Una grande avventura per un piccolo supereroe, anche in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Le singole iterazioni cinematografiche di Ant-Man sono sempre state apprezzate per la loro semplicità e leggerezza. Aggiungevano relativamente poco a quel grande disegno portato avanti dai Marvel Studios che è culminato con i due Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, ma in tutto ciò, l’Ant-Man di Scott Lang aveva dato il suo grande contributo.Adesso con questo terzo capitolo, Ant-Man ha l’ardua missione di introdurre la figura di Kang il conquistatore, di cui ne abbiamo vista una variante nella serie tv Loki, ma questa volta l’obirttivo è delineare al meglio delle possibilità quella che a conti fatti sarà la futura nemesi degli Avengers.
L’avventura di Ant-Man, Wasp e famiglia nel Mondo Quantico avverrà, come spesso capita, quasi per un errore, con l’umana curiosità che brama la conoscenza infinita. Come piccolo mondo da studiare, i nostri eroi scopriranno che in quelle stesse “terre” è in atto uno scontro feroce tra Kang, che ha costruito un vero e proprio impero di terrore, e i ribelli del Mondo Quantico che come tale hanno dato il via a una vera e propria guerra per il controllo della propria libertà.
Come già fatto da Guardiani della Galassia, il piccolo Ant-Man questa volta si lancia nella missione corale, grandissima, una “quantic opera” che giustamente si prende i confronti con Star Wars nel momento in cui comincia a costruire un mondo con delle sue regole, organizzazioni e cerchie sociali e relative specie che abitano questo micromondo.
Gli stilemi narrativi dunque non sono diversi da quelli già visti in Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, con una narrazione sempre sopra le righe, leggera, che non si fa mai carico del peso e del pathos necessario ad una storia di tale portata, che si contrappone ad un nemico davvero pericoloso.
Il kang di Jonathan Majors è temibile e convincente, il nuovo perfetto avversario degli avengers
Una lode al Kang di Jonathan Majors è dovuta: una presenza fisica, poche parole dette nel momento giusto e una tranquillità nell’organizzare la prossima mossa che si contrappone all’ideologia violenta e sanguinaria di Thanos. La stessa interpretazione dell’attore è centellinata proprio per via della sua natura da molteplici varianti. Ognuno ha qualcosa da dire, un modo di pensare e di porsi. Sarà bellissimo e interessante avvicinarsi a ognuna di queste declinazioni.
Il disastro arriva dalle parti di MODOK di cui le origini sono state – in parte – mostrate nel trailer, bensì per chi è rimasto vergine della visione, ometterò ulteriori dettagli, ma il rammarico è decisamente grande: un personaggio venduto come la più grande arma vivente di sterminio di massa che è, senza giri di parole, una personificazione del tedio pari solo alla disavventura del personaggio di Jar Jar Binks de La Minaccia Fantasma. Idiota, fastidioso, esteticamente bislacco, un equilibrio che non riesce mai a regalare soddisfazione quando si presenta su schermo. Quasi una piccola gag di Paperissima Sprint.
Il resto del film è confezionato per la solita formula dei Marvel Studios, senza aggiungere nulla di più, dove oltre a chiudere l’eventuale cerchio delle avventure di Ant-Man, ha il pregio di introdurre un nemico di tutto punto, interessante, sinistro, misteriosamente potente e ancora tutto da esplorare. L’attenzione, sotto questo punto di vista, è per il prossimo Avengers: The Kang Dynasty.
VOTO 7
Genere: avventura, fantascienza
Publisher: Disney
Regia: Peyton Reed
Colonna Sonora: Christophe Beck
Interpreti: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Jonathan Majors, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer.
Durata: 125 minuti