Il nuovo anno di The Elder Scrolls Online viene inaugurato da ZeniMax con un’ambientazione tutta a tema bretoni. L’avventura prenderà il via nel mese di giugno con High Isle, espansione che abbiamo avuto modo di provare in anteprima.
Sviluppatore / Publisher: ZeniMax Online Studios / Bethesda Softworks Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Online PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: Giugno 2022
Mi sono chiesto molte volte quanto debba essere difficile, al netto di una community sempre più esigente, essere nei panni di una software house che si è imbarcata nella produzione di un Game As a Service. Ti trovi davanti a un prodotto potenzialmente mastodontico, un blocco di argilla in continuo mutamento, da plasmare in modo e maniera che possa piacere al suo pubblico di riferimento. Ok, non te l’ha prescritto mica il dottore, ma l’esperienza di supporto tecnico e contenutistico non può certo essere paragonata a un viaggio di piacere su qualche spiaggia caraibica. ZeniMax Studio ha affrontato la cosa con una certa nonchalance, arrivando a seguire The Elder Scrolls Online con una metodologia puntuale e sorprendente, un modus operandi che ha saputo evolversi nel tempo, trasformando anche la concezione di alcuni elementi che ne compongono i connotati.
Le espansioni sono diventate capitoli, l’esperienza ludica dei giocatori si è trasformata da viaggio unilaterale in esperienza libera da date o tappe prefissate, in funzione di un approccio lievemente adattato per stili di gioco differenti. Dopo l’arco narrativo dedicato interamente ai Cancelli di Oblivion, ai daedra e alla moltitudine di demoni provenienti dalle Deadlands, abbiamo finalmente la possibilità di spostarci verso territori apparentemente più piacevoli da esplorare, sebbene sotto sotto nascondano qualche piccolo (e non così piccolo…) segreto. In otto anni di The Elder Scrolls Online, accompagnati da sei capitoli che hanno reso il titolo un’opera mastodontica, piena zeppa di NPC, linee di dialogo, quest da svolgere, Battlegrounds dove mettersi alla prova nel PvP e molto altro ancora, pensavamo di averne viste di tutti i colori. Beh, per fortuna ci sbagliavamo, perché Eredità dei bretoni ci conferma quanto ZeniMax abbia realmente voglia di fare e di mettersi in gioco. E il primo grosso passo in questa avventura è l’espansione High Isle.
CHI HA DETTO COMPLOTTO?
Serve un po’ per far sorridere, ma anche confrontandomi con le precedenti esperienze vissute su The Elder Scrolls Online, sembra quasi che gli sviluppatori abbiano una certa passione per il complotto. Attenzione, non mi riferisco certo alle chiacchiere da bar che occupano purtroppo diverse interazioni sociali in cui siamo inciampati almeno una volta, ma piuttosto a una vera e propria rete di inganni e sotterfugi che sembrano un po’ sorreggere lo strato narrativo di Eredità dei bretoni, ma anche di molti altri capitoli che abbiamo giocato sino a oggi. Ci si trova spesso davanti a situazioni come queste e non è un dispiacere, se non altro perché il modo in cui si viene coinvolti viene realizzato con una certa cura per i particolari, cura che segue un’attenta profilazione dei protagonisti e degli antagonisti che pian piano animano il palco dello spettacolo, regalandoci un discreto totoscommesse in cui si cerca di capire chi è il vero mandante di determinati omicidi o chi, come volevasi dimostrare, si nasconde alla testa del nuovo culto contro l’ennesimo regno che ci troviamo con sommo piacere a difendere.
Il Creative Director Rich Lambert ci ha illustrato una parte di quello che sarà il nostro viaggio in High Isle, primo capitolo dell’arco narrativo Eredità dei bretoni. Il buon Lambert è apparso piuttosto entusiasta dei risultati ottenuti nel corso dei questi anni, sopratutto al netto della pandemia che ha costretto buona parte dei membri del team a lavorare da casa senza avere i soliti punti di riferimento. Va anche considerato il fatto che questa particolare ambientazione non è mai stata approfondita nel corso della storia di The Elder Scrolls Online, ed è dai tempi del lontano Redguard (1998!) che non si fa vedere, permettendo così agli sviluppatori di sbizzarrirsi e creare un’intera lore dedicata agli usi e costumi dei Bretoni.
