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South of Midnight

PC Xbox Series X

South of Midnight – Anteprima Hands-on

South of Midnight si inventa il redneck-punk e trasuda stile coi suoi personaggi, le sue ambientazioni e l’animazione in finto stop-motion. Ma il gameplay che lo muove è all’altezza?

Sviluppatore / Publisher: Compulsion Games / Xbox Game Studios Prezzo: 44,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile Su: PC (Steam, Windows Store), Xbox Series X|S Data di lancio: 8 aprile 2025 Genere: Action adventure

Da quanti anni ormai Microsoft ha avviato questa sorta di rivoluzione a suon di milioni (e miliardi) per ribaltare gli equilibri di potere nell’industria dei videogiochi? Forse troppi. Soprattutto in relazione ai risultati finora ottenuti. Sembra però che finalmente qualcosa si stia muovendo, tra Call of Duty sul Pass, che mostra i frutti della titanica acquisizione di Activision, e l’arrivo di alcune delle produzioni degli studi interni avviate negli scorsi anni, come l’atteso Avowed in prossima uscita.

South of Midnight 3

O come questo South of Midnight su cui ho messo le mani nei giorni scorsi per circa un paio d’ore. Il primo gioco di Compulsion Games (Contrast, We happy few) realizzato sotto l’etichetta Xbox Game Studios ha colpito fin da subito per lo stile e l’ambientazione, ma aveva da convincere soprattutto sul piano del Gameplay.

Cosa vuole fare da grande?

Parto col dire che la versione preliminare che ho giocato su Xbox Serie X non era pulitissima, soffriva di un po’ di cali di frame rate e di un fastidioso screen tearing, oltre ad avere diversi inciampi ludici in cui la protagonista non aderiva perfettamente ai terreni di gioco mancando aggrappi o pattinando un po’ in giro. Lo stile del gioco è effettivamente molto particolare, con questa ambientazione southern gothic molto fantasy e quasi burtoniana, e le cut-scene in stop motion. Diventa un problema però se lo stop-motion sembra continuare anche in game, ecco.

South of midnight è in sostanza un action adventure abbastanza classico nella struttura

South of midnight è in sostanza un action adventure abbastanza classico nella struttura. Hazel, la protagonista, possiede dei poteri magici che la mettono in contatto con una sorta di mondo parallelo spiritico e le permettono di vedere accumuli ed echi di negatività e robe del genere. Questo le permette di combattere questi spiriti maligni e di interagire con la realtà sfruttando questi echi di un mondo alternativo. Il che si traduce banalmente nella possibilità di far materializzare oggetti e pezzi di ambientazione per avanzare, o di manipolare la realtà con magie varie.

Di storia ne vorrei ancora

L’anteprima ha dato accesso a tutto il terzo capitolo dell’avventura, in cui la protagonista sta cercando di ritrovare la propria madre dopo che un misterioso uragano vagamente paranormale ha devastato la cittadina di Prospero dove vivono, in un profondo sud degli Stati Uniti non meglio definito. In questo capitolo si fa la conoscenza del gigantesco pesce gatto che si era già visto nei trailer, quello che di fatto sembra una sorta di voce narrante dell’avventura (dal marcato accento del sud). In questa sezione ci chiede di aiutarlo a tornare nelle acque paludose, visto che lo troviamo intrappolato e appeso a uno strano albero gigantesco.

Catfish

Il gioco spicca da subito per stile estetico, sia nella grafica sia nel design di personaggi e ambientazioni, con dei rimandi abbastanza evidenti a recenti film d’animazione come i due Spiderman, tramite questo “stop-motion fumettoso”. Il mondo di gioco sembra veramente particolare, portando avanti da un lato quel southern gothic che da sempre possiede un certo fascino, con i suoi redneck che chissà che diavolo fanno in quelle campagne acquitrinose, e dall’altro spingendo fortissimo su un fantasy che non credo si sia mai visto così, accostato a queste ambientazioni. Volendo potremmo definirlo redneck-punk. Al di là del nome però sembra avere qualcosa da dire, ma solo il gioco finale potrà dircelo.

Di gameplay un po’ meno

I problemi con South of Midnight sembrano essere tutti strettamente ludici. E sia chiaro: parliamo di un’operazione evidentemente al risparmio, con valori produttivi che penso rientrino nella categoria tanto chiacchierata dei “doppia A”, piuttosto che nei famosi tripla A, tanto che il gioco viene proposto al prezzo ridotto di 44,99€ (oltre ad arrivare direttamente sul Game Pass). Resta però un comparto ludico limitato già nella struttura di partenza, almeno per quanto visibile in quest’anteprima. Si rifà a un’idea di action adventure molto lineare, che alterna corridoi esplorativi con sezioni platform e piccolissime deviazioni per scovare qualche segreto, ad arene in cui affrontare nemici con un combat molto semplice.

Skill tree

Gli scontri sembrano scimmiottare gli stylish action pur risultando estremamente meno tecnici. Il gioco offre un set di attacchi molto limitato con pochissime combo e una manciata di spell con cool down, oltre alla più classica delle schivate. Sul lato platform ci si muove fondamentalmente per doppi salti e scatti, con qualche arrampicata appena abbozzata e un paio di guizzi legati a un glide tipo paravela zeldiana e una corsa sui muri in orizzontale che rimanda a un certo principe di Persia. Un comparto ludico che si presenta inoltre in modo piuttosto grezzo, almeno in quest’anteprima, risultando spesso poco fluido, con impatti imprecisi e non esattamente soddisfacenti.

Sul piano del racconto questo terzo capitolo non scopre molto le carte. Al di là di un compendio che racconta tramite log un po’ di storia dei personaggi e del mondo di gioco, in game riusciamo a conoscere giusto la protagonista, Hazel, poco più che liceale e alla scoperta di questi suoi nuovi poteri mistici, e questo originale comprimario, il pesce gatto. Oltre a loro due veniamo a conoscere due fratelli e la loro storia triste, imprigionata in una serie di ricordi che sono rimasti come grumi in questa sovrapposizione di mondi. Per liberare il nostro pesce guida dobbiamo scoprire cosa è successo tra loro e che fine ha fatto il povero Benji, preso di mira dalla gente del villaggio. Tutto comunque abbastanza già visto, per quanto qui raccontato in questa veste fantasy-paludosa.

Sembra essere un’altra di quelle produzioni secondarie su cui gli hardware manufacturer puntano senza troppa convinzione

Complessivamente South of Midnight sembra essere un’altra di quelle produzioni secondarie su cui gli hardware manufacturer puntano senza troppa convinzione, un po’ come aveva fatto qualche anno fa Sony con Concrete Genie, di cui i più non avranno memoria. Anche quello era un giochino con idee interessanti un po’ buttato via. Oppure, per restare in casa Microsoft e in tempi più recenti, un po’ come Hi-fi rush, realizzato dal defunto Tango Gameworks e uscito giusto un paio di anni fa. E se le aspettative produttive e commerciali di Microsoft non sono state soddisfatte da quello, che vantava una qualità e una pulizia tanto ludica quanto di stile, racconto e ambientazione, ben superiori a quello che sembra offrire il titolo di Compulsion Games, purtroppo temo che difficilmente ci riuscirà questo.
Vi lasciamo con una densa galleria, che mostra comunque l’indiscusso fascino di alcuni tratti di South of Midnight.

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