The Games Machine è volata in California per presenziare all’esclusiva anteprima di Valorant, il nuovo FPS tattico online di Riot Games finora conosciuto con il nome in codice Project A.Le due giornate negli studios di Riot in quel di Santa Monica mi hanno permesso di provare il gioco nella sua versione attuale, chiacchierare con gli sviluppatori e scoprire la filosofia del celebre autore di League of Legend. Adesso che mi è permesso parlarne liberamente, posso finalmente dirlo: Riot Games fa le cose in grande! Prima di immergervi nella lettura tenete presente che su TGM 372, in edicola nel prossimi giorni, sarà presenta ulteriore approfondimento esclusivo con tanto di intervista 🙂
IL FATTORE RIOT
Dinnanzi alle profondità di un gameplay che può ingannare gli sguardi frettolosi, vorrei aprire una parentesi di pura percezione. Quando i producer ci hanno detto “we put players first” e “we make games to challenge, to evolve and to engage”, mi sono parsi discorsi già sentiti, lo ammetto.
un FPS tattico online creato da appassionati per altri appassionati
A GAME THAT CELEBRATES YOU
Comodamente seduti in platea, molti erano adagiati nella convinzione di trovarsi davanti ad un gioco simile a Overwatch. È bastato poco, però, per rendersi conto che non è il caso di appiccicare fastidiose etichette, perché Valorant ha tante frecce di pregevole fattura al proprio arco. Gli sviluppatori hanno studiato gli elementi migliori di alcuni tra gli FPS online tattici più giocati, e li hanno mescolati con la loro visione del genere, prestando attenzione ai diversi dosaggi per ottenere un gioco bilanciato in ogni aspetto.
Che fosse un FPS online tattico e competitivo con eroi dotati di abilità uniche, era già noto. La modalità di gioco vede due squadre, attaccanti e difensori, affrontarsi in scontri 5vs5 al meglio di 24 round da 2 minuti ciascuno. A metà partita i ruoli delle squadre si invertono, e per concludere un round con successo ci sono due modi: piazzare e far detonare la bomba nei siti predisposti, evitando che i difensori la disinneschino, oppure eliminare ogni membro della squadra avversaria. Dopo che ogni membro del team avrà scelto il proprio personaggio, togliendo la possibilità ai compagni di scegliere lo stesso agente, la partita comincerà.
Round dopo round si impara a conoscere compagni e nemici, valutandone abilità e punti deboli
FIGHT THE ENEMY, NOT THE MAPS
Se il gameplay è sembrato già solido, uno dei motivi principali è il lavoro svolto dagli ideatori delle mappe. Parliamo di esperti nel loro campo dotati di un curriculum invidiabile, e la perfetta coesione di ogni elemento dei 2 scenari (al lancio saranno 4) che abbiamo avuto modo di provare, Bind e Haven (nomi provvisori, forse), ne sono la migliore testimonianza. Bind propone due siti in cui piazzare la bomba e un teletrasporto che permette di sorprendere i nemici arrivando dalla parte opposta, agevolando così il fiancheggiamento. In Haven, invece, i siti sono tre e le dimensioni della mappa maggiori.
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