Abbiamo potuto provare in anteprima Rainbow Six Extraction, il nuovo sparatutto cooperativo di Ubisoft che prova ad essere meno caciarone e più tattico della concorrenza.
Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Montreal / Ubisoft Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Epic Games Store, Ubisoft Connect), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 20 gennaio 2022
Come già dicevo nella mia recensione di Aliens: Fireteam Elite, è un ottimo periodo per chi ama gli sparatutto cooperativi. Tanti sono infatti gli studi che si sono cimentati in questo genere, ma se finora si è trattato di esperimenti relativamente minori (con la parziale eccezione di Back 4 Blood), a creare Rainbow Six Extraction è stata Ubisoft Montreal.
Ambientato in un futuro non troppo distante, il gioco in questione vede gli operatori che già abbiamo imparato a conoscere in Rainbow Six: Siege uniti contro una minaccia comune: quella degli alieni noti come Archei. Implacabili, mutevoli e sopratutto tanto, tanto pericolosi.
RAINBOW SIX EXTRACTION NON SCHERZA PER NIENTE
Il fatto che gli alieni siano pericolosi non è solo un modo di dire, e io i miei due colleghi lo abbiamo scoperto ben presto. Dopo aver superato un breve tutorial, ci siamo imbarcati rapidamente nella prima missione, scegliendo la difficoltà più bassa, ma non ci è voluto molto prima che due di noi si trovassero sedere a terra e il terzo decidesse che era il caso di portare a casa la pellaccia piuttosto che sfidare eccessivamente la sorte. Le missioni seguenti sono state da noi affrontate con più cautela, ma anche questo non ci ha impedito di trovarci davanti a schermate di missione fallita o talvolta di decidere che era meglio tornare a casa con la coda fra le gambe piuttosto di fare i temerari. Insomma, è evidente che se vi aspettate di poter superare le missioni di Rainbow Six Extraction con lo stesso approccio che adottate in Back 4 Blood o World War Z: Aftermath potreste fare una brutta fine.
OLTRE ALLA NECESSITÀ DI RECUPERARE I CADUTI, ANCHE GLI OPERATORI FERITI IN BATTAGLIA AVRANNO BISOGNO DI TEMPO PER RIPRENDERSI
L’approccio cauto e ragionato, dunque, sembra essere quello che paga di più in Rainbow Six Extraction, anche se logicamente non sarà sempre facile muoversi senza allertare nessuno degli Archei che vagano per le città statunitensi. Parliamo però un attimo più nel dettaglio delle missioni: queste saranno divise per area (per esempio, New York), e da ciascuna di esse potremo selezionare una di tre sotto-aree (per esempio, Liberty Island, o una stazione di polizia abbandonata). Queste mappe sono fisse, mentre invece gli obiettivi sono generati casualmente: in totale, la versione di prova ne presentava 12, tre dei quali ci verranno assegnati all’inizio di ogni missione, con difficoltà e ricompense crescenti.
OCCHIO SULL’OBIETTIVO
Dato che saranno elemento fondamentale di ogni nostra spedizione, vale la pena spendere qualche riga proprio per parlare degli obiettivi. Questi offrono una buona varietà: alcuni ci richiederanno di difendere un’area per una certa varietà di tempo, altri di distruggere un complesso di nidi Archei particolarmente coriaceo, altri ancora richiederanno una doppia dose di cautela per essere completati con successo. Chiaramente, non tutti sono ugualmente facili. Le biopsie – missioni che ci richiedono di eliminare nemici d’élite tramite esecuzioni corpo a corpo – sono state una discreta fonte di problemi per noi tre, dato anche che gli Archei bersaglio sembrano essere molto più svegli dei loro colleghi nell’individuare gli agenti REACT. Fortunatamente, dopo qualche approccio non proprio da smooth operators abbiamo scoperto che, anche se individuati, la soluzione è tirare una flashbang ai piedi del bersaglio e correre a piantargli il coltello nel mento.
MANCA UN PO’ DI CHIAREZZA PER QUANTO RIGUARDA ALCUNI OBIETTIVI
Sfida suprema per gli operatori di Rainbow Six Extraction saranno poi i Protocolli Maelstrom. Queste missioni della durata settimanale ci porranno di fronte nove obiettivi di difficoltà crescente da completare (rispetto ai tre delle missioni “regolari”), nel corso delle quali sarà anche più alta la probabilità di trovarsi di fronte mutatori che altereranno il comportamento degli Archei, aumentando ulteriormente la difficoltà degli scenari. In queste missioni, è essenziale non sono il completamento degli obiettivi ma anche la velocità con cui si riesce a portarli a termine: quando infine sceglieremo di ricorrere all’estrazione ci verrà assegnato un punteggio che verrà inserito all’interno di una classifica divisa in vari gradi (i classici bronzo, argento, oro, platino eccetera). Non dubitiamo che Ubisoft abbia in mente di ricompensare i più abili con gingilli estetici che potranno utilizzare per far diventare verde d’invidia tutto il circondario.
INCONTRI RAVVICINATI DEL SESTO TIPO
Rainbow Six Extraction non si rifà a Rainbow Six Siege solo per quanto riguarda gli operatori e le loro abilità. Anche armamentario, movimenti e alcune meccaniche di gioco ricordano da vicino il titolo multiplayer competitivo. Uno dei gadget selezionabili, ad esempio, è il drone da ricognizione sopra citato che chi ha giocato a Siege conoscerà benissimo, e che qui sarà fondamentale per scoprire la posizione dei nemici (la cui silhouette, una volta identificati, il nostro gruppo continuerà a vedere anche attraverso i muri) e quella degli obiettivi. Un gadget fondamentale, visto quanto il gioco premia non farsi scoprire. Al di là dell’ovvio fatto che non farsi prendere a manate dai Brute o sparare addosso dagli Spiker è una buona idea, c’è anche il fattore nidi: una volta “dato l’allarme” questi ultimi inizieranno a produrre altre unità Archee e a diffondere una sorta di melma che rallenterà significativamente la velocità di movimento degli operatori. Bastano pochi proiettili per disperderla, ma nelle situazioni più concitate quei colpi forse è meglio tenerli per gli alieni assetati di sangue. Buona nel complesso la varietà dei nemici, che cresce con la difficoltà: a quelle più basse troverete principalmente Brute, Spiker e alieni esplosivi di vario tipo, mentre andando avanti dovrete prepararvi ad affrontare minacce ben più temibili, come ad esempio gli elusivi Tormentor. Purtroppo non siamo riusciti (per mancanze nostre, eh) a trovarci in uno scontro diretto contro un Protean, tentativo alieno di emulare gli operatori React e vero e proprio boss di fine livello: una sorpresa in più che ci terremo per la fase di recensione.

Il Protean è il tentativo alieno di fermare definitivamente gli agenti REACT. Un avversario decisamente pericoloso!
LA PRIMA IMPRESSIONE CON RAINBOW SIX EXTRACTION È STATA TUTTO SOMMATO POSITIVA