Partita un po’ in sordina e senza addosso i riflettori delle grandi produzioni, la serie di Sniper Elite si è poco alla volta ritagliata uno spazio sempre più grande nel cuore degli appassionati dei “tiri dalla distanza”, facendo la gioia del nostro Kikko redazionale. Già con il terzo episodio, ambientato durante la campagna nordafricana della Seconda Guerra Mondiale, lo sparatutto tattico di Rebellion era riuscito ad attirare l’attenzione di una platea più ampia, ben felice di cimentarsi in un mix di azione silenziosa, libertà strategica e pura improvvisazione, imbracciando il fucile da cecchino oppure servendosi di pistola silenziata, trappole di vario genere e, all’occasione, anche di fucili a pompa e mitragliatrici (con munizioni sempre centellinate, e una precisione opportunamente scarsa): come ormai è noto, in Sniper Elite 4 si è deciso di spostare lo scenario in Italia, mantenendo lo stesso ampio respiro delle mappe che aveva caratterizzato il precedente episodio, ma sfruttando la geografia del territorio nostrano per aggiungere quel po’ di verticalità in più che in titolo del genere non fa mai male. Ed è proprio questo che è emerso fin da subito, appena abbiamo messo le mani sul dimostrativo giocabile dell’E3 2016.
GUERRA NOSTRA(NA)
Lo scenario era quello di una stretta valle in mezzo alle montagne, con un antico acquedotto trasformato dalle forze dell’Asse – nel caso specifico l’esercito italiano, cosa assai rara in un videogioco – in un fondamentale collegamento strategico. La riproduzione della macchia mediterranea mi è sembrata più che buona, e allo stesso modo mi è apparsa assai proficua la serrata differenziazione verticale che il nostro territorio è in grado di proporre, tra dolci pendii occupati da strutture nemiche, alture rocciose in cui trovare buone posizioni di tiro e scorci montani densi di accesa vegetazione, in cui far saltare allegramente… le teste dei nostri compatrioti. E qui apro una piccola parentesi, che comunque avrò il buon gusto di chiudere in poche righe: dopo le migliaia di nazisti massacrati in giochi bellici di ogni forma e dimensione, trovarmi a sforacchiare frotte di italiani discretamente caratterizzati (ovviamente anche nella lingua dei dialoghi) mi ha messo in una condizione empatica quantomeno bizzarra, come se mi fossi risvegliato da un sogno colpevolmente violento. Sono il primo a capire che la cosa non ha molto senso, ma mi sono dovuto ricordare una volta di più la natura ludica di ciò che stavo facendo, l’atteggiamento quasi fumettistico con cui siamo soliti approcciare i nemici degli sparatutto bellici, spesso al livello dei film propagandistici americani degli anni ’50 e ’60. I tedeschi, peraltro, hanno dovuto metabolizzare qualcosa del genere con molta più solerzia di noi…
Lo scenario era quello di una stretta valle in mezzo alle montagne, con un antico acquedotto trasformato dalle forze dell’Asse
TI VEDO
Al solito, l’attenta osservazione degli obiettivi (personaggi da eliminare o azioni di sabotaggio, in prevalenza) rappresenta un momento imprescindibile per le azioni più pulite, così da raggiungere il miglior punteggio possibile nel riepilogo post-partita. Anche l’impatto grafico appare ragionevolmente migliorato, soprattutto sul piano dell’illuminazione dinamica, dei modelli e della reattività artificiale, non ancora perfetta ma molto più convincente in fase di ronda o accerchiamento. In questo senso, il quadro tecnico mi è sembrato abbastanza buono da fare pensare che l’annunciato ritardo sia legato a un fattore quasi puramente quantitativo, più che a ragioni di affinamento del gameplay e delle sbavature varie. Proprio oggi, di fatti, la pubblicazione di Sniper Elite è stata rimandata a febbraio del 2017, provocando nella nostra redazione più che un disappunto. Ho quasi paura che il Kikko decida di cecchinare gli sviluppatori.