Turtle Beach Recon Cloud - Recensione

Ecco il Turtle Beach Recon Cloud, un controller compatibile con PC, Xbox e Android che si può usare in modalità cablata e non, ma con qualche compromesso.

Dopo l’ottimo React-R, di cui avevamo lodato accessibilità e leggerezza, abbiamo potuto mettere (letteralmente) le mani sul Recon Cloud, una soluzione di fascia più alta che può essere usato in diversi modi e, oltre alla compatibilità con PC e Xbox, aggiunge anche quella con Android. La comunicazione via cavo avviene con il classico filo USB da tipo A a tipo C, mentre quella wireless attraverso il protocollo Bluetooth LE. Non è previsto il supporto di iOS e i dispositivi Android, per essere compatibili, devono montare almeno la versione 8.0 del sistema operativo e disporre di Bluetooth 4.2 o superiore. In modalità cablata, invece, sono richiesti Windows 10/11 o una Xbox a partire dalla One.

UN FORM FACTOR CHE NON DELUDE MAI

Il Recon Cloud di Turtle Beach segue pedissequamente la forma e le proporzioni dei controller per Xbox sviluppati da Microsoft, anche se in realtà è più grande di qualche millimetro. Troviamo quindi i comandi tipici di questo tipo di periferiche: due leve analogiche, un d-pad digitale, quattro pulsanti principali a portata di pollice e quattro pulsanti sul lato posteriore, di cui due grilletti, a portata di indici e medi. Più in basso, sul retro dell’impugnatura, ci sono anche due palette programmabili: possono essere riconfigurate per replicare uno qualsiasi dei pulsanti anteriori, oppure quella destra può essere usata assieme alla leva analogica destra nella cosiddetta modalità “easy-aim”, l’equivalente della modalità cecchino prevista da diversi mouse.Turtle Beach Recon Cloud

Nella parte superiore della plancia troviamo due controlli separati per il volume e per la chat, un pulsante con una S per attivare la funzione Superhuman Hearing, due tasti di selezione per le funzioni avanzate del joypad e un bottone con cui escludere il microfono. Ma tutte le funzioni che hanno a che fare con il suono possono agire soltanto su un headset collegato direttamente al dispositivo per mezzo di un’apposita presa per jack da 3,5 mm, magari uno di quelli prodotti dalla stessa Turtle Beach, e non possono agire su altre eventuali periferiche audio connesse direttamente al computer.

LA MODALITÀ CABLATA DEL RECON CLOUD

Usare il cavo USB fornito in dotazione è certamente il modo ottimale per sfruttare questo controller, nonché l’unico, se lo usiamo con una console Xbox. Il cavo permette di passare anche l’audio dei videogiochi e anche di sfruttare il sistema di vibrazione, due funzioni importanti del tutto inagibili in modalità Bluetooth. In modalità cablata, invece, tutte le funzioni sono disponibili.

Si chiama Recon “Cloud” perché pensato per funzionare in abbinamento con Xbox Game Pass e per avere a disposizione tutte le feature che possono tornare utili nel cloud gaming

In questa configurazione il pad fa fede al suo nome: si chiama Recon “Cloud” perché pensato per funzionare in abbinamento con Xbox Game Pass e per avere a disposizione tutte le feature che possono tornare utili nel cloud gaming. C’è perfino un abbonamento di 30 giorni al noto servizio di Microsoft in omaggio nella confezione.

L’USO CON LE CUFFIE

Il Recon Cloud permette di collegare un paio di cuffie, dotate di microfono, a un’apposita presa jack. Questo significa che se avete in casa un headset privo di connessione diretta USB, potete collegarlo al joypad e migliorarne l’uso con diverse funzioni interessanti. Premendo il tasto Mode è possibile attivare il monitor del microfono in cuffia, con quattro livelli del volume a disposizione. Premendolo una seconda vola, si possono scegliere quattro equalizzazioni dell’audio differenti. Infine, con l’apposito pulsante ‘(S)’ si può attivare o disattivare la funzione Superhuman Hearing, cioè un’equalizzazione particolare dell’audio che esalta le frequenze tipiche di suoni come quelli dei passi e della ricarica delle armi negli FPS.

Turtle Beach Recon Cloud

Non ci discostiamo gran che da quanto avevamo già scritto per il React-R: “sì, sentiremo meglio alcuni particolari ma con ogni probabilità preferiremo usarla durante l’ascolto della musica, visto che Superhuman Hearing tende ad “aprire” maggiormente i brani dando loro dinamismo, con un’enfasi piuttosto marcata della linea di canto e delle frequenze attigue”. Ottimo invece il controllo del volume generale in cuffia grazie a due pulsanti dedicati, così come per l’enfasi della chat in-game quando il pad è usato con una console Xbox. Purtroppo, gli utenti PC potranno soltanto usare la prima delle due funzioni perché la seconda è a loro preclusa.

