Il feeling dei combattimenti sottomarini è certamente quello giusto, sebbene improntato su uno stile prettamente arcade
PALOMBARO E SUBBAQQUO SONO COLLEGHI?
Arrivati a questo punto vi starete sicuramente chiedendo come sia il gioco “mouse e tastiera alla mano”. In questo caso il risultato è segnato da poche luci e molte ombre. Il feeling dei combattimenti sottomarini è certamente quello giusto, sebbene improntato su uno stile prettamente arcade. I vari mezzi subacquei (durante l’avventura se ne guidano diversi, tutti personalizzabili) si muovono lentamente, fatta salva la possibilità di eseguire brevi scatti, e mirare con precisione appare inizialmente molto difficile. Fortunatamente alcune armi – come ad esempio i siluri – sono dotate di un sistema di puntamento automatico, ma possono essere evitate utilizzando delle apposite contromisure. Purtroppo l’intelligenza artificiale è spesso deficitaria, dal momento che i sottomarini nemici tendono a rimanere fermi a morire sotto i nostri colpi. In linea di massima, proprio a fronte di questo pesante deficit, i combattimenti sono spesso facilissimi. Giocando alla difficoltà Normale, gli unici frangenti in cui mi sono ritrovato in lieve difficoltà sono stati quelli segnati da un gran numero di nemici sullo schermo.
Anche in questo caso, però, l’aumento di difficoltà non è dipeso strettamente dalla situazione in sé, quanto da alcune problematiche legate alla gestione dell’equipaggiamento del sottomarino e dall’impossibilità di cambiare rapidamente ed efficacemente le armi. Già dalla metà dell’avventura è facile aver accumulato più armi: il gioco permette di “ciclare” le armi equipaggiate, tuttavia non sono presenti shortcut per richiamare immediatamente un determinato strumento offensivo. Invece bisogna per forza passare in rassegna ogni singola arma fino ad arrivare allo strumento desiderato. In apparenza si tratta di un piccolo errore d’ingenuità, ma fa perdere tempo prezioso che in una situazione concitata si paga a caro prezzo. Prima di concludere, poi, segnalo che l’intera campagna può essere affrontata in cooperativa assieme ad altri tre giocatori, mentre è presente anche un comparto multiplayer competitivo (con modalità deathmatch e team deathmatch) che però mi è stato impossibile provare dal momento che i server sono ancora vuoti.
In breve: Aquanox: Deep Descent parte sicuramente con il piede giusto dal momento che i combattimenti subacquei restituiscono il giusto feeling, tuttavia l’intelligenza nemica deficitaria, una difficoltà mediamente bassa, e diverse ingenuità nella formula di gameplay non permettono all’opera di Digital Arrow di risultare godibile per tutto il tempo necessario ad arrivare ai titoli di coda. Non aiuta il fatto che la scrittura di trama e dialoghi sia terribile. Il risultato finale è purtroppo uno sparatutto sottomarino fin troppo generico, a tratti soporifero.
Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Giocando a risoluzione 2560×1440 con tutte le impostazioni grafiche al massimo non ho avuto problemi a superare abbondantemente i 60fps. Da segnalare soltanto un leggero stuttering nei secondi immediatamente successivi al caricamento di un’area del mondo di gioco.
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