KARMA: The Dark World – Anteprima Hands-on

Il venerdì è solo un giorno, e il tredici è solo un numero, ma Venerdi 13 è un binomio pericoloso. Allo stesso tempo il 1984 è solo un anno e la Germania Est è solo un Paese, ma KARMA: The Dark World ha creato una drammatica combinazione.

Sviluppatore / Publisher: Pollard Studio LLC / Wired Productions, Gamera Games  Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: TBA (demo disponibile)

Si avvisano i lavoratori che con effetto immediato tutte le ferie saranno convertite in giornate lavorative, e non verranno conteggiate nel calcolo dello stipendio. I permessi sono sospesi, così come le promozioni. La produttività sarà costantemente monitorata. Ci auguriamo che il personale comprenda la fantastica opportunità di crescita offerta, e ne approfitti per migliorare al massimo le proprie abilità e competenze. Questo è quanto pretende, scritto nero su bianco, la Leviathan Corporation, una Megaditta che controlla ogni aspetto della vita dei cittadini.

E noi che ci indigniamo per un po’ di sano, innocente, non retribuito crunch! Leviathan in ogni caso riconosce che l’impegno richiesto è sovrumano, dunque fornisce gratuitamente a tutti i dipendenti beveroni di droghe varie per garantire sempre il massimo rendimento. E se il fisico o la mente dovessero comunque cedere? Sarebbe una grossa delusione per la corporazione, la quale si vedrebbe costretta a smaltire le risorse umane inefficienti in una specie di bidone dell’umido.

Il Dipartimento del Pensiero dispone di una tecnologia per scavare nei ricordi delle persone, utilizzata per chiudere casi irrisolti. Ma sarà tutto vero ciò che vedremo?

La mano che prende però sa anche dare: dimostratevi Buoni Cittadini e vi verrà garantito l’accesso a Utopia. E cosa sarebbe? Non vi interessa, basta con le domande; al lavoro, scarafaggi! Proprio un bell’ambiente il mondo alternativo di KARMA: The Dark World, thriller psicologico in prima persona di Pollard Studio, che a tratti ricorda l’annullamento dell’essere umano vista in The Outlast Trials e il senso di impotenza che ne deriva. Nonostante al momento sia disponibile solo una demo completabile in un’oretta, non potevamo esimerci dal provare questo gioco che fin da subito si è rivelato un’esperienza allucinante, tra le più inquietanti mai viste.

KARMA: THE DARK WORLD, UN BEL 1984 NELLA DDR

KARMA: The Dark World è ambientato in un 1984 – anno Orwelliano, coincidenza? – ucronico che vede la Germania Est assoggettata a un regime totalitario. Aspetta, direte, dove sarebbe l’ucronia? In realtà qui la situazione è un po’ più complicata di quanto accadde sotto la guida del SED. Come in ogni incubo che si rispetti, ci svegliamo privi di memoria in un ambulatorio asettico quanto una fogna con strani innesti nel corpo. Superato il momento di panico e l’attacco di nausea dovuto alla somministrazione di chissà quale farmaco, non resta che darsi alla fuga, in un ambiente opprimente in cui allucinazioni si fondono con la realtà. Probabilmente la narrazione sta cercando di farci capire che non siamo sani di mente, o forse ci han drogati fino al midollo, ma questo aspetto non viene approfondito nel corso della demo, che accompagnandoci lungo stanze che sembrano arredate da John Carpenter, ci aiuta a prendere confidenza con i controlli e impostare le varie calibrazioni video.

Leviathan ha una politica di gestione impiegati inefficienti che non piacerebbe ai sindacati.

Presto verremo a conoscenza di un’interessante tecnologia: un caschetto, del tutto simile a quello dei condannati a morte sulla sedia elettrica, che consente di entrare nella mente delle persone e scartabellare nei loro ricordi. Che aspettiamo quindi, esploriamo seduta stante quanto vissuto dal talentuoso attore John Curtis Holmes! La realtà è un po’ più triste dato che il Dipartimento del Pensiero, in mano a Leviathan, usa l’apparecchio per scavare nei pensieri dei criminali e chiudere casi irrisolti. Ma chi garantisce, in totale assenza di diritti umani, che ciò che vedremo è reale e non confezionato su misura per inguaiare persone scomode al Sistema? Si preannuncia una storia matura e ricca di colpi di scena, come testimoniano i premi “Best Narrative Story Game” e “Game of the Year” vinti al ChinaJoy’s Indie Game Awards. Ma un grande thriller abbisogna anche di un grande comparto tecnico, e gli sviluppatori non si sono fatti certo trovare impreparati.

UN CAOS. UN FANTASTICO CAOS

La sezione introduttiva di KARMA: The Dark World è abbastanza caotica, con continui viaggi tra mondi alternativi, corridoi claustrofobici, colori psichedelici e ambienti che riflettono la cupa distopia dovuta all’ingerenza di Leviathan. In perenne fuga da un mostro (reale? Chi lo sa?) e a tu per tu con un personaggio misterioso ridotto in carrozzina (dal mostro?) vedremo ricordi non proprio piacevoli (i nostri?). Essere un agente del Dipartimento del Pensiero, o perlomeno così ci viene detto, non è facile, ma è stata un’esperienza sensoriale tra le più intense mai provate davanti a un monitor. La colonna sonora è potente, e la title track va oltre ogni aspettativa, con la voce del cantante che pare non aver niente di umano e potrebbe dar lezioni a parecchie produzioni horror del grande schermo. Non vi sono, per quanto visto, né jumpscare né combattimenti, ma non vengono lesinate situazioni inquietanti.

Abbiamo collegato una TV a un cadavere, e funziona. Miracoli dell’elettronica.

Impianteremo un televisore sulla testa di un defunto e aiuteremo Leviathan a sbarazzarsi dei corpi dei cittadini ritenuti non all’altezza, semplicemente accatastandoli sopra altri sventurati. La trama non viene minimamente svelata, ma il trailer sbloccabile alla fine del demo mostra personaggi e situazioni che paiono molto interessanti. Ciò che veramente si vede è l’estrema cura grafica che riesce a creare un’esperienza assolutamente coinvolgente.

La veste grafica, unita a una meravigliosa colonna sonora, rendono KARMA: The Dark World una tra le esperienze più allucinanti e inquietanti mai viste

Pollard Studio ha spremuto a dovere l’Unreal Engine utilizzando il sistema di illuminazione Lumen, che per non annoiare nessuno potremmo semplificare come un ray tracing software che snellisce il carico di lavoro solitamente assegnato alle GPU, rendendolo virtualmente applicabile anche agli open world senza fondere le schede video, e Nanite, tecnologia per utilizzare modelli 3D con moltissimi poligoni lasciando decidere al gioco quale livello di dettaglio utilizzare a seconda della situazione. Al loro lancio vennero definiti come sistemi rivoluzionari, e KARMA: The Dark World pare utilizzarli a dovere. E così ecco servita l’ennesima new entry nella vostra wishlist.

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