LA MODALITÀ WI-FI

Il pairing del Turtle Beach Recon Cloud avviene con un doppio passaggio: prima bisogna premere il tasto Xbox centrale per due secondi, poi fare altrettanto con un pulsantino piazzato sotto la croce direzionale, quindi si può avviare la ricerca della periferica da parte di un PC o di un dispositivo mobile basato su Android. Questo, probabilmente, per evitare un tentativo di pairing accidentale durante il gioco. In modalità Bluetooth è inutile collegare cuffie al Recon Cloud: non so esattamente quale limite impedisca al dispositivo di inviare e ricevere anche i dati dell’audio, insieme a quelli dei controlli, ma le cuffie resteranno completamente mute. Allo stesso modo, non funzionerà nemmeno il “force feedback”, sebbene sia comunque possibile programmare le palette posteriori e usare la modalità Pro-Aim.

C’è una molletta da collegare direttamente al pad, in cui è possibile “alloggiare” qualsiasi smartphone in posizione orizzontale, che si può trasformare in un supporto da tavolo

Sebbene sia possibile usare il Recon Cloud via Bluetooth anche con Windows, è chiaramente con i cellulari Android che questa modalità ha più senso: nella scatola c’è una molletta da collegare direttamente al pad, in cui è possibile “alloggiare” qualsiasi smartphone in posizione orizzontale, purché sul lato corto sia di larghezza compresa tra i 4,7 e i 9 cm. La molletta si può inclinare diversamente agendo su due apposite rotelline di blocco e – udite udite – si può anche scomporre, trasformandola in un supporto da tavolo per lo smartphone.

turtle beach recon cloud

È davvero un’ottima idea anche se scivola fastidiosamente sulle superfici lisce e, dacché piuttosto stretta nonché leggera, si sbilancia in fretta. Molti telefoni hanno il pulsante dello standby posizionato più o meno al centro del lato lungo, finendo facilmente preda della “morsa” della molletta. In questi casi, difficilmente sarà possibile usarla come supporto e anche la sua funzione “principale” può risentirne. C’è poi un ultimo aspetto a cui fare attenzione: il pad pesa 252 grammi e il “sistema” composto dal medesimo e dal telefono cellulare tenderà a spostare il proprio baricentro tutto sullo smartphone, facendo sì che sia sempre quest’ultimo ad appoggiarsi “a terra”. Giocare in questo modo significa esercitare costantemente una forza sui propri polsi per mantenere il tutto in equilibrio – e in breve tempo stanca. Ma questo in fondo non è un problema: ricordate? La molletta può fare anche da supporto da tavolo: basterà usarla in questo modo, giocare con il cellulare come faremmo col PC e il problema sarà risolto!

TURTLE BEACH RECON CLOUD: PRESTAZIONE IN-GAME

Il feeling generale durante il gioco è analogo a quello che avevamo descritto per il fratello minore: il Recon Cloud è un gamepad comodo, pratico, leggero – nonostante la batteria ricaricabile interna – e ricco di funzioni. Ci piace molto, in particolare, che non sia schiavo delle batteria usa-e-getta ma che basti lasciarlo connesso al computer (o alla console) per poco tempo, per ritrovarlo carico e pronto ad affrontare almeno 30 ore di gioco prima della prossima ricarica. Se poi decidiamo di usarlo prevalentemente come pad cablato, non lo troveremo praticamente mai scarico. L’esperienza in game è ottimale con qualsiasi genere di gioco e l’unico appunto che si potrebbe muovere è la lunghezza della corsa dei due grilletti LT/RT, che qualcuno troverà eccessiva.

Piace che non sia schiavo delle batteria usa-e-getta ma che basti lasciarlo connesso al computer (o alla console) per ritrovarlo pronto ad affrontare almeno 30 ore di gioco

In quel caso, però, riproponiamo lo stesso workaround suggerito per il React-R: basta programmare P1 e P2 come se fossero le versioni completamente premute dei due grilletti in questione, per ottenerne un’efficace “versione digitale” dall’attivazione istantanea. Questo trucco, però, precluderebbe l’uso della modalità Pro-Aim. Ci piace molto l’impugnatura zigrinata “ergonomica refrigerata” (qualunque cosa voglia dire), rivelatasi piacevole da usare anche dopo diverse ore di gioco. Ci piacciono molto anche i due colori in cui l’unità è disponibile, in particolare la versione blu magma [https://it.turtlebeach.com/products/blue-magma-recon-cloud-controller], così come eccellenti sono la precisione delle leve e l’idea di implementare una modalità cecchino.

Turtle Beach Recon Cloud

Ci sono piaciuti un po’ meno, invece, i compromessi che bisogna decidere di fare ogni volta: voglio giocare senza il cavo? Non posso usare le cuffie (neanche con Android); voglio usare la modalità cecchino? Non posso programmare la paletta P2 a piacimento; voglio giocare su Xbox? Devo usare il cavo. Insomma, ci permette di fare tante cose, ma non tutte assieme ed è un peccato. Però per 100 euro (perdonatemi l’arrotondamento verso l’alto di un centesimo) ci portiamo a casa un attrezzo molto più che convincente, che possiamo usare proficuamente con diverse piattaforme da gioco, con e senza cavo, riuscendo magari a valorizzare anche quel vecchio paio di cuffie che non usavamo quasi più perché non avevamo un modo rapido per equalizzare il suono o per modificare il volume. In definitiva si tratta di un ottimo prodotto, che ha tutte le carte in regola per diventare il mio controller di gioco preferito per tutta una serie di fattori come l’autonomia, il peso contenuto e la facilità d’impiego.

Voto 8.9

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