Non ne ho mai capito il motivo, ma sono sempre stato affascinato da qualsiasi opera – letteraria, cinematografica o, appunto, videoludica – che si svolge in una prigione. Faccio fatica a ricordare quale fu il colpo di fulmine, se Le Ali della Libertà, Il Miglio Verde o Prigioni, versione italiana di un MMO ambientato, appunto, in carcere e che a quanto pare è sparito dalla memoria collettiva e da qualsiasi archivio, anche se è possibile trovare tutt’ora in piedi la versione francese e spagnola. Ebbene, pochi mesi fa, complice Netflix, Prison Break e la famiglia Scoffield, ho finalmente acquistato The Escapists, titolo tutto pixelloso sviluppato da Mouldy Toof Studios e distribuito da Team17. Le premesse erano delle migliori e, per le poche ore che son sopravvissuto (prima di abbandonare la mia fuga verso la libertà sbraitando per le mie incapacità), ho apprezzato non poco le idee di fondo di tale opera. Qualcosa, però, non mi convinse totalmente.
BUTCHER BAY
Così, quando sono spuntati il Keiser e il Kikko proponendomi il secondo capitolo di The Escapists ho reagito nell’unico modo possibile: tatuandomi la planimetria della redazione nel petto e affrontando a testa alta la gattabuia. Ammetto di essere stato impreparato e di non aver guardato praticamente nessun trailer prima di avviare la preview copy in mio possesso, ma vedere il nuovo stile grafico che caratterizza il lavoro di Mouldy Toof Studios mi ha semplicemente lasciato a bocca aperta: una pixel art di prima categoria, ricca di dettagli e sfumature che, in movimento, rendono il tutto magnifico.
The Escapists 2 non offre solo un enorme restyle grafico, ma anche meccaniche di gioco più profonde rispetto all’opera prima
CREMATORIA
Se il gameplay, volenti o nolenti, rimane molto simile al primo The Escapists, e in poco tempo si può rischiare di cadere nella monotonia o nella frustrazione a seconda della sfortuna (per dire, ho passato mezz’ora alla disperata ricerca di un rotolo di carta igienica, mentre trovavo con fin troppa facilità lime, martelli, cacciaviti e persino armi), la novità più eclatante dell’opera Mouldy Toof Studios è la presenza del multiplayer, sia locale, grazie all’immortale split-screen, sia online. Ahimè non ho ancora avuto modo di provare l’ebbrezza di fuggire di prigione insieme a qualche altro disperato, ma ho avuto modo di vedere diverse zone della gattabuia in cui era possibile accedere solo se aiutati da un altro giocatore, e ciò ha catturato totalmente la mia attenzione. La modalità cooperativa renderà felice chi, come me, non vede l’ora di darsi alla pazza gioia con i propri amici del cuore (o con perfetti sconosciuti), mentre la modalità VS vede un solo vincitore, e qualsiasi tipo di alleanza, per forza di cose, sarà momentanea ed estremamente pericolosa.
The Escapists 2 sembra trasudare carisma da ogni poro
Non resta che attendere la pubblicazione ufficiale di The Escapists 2, momento in cui finalmente sarà possibile tirare le somme di un’opera che sembra trasudare carisma da ogni poro, nonostante i difetti che ha ereditato dal primo capitolo. Sicuramente l’elevato grado di personalizzazione dei vari personaggi e la possibilità di giocare online si riveleranno tra le novità vincenti, e sarà sicuramente più difficile “annoiarsi” a causa di partite fin troppo ripetitive. Incrociamo le dita, nascondiamo le lime nelle torte e ripassiamo le basi della fuga, riguardando la prima stagione di Prison Break. Solo la prima però, mi raccomando.