato armato di pesante sarcasmo, mentre portiamo avanti la ricerca del killer di un’anziana, almeno nella prima parte del gioco; interessante il modo con cui vengono raccolti gli indizi sul cadavere, tramite l’analisi delle diverse parti del corpo e dei suoi danni, con cui capire meglio le dinamiche dell’omicidio.
Tales of the Neon Sea è un’avventura grafica con elementi platform davvero deliziosa
La seconda parte della demo vedeva il gatto del protagonista affrontare una sezione a piattaforme con diversi piccoli enigmi per giungere al cospetto del capo della mafia felina, e chiedere a lui le informazioni mancanti. Graficamente bellissimo e con una trama ben scritta,
Tales of The Neon Sea è un ottimo esempio di come innovare un genere pur mantenendone una certa classicità di base. E questo è quanto: non sarebbe stato impossibile descrivere l’intero
panorama indipendente e delle etichette “alternative” a gamescom, ma sono almeno certo di avervi descritto titoli molto promettenti, da veri
gourmet del videoludo.