Nella Demo VIP di Anthem dello scorso fine settimana ne abbiamo viste proprio di tutti i colori. Tra crash, freeze delle schermate di caricamento e bug, giocare con tranquillità per più di un’ora di fila è stata probabilmente una missione più impegnativa di quelle proposte da BioWare. Un vero peccato, in tutta onestà, perché nonostante le svariate difficoltà riscontrate lungo il weekend quest’ultimo suo progetto, in sviluppo già dal 2012, è uno dei giochi più promettenti dell’intero anno. Per quanto non si tratti certamente del concept più originale al mondo (vi ritroverete spesso a pensare come questa o quella feature sia simile ad altri giochi, come Destiny o Warframe) questo action RPG è solidamente ben confezionato, graficamente splendido e decisamente divertente.
NON UN SEMPLICE ESOSCHELETRO
La demo è bastata a malapena a dare un piccolo assaggio di quel che è l’intero mondo di Anthem, a partire dai suoi “veri protagonisti”, i Javelin (o Strali, nella localizzazione in italiano). I quattro scintillanti esoscheletri – Guardiano, Colosso, Tempesta e Intercettatore – sono stati ben concepiti e risultano decisamente differenti tra loro, sia per quanto riguarda le curatissime animazioni che il gameplay vero e proprio. Ogni Mech riesce a trasmettere appieno la sensazione di esser nato con uno scopo ben definito, che riesce ad assolvere in una maniera tutta sua. Le abilità del singolo vanno poi a confluire in quel caotico gioco di squadra che rende così unica l’esperienza di gioco, fatta di combattimenti veloci e dinamici che culminano nelle spettacolari combo. Le armi da fuoco non sono infatti la nostra unica risorsa, né tantomeno quella più importante. Le svariate abilità degli Strali (che altro non sono che armi secondarie installate sulle braccia e le spalle dei mech) possono essere scelte e modificate a piacimento nella forgia una volta rientrati a Fort Tarsis dopo una missione. In base alla loro funzione, queste sono divise in Primer, che infliggono ai nemici un determinato status (fuoco, elettricità, ghiaccio e acido) e Detonatori, ovvero la scintilla in grado di innescare le vera e propria combo aumentando i danni in modo considerevole. Trovare la giusta combinazione tra le varie parti del nostro equipaggiamento, e sincronizzare le nostre abilità con quelle dei compagni di squadra, è dunque necessario per ottimizzare al meglio la fase offensiva, specialmente in presenza di nemici più resistenti, miniboss o orde di mob inferociti.
Ogni Mech riesce a trasmettere appieno la sensazione di esser nato con uno scopo ben definito
PIÙ DI UN’INCOGNITA
A meno di un mese dal rilascio sugli store, BioWare ha comunque più di una cosa da sistemare oltre ai suoi server, a partire dai confusionari menu. Semplici operazioni come selezionare una missione dalla mappa o cambiare Strale (ripetute fin troppo spesso per via dei continui crash) sono diventate ancor più frustranti, per via delle schermate decisamente controintuitive o inutilmente macchinose. Personalmente, ho trovato non proprio brillante la parte prettamente RPG. I dialoghi con i vari NPC sono spesso leggeri e piuttosto frivoli, decisamente in contrasto con la storia dai toni drammatici e le musiche epiche che ci deliziano durante le varie fasi di gioco. In più, percorrere i viottoli di Fort Tarsis (il nostro hub) è stato stranamente lento e poco stimolante, forse per via dei continui avanti e indietro che la missione mi ha costretta a fare per far avanzare la quest (e anche perché gli sviluppatori hanno inspiegabilmente disattivato il tasto dedicato alla corsa in questa demo, NdAlteridan).
Semplici operazioni come invitare un amico in gruppo o selezionare una missione dalla mappa sono diventate frustranti