L’AMBIENTAZIONE CAVALLERESCA DI QUESTA ESPANSIONE È DAVVERO BEN RIUSCITA
Gli amanti della lore di Elder Scrolls avranno capito che vengono tirati in ballo conflitti che durano da moltissimi anni, prima fra tutte la Three Banners War che vede protagonisti Ebonheart Pact, Daggerfall Covenant e Aldmeri Dominion. Non ci saranno invasioni “esterne”, insomma non si vedranno elementi al di fuori della realtà, fattore che rende questo capitolo particolarmente politico-centrico. Le High Isle sono suddivise in due grandi isole ben caratterizzate, una dove si svolge la maggior parte del plot principale, quello alla ricerca dell’ordine che vuole sovvertire quanto creato sinora, mentre l’altra isola, Amenos, ci è stata descritta come una grande prigione galleggiante in cui molti detenuti sono costretti a combattere per la loro vita al fine di sopravvivere, come se ci trovassimo davanti a una Fuga da New York stile Carpenter.
HIGH ISLE È ANCHE GIOCARE PER DIVERTIRSI
Come da sua tradizione, ZeniMax si è concentrata sul cercare di rendere ogni arco narrativo non solo godibile da giocare, tra quest, delve e raid, ma anche divertente in merito a tutte quelle attività di “contorno” che spesso finiscono per occupare il tempo di noi giocatori una volta completate le varie quest disponibili nell’area. Le daily e il classico reperimento di materiali saranno questioni già note ai giocatori di The Elder Scrolls Online, a cui nei tempi più recenti si sono aggiunte alcune attività accessorie gradevoli da portare avanti, come per esempio le Antiquities o il nuovo sistema Endeavors.
il gioco di carte Tales of Tribute permette sfide sia PvE che PvP, con annesse ricompense!
Il costo delle carte posto in alto può essere attivato tramite i gold, anche questi rappresentati da carte presenti nel vostro mazzo. Ogni carta appartiene a una tipologia, evidenziata da una colorazione posta in alto, elemento che in qualche modo interviene sul sistema di ricompense una volta giocate in combo. La distribuzione delle carte sul tavolo da gioco è altrettanto singolare: sul lato destro è possibile visualizzare cinque carte patreon, a tutti gli effetti degli elementi che propongono dei termini da soddisfare per aiutarci a vincere la partita (se riusciamo a soddisfare tutti i patreon vinciamo istantaneamente la partita). Al centro del tavolo ci sono invece delle carte taverna, sono carte azione che possono interagire con le carte che peschiamo dal mazzo. A differenza degli altri card game non c’è una vita, o un avversario da mazzuolare duramente; bisogna semplicemente arrivare a quaranta punti prestigio per finire lo scontro. Terminata la nostra piccola impresa potremo ottenere la gloria sul nostro avversario, qui meglio tradotta da un sistema di ricompense effettivamente intrigante, dato che è possibile ottenere oro, consumabili, cristalli di trasmutazione, ricette, emotes e molto altro, che variano a seconda delle vittorie intraprese sia in PvE che in PvP. Verrà istituita una vera e propria classifica, così da incentivare l’attività alternativa in un modo piuttosto originale. Per chiudere questa nostra anteprima di High Isle, sul fronte tecnico non sembrano esserci grossi cambiamenti all’orizzonte, sia in termini grafici che di gameplay. Noi PCisti potremo godere della rotation wheel migliorata, e presa a piene mani dal sistema console, mentre per quanto riguarda la grafica verrà inserito un supporto al sistema AMD FSR (FidelityFX Super Resolution) e ai DLSS di NVIDIA.