Call of Duty WWII vendite

Call of Duty WWII

PC PS4 Xbox One

Call of Duty WWII - Provato il multiplayer

Il multiplayer competitivo del nuovo Call of Duty ha quantomai bisogno di una prova lunga e approfondita per valutarne la sostanza, complice un intricato miscuglio di sensazioni antiche e piccole introduzioni. Non parlo solo del sistema di crescita, più progressivo e fluido rispetto a quanto siamo abituati, con armi speciali e sblocchi in stile maggiormente ruolistico (prendete con le pinze il termine, naturalmente), ma anche del feeling di elementi più evidenti per la messa in scena, come le animazioni e l’impatto degli effetti di luce o fumo.

Di sicuro la prova su PS4 non ha aiutato a metterne in luce la prestanza, cosa che senz’altro cambierà su PC (vedremo di quanto), ma la rude potenza delle armi della Seconda Guerra Mondiale è riuscita in qualche modo a riportarmi a casa e teletrasportarmi per alcuni istanti nei primi due Call of Duty, con munizioni incendiarie e altre esagerazioni sostanzialmente inedite per la serie, e anche questo fa parte della brutale personalità dello sviluppatore Sledgehammer, “medievale” anche quando si occupava di fantascienza (con Dead Space, ideato e diretto dai due fondatori dello studio, poi fuoriusciti da Visceral).

Durante la prova della gamescom ho messo mano a due tipi di partita, una classicissima e l’altra più elaborata, il War Mode (12vs12), stilosamente in linea con altri esempi del passato. Il deathmatch a squadre in una martoriata mappa urbana ha messo maggiormente in evidenza i tratti descritti sopra, per l’ormai naturale leggibilità delle regole di gioco e la conseguente evidenza di qualsiasi variazione; nel secondo caso, invece, obiettivi e particolarità dello scenario mi hanno addirittura portato in un passato diverso, fatto di Call of Duty ma anche di Wolfenstein Enemy Territory, complice la necessità di coordinazione sotto il costante fuoco nemico: prima di sedermi in postazione ho visto un’altra mappa nella stessa modalità, dove occorreva difendere/attaccare un carro armato, mentre nel mio caso mi sono trovato in una serratissima situazione di fuoco incrociato, con due squadre contrapposte ai due lati di un ponte. Una fazione doveva ricostruire un ponte e attraversarlo, l’altra poteva riparare una mitragliatrice leggera e, così, presidiare efficacemente il passaggio.

Va ribadito il fatto che nulla, in tutto questo, porta nell’azione di Call of Duty WWII chissà quali novità; il divertimento che ne è derivato, però, è stato abbastanza copioso da volerne provare ancora, anche solo per capire quanto mi sono lasciato emozionare dalla pura atmosfera visiva. Per come la vedo io, c’è tutto quel che serve per accompagnare più che dignitosamente lo storymode del gioco di Sledgehammer, che pure dovrà prima o poi tornare a manifestarsi. Che poi, ecco, c’è anche caso che lo faccia direttamente il 3 di novembre.

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