Sentite mai nostalgia per la vostra terra, quando viaggiate? Niente paura, in Aloft potrete portarvi appresso casa, patio, orto, giardino e l’intera isola volante sulla quale abitate.
Sviluppatore / Publisher: Astrolabe Interactive Inc. / Funcom Prezzo: ND Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Online coop PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam), Data d’uscita: 15 gennaio in EA
Ci hanno mentito per anni. Scommetto che anche a voi han raccontato la storiella di Pangea e della deriva dei continenti, i quali un bel giorno, stanchi di stare tutti appiccicati, se ne sarebbero andati liberamente a zonzo per la Terra – sferica, per giunta! Questi credono proprio che ci beviamo ogni panzana. In realtà Africa, Europa e Terre Emerse Varie si spostano grazie a vele sapientemente posizionate per sfruttare al meglio la potenza del vento.
Proprio come accade in Aloft, sandbox survival adventure realizzato da Astrolable Interactive, studio canadese dedito alla produzione sia di videogame che di giochi da tavolo. In occasione del lancio in Early Access previsto per il 15 gennaio, ci è stata inviata una versione di anteprima sulla quale mettere le zampacce. Come esimersi dal mettersi al timone di un’intera isola? Scopriamo com’è andata.
ALOFT, LA PORTANZA NON HA IMPORTANZA
Si comincia con la creazione del personaggio, dal fine unicamente estetico dato che non vi sono classi né statistiche e nemmeno skill da assegnare. La configurazione è abbastanza semplice e prevede alcune morfologie fisiche e facciali oltre ad acconciature e colori da assegnare a pelle, occhi e capelli. Una volta soddisfatti, dimenticate tutto ciò che avete imparato con i simulatori di volo, dato che la portanza non esiste e il mondo di Aloft è un gigantesco arcipelago di isolotti fluttuanti, in grado di essere sospinti dal vento senza schiantarsi al suolo. A dire il vero, parrebbe non esserci nemmeno un suolo vero e proprio contro il quale schiantarsi, nonostante gli abitanti subiscano gli effetti dalla forza di gravità. Mettere un piedino nel vuoto significa precipitare nel nulla verso morte certa, ma non abbiate paura del Tristo Mietitore: perdere la vita non comporta penalità alcuna e i respawn sono infiniti.

Non può mancare il ciclo giorno notte, per cui ricercate in fretta torce o altri sistemi di illuminazione.
Come passare dunque da un’isola all’altra? Con un aliante in legno e fogliame. Cominciamo così a raccogliere i materiali necessari, nel puro stile survival crafting a cui siamo abituati ormai da tempo: con le risorse che si trovano a portata di mano, quali sassi e rametti, realizzeremo semplici martelli, asce e picconi utili a spaccar pietre e abbattere alberi velocizzando il processo di approvvigionamento fino ad arrivare a costruire Lui, il mitico Tavolo da Lavoro, pietra miliare di questo genere di videogame. A questo punto è solo questione di sbloccare, manufatto dopo manufatto, tutto il costruibile e utilizzarlo opportunamente. A cominciare, dicevamo, dall’aliante.
E SE ANDASSIMO A FUNGHI?
Una volta muniti di ali, è tempo di spiegarle: trattasi di appendici mobili di forma espansa, che negli uccelli e in molti insetti servono al sostentamento e alla locomozione nell’aria. E così, ad ali finalmente spiegate, possiamo saltar giù dalla nostra roccia natale e volare esplorando le isole circostanti. Scopriremo presto che il mondo è afflitto da una piaga fungina che pervade l’ambiente ammorbando flora e fauna ma soprattutto impedendoci di accedere alle varie Fonti della Conoscenza per aumentare il nostro sapere – che si traduce nell’accrescere le diramazioni del nostro albero del crafting.
È nostro dovere debellarla distruggendo gli organismi nemici, alcuni dei quali piuttosto belligeranti e determinati a vender cara la pelle, impegnandoci in battaglie all’ultima spora. Allo scopo inizialmente tornano utili anche i semplici strumenti di lavoro, ma costruire spade, mazze e archi è indispensabile se si vuole aver ragione dei funghi più coriacei. Va sottolineato che Aloft, nonostante la presenza di mostri da combattere, è principalmente un sandbox che strizza l’occhio al genere cozy, quindi non aspettatevi dinamiche da dungeon crawler o soulslike; l’azione non manca ma è principalmente orientata all’esplorazione e a volte può ricordare Tchia, anche dal punto di vista artistico. Scopo principale è attrezzarsi al meglio per il lungo viaggio che ci attende; o pensavate di girare il mondo intero con solo un misero paio di ali?
PRENDIAMO IL BREVETTO DI VOLO
Una volta visitati e sanificati gli isolotti a portata di aliante, ci renderemo conto che vi sono luoghi impossibili da raggiungere contando unicamente sulle le nostre forze. Violentissimi venti e giganteschi vortici atmosferici richiedono ben più di due braccia e un pseudo aquilone per essere domati; bisognerebbe avere una stazza enorme per attraversarli impunemente. E se provassimo a corredare le isole, già fluttuanti per conto loro, di tutto il necessario per la navigazione, trasformandole in gigantesche navi volanti? Migliaia di metri cubi di roccia non potranno certo temere qualche folata di vento.
In Aloft trasformeremo brulli scogli in ecosistemi accoglienti nei quali coltivare piante, allevare animali e costruire casa per poi viaggiare verso l’infinito e oltre. Spostare bestioni pesanti millemila tonnellate non è un gioco da ragazzi ed è necessario posizionare sapientemente vele, timoni e ipersostentatori – i flap – prima di riuscire a muoverci di un millimetro. Ricordiamo che il peso è proporzionale alla dimensione dell’isola, dunque per una questione di reperibilità e raccolta di materiali è preferibile partire con qualcosa di semplice, per poi ragionare sempre più in grande.
E IL GRINDING?
La continua ricerca di risorse con il susseguirsi di azioni spesso ripetitive è solitamente chiamata grinding, ma in Aloft, come in tutti i sandbox, è parte integrante dell’esperienza e in questo specifico caso invoglia a spingersi sempre più lontano alla ricerca di un giacimento da sfruttare. Gli amanti dell’architettura potranno sbizzarrirsi dotando la propria isola di ogni genere di comfort, con un occhio attento a diversità e sostenibilità, poiché non rispettare gli ecosistemi potrebbe portare a risultati controproducenti. È presente anche il multiplayer cooperativo, per aiutarsi l’un l’altro a sconfiggere la piaga e godersi un bel tramonto mentre i mulini a vento girano e gli animali pascolano. La mia indole berserker avrebbe preferito un bel PvP per distruggere le abitazioni create con tanto amore dagli altri giocatori, ma gli amanti dei survival builder che preferiscono costruire piuttosto che conquistare e devastare dovrebbero assolutamente tener d’occhio questo gioco.