Dirt rally 2 Anteprima Provato PC PS4 Xbox One 04

DiRT Rally 2.0

PC PS4 Xbox One

DiRT Rally 2.0 – Provato

Immaginavo già come sarebbe andato a finire il test drive di DiRT Rally 2.0 organizzato alla Microsoft House di Milano. Ci si ripromette di non cascarci più, in quel vortice di dipendenza da derapate e sterrato, e invece basta toccare di nuovo il volante per rimanerci sotto e aspettare febbrilmente l’arrivo del codice review, come essere costretti a stare lontani dalla propria amata, contando i giorni che ci separano dal ricongiungimento. Perché DiRT Rally è amore, lo dimostrano due dei principali artefici dietro l’opera Codemasters, presenti all’evento, Ross Gowing (game designer) e Jon Armstrong (pilota e consulente), sempre pronti a coccolare il proprio lavoro con parole al miele, e lo dimostra l’atteggiamento quasi infantile di un ragazzo grande e grosso che sarebbe stato attaccato tutto il giorno al playseat.

MAY THE FORCE (FEEDBACK) BE WITH YOU

Purtroppo il tempo a disposizione era invece limitato, ma è stato come sentire il profumo che viene dalla cucina prima di mettersi a tavola. Sistemato il sedile e messe le fondamentali cuffie in testa, ho potuto provare il tracciato rallycross di Silverstone e due tappe del nuovo rally di Nuova Zelanda (i tracciati tornano a essere artigianali, dopo la semi-proceduralità di DiRT 4, amen), rispettivamente al volante di una Wolkswagen Polo che abbandona tutta la sobrietà teutonica del suo alter ego civile, mettendosi a sbraitare ad ogni curva, e una Lancia Fulvia che fa venire i brividi solo a guardare cotanta bellezza vintage. Due esperienze di guida totalmente diverse, dove ogni cambio d’auto corrisponde a una personalità diversa che viene a galla. La Polo dimostra la sua contemporaneità con un’indole felina, bilanciatissima, scattante, con rapporti cortissimi che costringono a “spalettare” il cambio come fosse il grilletto di una pistola, portando a un’accelerazione fulminante. La Fulvia è invece come una signora elegantissima, vestita da sera, in lungo, che come le sue coetanee pretende il rispetto del galateo, che impone di dosare bene il freno e lasciarla scivolare lungo il punto di corda della curva, come a dire “vada, prima lei”.

Ogni dosso è un pericolo, ogni sasso uno scossone, e ogni sovrasterzo richiede una reazione uguale e contraria per raggiungere l’orgasmo della derapata

Se si cerca la ferocia di un’Audi Quattro si è fuori strada, ma rimane un passaggio fondamentale per imparare l’etichetta del rally. Soprattutto perché già con due delle auto più gestibili (per esperienza pregressa su DiRT Rally), il force feedback del volante rischia di tranciare le mani ai più distratti. È davvero un gioco stancante, in cui stancarsi è bellissimo, assolutamente, ma se giocato con volante e pedaliera richiede una dedizione che forse nessun altro simulatore pretende, principalmente per la sua natura off-road. Ogni dosso è un pericolo, ogni sasso uno scossone, e ogni sovrasterzo richiede una reazione uguale e contraria per raggiungere l’orgasmo della derapata. Lo sterzo sembra vivere di vita propria, posseduto da una fisica demoniaca per quanto fedele alla realtà (non ho mai fatto rally ma ho spesso guidato su strade che avrei potuto evitare), è una lotta, e in questo secondo capitolo sarà anche presente un sistema dinamico di degradazione del terreno e una nuova gestione degli pneumatici (roba da approfondire in sede di recensione), che minaccia di essere tanto esaltante quanto rischiosa per i nervi.

RALLY SENSORIALE

Fortunatamente, oltre a fidarsi ciecamente del nostro copilota, si avrà un altro modo per interpretare e anticipare quello che sta per accadere, come fosse un sesto senso: l’utilizzo del sound design, usato quasi in modo subliminale per recapitarci messaggi. Ogni suono meccanico e fisico è stato riprodotto con una cura maniacale, stimolando nel cervello del pilota virtuale sensazioni di sicurezza (e godimento) o pericolo (e terrore). Se, per esempio, si sta perdendo aderenza il messaggio arriverà prima ai timpani, per poi venire processato e attivare la naturale reazione manuale. Un lavoro eccezionale, da provare in prima persona, che diventa parte integrante del game design e sublima utilizzando la visuale in prima persona, che per legge dovrebbe essere anche l’unica disponibile per questo genere. Forse l’unica cosa che comincia a sentire il peso degli anni è l’Ego Engine proprietario della software house britannica, che appare un po’ più ingolfato di quanto ricordassi. Se in movimento, a 60 quadri al secondo granitici, funziona tutto alla grande, da fermo l’immagine appare un po’ sporca, appannata, compensando con la densità di dettaglio degli ambienti, un utilizzo dei colori sempre brillante (molto suggestive le foreste neozelandesi) e una sensazione di velocità che può intimorire. Pare sia colpa anche della risoluzione dinamica, però il colpo d’occhio rimane meno pulito di quanto ci si aspetterebbe, per quanto godibilissimo. Certo che con questa gestione della fisica tutto passa in secondo piano.

Il sound design funziona quasi come un sesto senso, comunicandoci in modo subliminale i pericoli

Le vibrazioni sono assolutamente positive, partendo da un capolavoro che rende l’opera di perfezionamento e evoluzione estremamente agevole, soprattutto per gente di questo calibro. Le incognite cui dare forma riguardano più che altro la qualità dei tracciati e l’impatto delle location dopo l’abbandono totale e giustificato di quelle già utilizzate e molto classiche del primo capitolo (curioso per Polonia, Spagna e U.S.A., tra tutte), perché mi sento già di mettere una mano sul fuoco a favore del modello di guida. Un capitolo 2.0 sviluppato a stretto contatto con la community, come fosse un’enorme joint venture di petrolhead uniti per glorificare il rally virtuale e riportare alla mente quel 2.0 che a inizio millennio diede forma alle simulazioni rallistiche, con la firma di Colin McRae in calce. Una costante che vive ancora nel modus operandi di Codemasters, il campione scozzese, ispirazione verso un virtuale sempre più reale, tangibile, esaltante.

Articolo precedente
dragon trainer il mondo nascosto recensione

Dragon Trainer - Il mondo nascosto - Recensione

Articolo successivo
Dreams Anteprima Provato PS4 apertura

Dreams – Provato

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata