Schedule I – Anteprima Hands-on

Schedule I

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Schedule I – Anteprima Hands-on

Un simulatore criminale che mescola Breaking Bad, Rick & Morty e un pizzico di GTA, ché fare i buoni è bello, ma volete mettere l’ebrezza di evitare l’arresto mentre si costruisce il proprio impero, un grammo alla volta? Scopriamo il fenomeno Schedule I.

Sviluppatore / Publisher: TVGS / TVGS Prezzo: € 19.50 Localizzazione: Assente Multiplayer: Co-op online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: Già disponibile in Accesso Anticipato

Schedule I parte proprio da questa voglia d’illegalità in agguato in alcuni animi e la trasforma in un’esperienza gestionale in prima persona dai toni scanzonati e irriverenti, dove il politically correct non è ammesso.

A metà strada tra la follia surreale di Rick & Morty, il dramma criminale di Breaking Bad – i riferimenti alla mitica serie di Vince Gilligan sono ovunque – e la libertà sandbox di un GTA, questo titolo indie sviluppato praticamente da una sola persona (TGVS è un acronimo che sta per Tyler’s Video Game Studio, ndr) ha conquistato migliaia di giocatori grazie a un mix di humor dissacrante, meccaniche insospettabilmente solide e libertà d’azione.

SCHEDULE I: IL PUSHER SIM CHE NON TI ASPETTI

Il gioco è ambientato a Hyland Point, una cittadina americana apparentemente tranquilla, ma in realtà marcia fino al midollo. Nei panni di un aspirante signore della droga si parte dal basso, confinati in una roulotte scassata ai margini della città, con qualche grammo di felicità in bustina da consegnare a una manciata di clienti. Sotto la cenere di ciò che resta della nostra quotidianità di provincia, però, arde il sogno di scalare il sottobosco criminale locale. E, subito dopo aver superato il tutorial e aver abbandonato l’area iniziale, l’incendio è destinato a divampare.

Nei panni di un aspirante signore della droga si parte dal basso, confinati in una roulotte

A differenza di altri gestionali, Schedule I non si limita a offrire menu e statistiche: qui bisogna davvero sporcarsi le mani, seguendo ogni fase della produzione, confezionamento e distribuzione della merce. Dietro il progetto, un solo sviluppatore australiano noto online come Tyler — non il celebre streamer di League of Legends, ma un game designer indipendente che ha impiegato oltre tre anni per costruire questo folle ma sensato simulatore criminale. Partito come esperimento personale, il gioco è esploso grazie al passaparola e a una community sempre più nutrita, raggiungendo oltre 259.000 giocatori simultanei su Steam nel primo weekend di accesso anticipato.

GESTIONE CRIMINALE A 360°

Schedule I mescola gestione in prima persona e momenti di azione esplorativa, una formula decisamente poco comune. Ogni attività legata all’impero criminale è rappresentata da minigiochi e sequenze interattive: dalla coltivazione indoor di marijuana alla sintesi di varie sostanze chimiche, passando per il confezionamento e le consegne, la parola d’ordine è divertimento. Non si tratta infatti di cliccare su qualche pulsante e aspettare il risultato, bisogna regolare lampade UV, miscelare ingredienti, dosare temperature e gestire le scorte manualmente, in un ciclo di operazioni assuefacenti nella loro semplicità. Hyland Point funge da hub dinamico per tutte le attività, è esplorabile a piedi, su skateboard sgangherati o a bordo di auto rubate. La crescita del business permette di acquisire magazzini, serre, laboratori sotterranei e reclutare personale fidato per automatizzare parte della filiera. Ma anche con una rete ben oliata, il rischio è sempre dietro l’angolo: pattuglie di polizia, gang rivali e imprevisti continui possono mandare all’aria settimane di lavoro. Ogni decisione conta, e ogni passo falso rischia di trasformarsi in un disastro.

Schedule I

Dove siete, Walt e Jesse?

Uno degli aspetti più riusciti del gioco pare essere il bilanciamento tra gestione e interazione diretta. Tutto è pensato per essere vissuto in prima persona: la coltivazione richiede di calibrare luci e ventilazione, la produzione chimica impone attenzione costante alle reazioni potenzialmente esplosive, mentre il confezionamento è un minigioco a sé, con pacchetti da sigillare ed etichettare in modo creativo. Ogni attività mantiene alta la tensione e trasmette quella sensazione di “impero costruito con le proprie mani” che pochi altri gestionali riescono a offrire.

Uno degli aspetti più riusciti del gioco è proprio il bilanciamento tra gestione e interazione diretta

A questa struttura si aggiunge una forte componente sandbox. Hyland Point è disseminata di missioni procedurali, attività secondarie e opportunità di espansione. Si possono rubare veicoli, stringere accordi con fornitori loschi, scoprire laboratori abbandonati e reclutare nuovi spacciatori. Il denaro accumulato serve a migliorare i laboratori, comprare proprietà o corrompere funzionari pubblici, estendendo il controllo sulle zone più redditizie della città. Come se tutto ciò non bastasse, è perfino possibile cooperare online con altri giocatori.

IL FENOMENO INDIE DEL 2025

Nonostante sia ancora in accesso anticipato, Schedule I si è già ritagliato una solida base di appassionati e recensioni entusiaste, grazie a un mix di humor scorretto, gameplay stratificato e libertà d’azione. I numeri aiutano a farsi un’idea del tipo di impatto avuto dal gioco in due mesi (è disponibile in accesso anticipato dal 24 marzo) e soprattutto della clamorosa accoglienza ricevuta dalla comunità Steam: 180,619 followers, 98.49% recensioni positive su un totale di 174,203 recensioni utenti. Si tratta di numeri assolutamente impressionanti, e probabilmente sono destinati a crescere. Il gioco infatti continua a ricevere aggiornamenti regolari, con nuove sostanze, minigiochi e funzionalità all’orizzonte. Tyler ha già annunciato l’arrivo di nuove gang rivali, un sistema di reputazione più articolato e persino la possibilità di gestire un night club come copertura per le attività illecite. I piani per il futuro insomma sembrano ambiziosi, com’è giusto che sia dopo un debutto – seppure in versione work in progress – davvero da sballo.

Casa della droga dolce casa della droga.

Tecnicamente il gioco si difende bene, nonostante i fisiologici limiti. Il comparto visivo, ispirato ai cartoni demenziali anni ‘90, accompagna perfettamente il tono sopra le righe della narrazione, la quale ironizza su cliché e stereotipi della cultura criminale pop. Il tutto mantenendo un equilibrio notevole tra anarchia videoludica e gestionale strategico, confezionando un’esperienza borderline coinvolgente che, pur trattando temi controversi e delicati, riesce sempre ad alleggerire ogni situazione facendo sentire il giocatore-spacciatore addentro un mondo in perfetto stile South Park.

Dissacrante, divertente e sorprendentemente profondo, Schedule I è uno degli indie più intriganti del 2025

Se vi intriga l’idea di partire da una roulotte sgangherata per costruire un impero digitale di droga, evitando la polizia e asfaltando la concorrenza a colpi di skateboard e cocktail-molotov davvero esplosivi, Schedule I è tutto ciò di cui avete bisogno per essere felici. Dissacrante, divertente e sorprendentemente profondo, questo pusher sim è senza dubbio uno dei progetti indipendenti più intriganti del 2025.

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