La lunga estate caldissima del 2016 è appena cominciata, e si prospetta chiaramente all’insegna degli scontri epici: Sony e le esclusive contro Microsoft e il cross buy a marchio Windows 10, Golden State vs. Cleveland, gli hooligan contro la sobrietà e la proprietà privata, la Francia contro il resto dell’Europa, Schwazer e le Olimpiadi, il comitatone Brexit e quello “remain”, il caldo torrido contro l’umanità intera. Uno scontro, quest’ultimo, destinato a mietere vittime e che, a onor del vero, ha già messo a repentaglio la nostra prova hands-on di The King of Fighters XIV (a Milano si sono segnati la bellezza di 36 gradi…), ultimo capitolo della saga di menare targata SNK Playmore che coronerà questi caldi mesi estivi, palesandosi sugli scaffali – in esclusiva PlayStation 4 – il prossimo 26 agosto, giusto in tempo per accoglierci di ritorno dalle vacanze.
SCALFIRE LA SUPERFICIE
Nei quaranta minuti in compagnia di Terry Bogard e compagni ho distribuito e incassato un discreto numero di mazzate con gli altri colleghi della stampa, divertendomi ad analizzare al volo il maggior numero possibile dei trentasei personaggi presenti nella demo (che comunque verranno affiancati da altri combattenti misteriosi sbloccabili completando le modalità presenti nella versione finale), concentrandomi sulla risposta pad alla mano – niente arcade stick! – e sull’impatto immediato nella sua interezza.
niente arcade stick!
BULLI E PUPE
Pad alla mano, i diversi personaggi hanno chiaramente tutti un moveset diverso e adeguato alle loro caratteristiche fisiche: i personaggi agili e scattanti richiedono una certa conoscenza e prediligono uno stile di gioco preciso e puntuale, quelli più pesanti e bruti perdonano (ma non giustificano) il button mashing, e quelli caratterizzati da qualche gimmick più o meno bizzarra sono semplicemente gustosi, col loro fascino esotico. Ovviamente, poi, se nel corso di questi dodici anni vi siete studiati Athena (per dirne una) nei minimi particolari troverete tutte le mosse e le combo al loro posto, pronte per essere scagliate sulle gengive dei vostri malcapitati avversari.
i fondali delle arene non brillano per vitalità o carattere
Sia contro la CPU che contro un avversario in carne e ossa, durante la prova The King of Fighters XIV proponeva solo scontri in team composti da tre personaggi. Se l’intelligenza artificiale era tarata per far sembrare tutti i presenti dei professionisti pronti a dare aspra battaglia in qualche torneo, regalando ben poco spazio alla tattica, durante gli scontri 1P vs 2P è parsa invece quasi limitante la scelta di non poter dare il “tag” a uno dei tre componenti scelti per il proprio team, anche se comunque era possibile scegliere l’ordine di entrata dei combattenti.
Insomma, l’estate è appena cominciata e non possiamo fare altro che sperare che finisca presto: non solo perché scrivere a 36 gradi è un’impresa titanica, ma anche e soprattutto per vedere se i dubbi maturati durante questa fugace apparizione di The King of Fighters XIV verranno mitigati dalla corposa versione finale del gioco.