Diablo 2 speedrun

Diablo II: Resurrected

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Il paradosso delle speedrun di Diablo 2

Quello fra speedrun e Diablo 2 sembra un matrimonio nato sotto i peggiori auspici: le prime infatti richiedono certezza del percorso, mentre il secondo ha insite nelle sue meccaniche componenti casuali. Ma è davvero così?

Diablo 2 speedrun

Se penso a un esempio di speedrun, la mia mente non può che andare a una sessione di gioco non solo rapida ed eseguita alla perfezione, ma segnata anche da una componente di programmazione e ripetitività ben precise. Uno studio e ricerca della run ideale che una volta di dominio pubblico viene messa in atto nel miglior modo possibile, tramite il risultato di un mostruoso impegno nell’allenamento rifinendo le medesime azioni ancora e ancora.

Rimasi quindi molto stupito scoprendo la comunità di speedrunner attorno a Diablo 2, gioco che fa della casualità un elemento centrale: mappe dei livelli, nemici e soprattutto equipaggiamento disponibile sono rielaborati ad ogni partita, producendo anche enormi differenze. Certi tiri di dado si ripetono in gran numero permettendoci di ignorare i colpi di fortuna e iella che si annulleranno a vicenda lungo la partita, come nel caso della probabilità di colpire degli attacchi e i danni inflitti per colpo. Ma ottenere una mappa favorevole (con la giusta concentrazione di mostri o con l’uscita molto vicina all’entrata) o ricevere un oggetto particolarmente desiderabile (evento con una probabilità di 1:150 quando va bene, o 1:2000 in casi così così, o anche molto peggio a seconda dell’equipaggiamento considerato) sono casistiche più rare e con impatto ben più incisivo e variabile, all’apparenza impossibili da approssimare a un valor medio fisso valido per ogni run.

Con un’inconsistenza tale come sua spina dorsale è quindi normale chiedersi come si possa trovare in Diablo 2 quello studio ragionato, percorso di allenamento e premiazione dell’abilità personale necessari a costruire un ambiente di speedrun appagante e non prestazioni dettate in massima parte dalla dea bendata. Questo dilemma è ciò che mi ha affascinato della disciplina, e la sua soluzione è stata una sorpresa perché non solo dimostra grande competenza, ma approccia il titolo in una maniera possiamo dire genuina, che il tipico giocatore impegnato a “farmare” online ha purtroppo dimenticato. Ma a tutto ciò ci si è arrivati per gradi.

LE ORIGINI

Il primo approccio della community fu poco sorprendentemente tentare di eliminare il problema alla radice, rimuovendo l’elemento casuale attraverso la suddivisione della run in segmenti: creando copie di backup dei file di gioco è possibile introdurre una sorta di funzione di salvataggio e caricamento assente nel prodotto originale (che salva continuamente i nostri progressi, “alla Dark Souls” diremmo oggi). Attraverso questa manipolazione si può quindi ripetere più e più volte una porzione di partita, per esplorare la mappa in anticipo o aspettare dei “drop” soddisfacenti, scartando i tentativi sfortunati prima di proseguire. Solo i segmenti migliori verranno conteggiati nella run, per comporre la “partita perfetta”. Usando questo metodo, uno dei primi record registrati per arrivare all’uccisione del demone Baal fu di poco meno di due ore.

Il divertimento iniziò alcuni anni dopo con il diffondersi di speedrun eseguite in diretta, fenomeno sostenuto dalla nascita di eventi come il Games Done Quick e l’avvento della piattaforma Twitch. Un format inadatto a prestazioni macchinose e frammentarie che ha spinto gli speedrunner a riscoprire il gioco per com’è stato concepito e affrontare la sfida contro il tempo abbracciando la forte componente aleatoria, superandola con strategie sempre più accurate e una conoscenza minuziosa di Diablo 2 a tutto tondo. Il successo di questo percorso non s’è limitato a incrementare la fruibilità e popolarità delle sfide contro al tempo, ma ha anche prodotto risultati pratici eccezionali, superando anche i precedenti record delle partite a segmenti. Sul sito speedrun.com l’attuale primo posto della categoria “Any % Baal Normal” dell’originale Diablo 2 Lord of Destruction è di 55 minuti e 42 secondi, ma negli ultimi due anni la corsa è continuata con Diablo 2 Resurrected, dove ci abbassiamo a 43 minuti e 57 secondi per “Any % Baal Normal” e a 2 ore, 12 minuti e 57 secondi per “Any % Baal Hell”. Osservando lo storico si nota inoltre che la situazione è tutt’altro che statica, con frequenti cambi alla classifica. Come si è giunti a una tale consistenza di risultati?

MITI DA SFATARE

Le difficoltà legate alla navigazione di mappe randomiche sono state sconfitte studiando attentamente i livelli generati, fino a scoprire che non sono poi proprio così imprevedibili: l’algoritmo alla base presenta una serie di vincoli ed elementi che si associano l’un l’altro, permettendo di osservare una serie di schemi ripetuti. A volte se ne ricavano regole molto semplici ed efficaci, ad esempio nei piani della Torre Dimenticata basta “voltare a sinistra” uscendo dalla stanza d’entrata e si troveranno molto velocemente le scale per proseguire nella discesa. Altre aree risultano più estese e complesse e mettono in mostra tutta la bravura dello speedrunner in grado di riconoscere strutture, connessioni ricorrenti e in generale “sentire” la disposizione della mappa tramite diversi indizi, mentre agli occhi dello spettatore sembra guidato da un vero e proprio sesto senso.

E per il loot casuale? In fondo lo sanno tutti che per riuscire a proseguire in questo tipo di hack and slash c’è bisogno di una sana dose di farming e tanta fortuna per trovare un buon equipaggiamento. Beh, a quanto pare questo pregiudizio radicato non è poi così vero, almeno per quanto riguarda Diablo 2, sia che la run si fermi alla difficoltà Normale sia che tiri dritta fino al completamento del ben più tosto Inferno. Ovviamente, si gioca in solitaria e senza scambiare oggetti con altri personaggi.

Il titolo ha raggiunto un ottimo equilibrio affiancando ai puri drop casuali e raramente buoni tutto uno strato secondario di drop “pilotati”, grazie ai quali sapendo come muoversi e a cosa puntare è molto veloce equipaggiare in modo dignitoso il nostro personaggio. Nelle prime fasi di gioco, ad esempio, hanno un grande impatto sull’efficacia delle classi magiche anelli con l’attributo “+10% velocità di lancio incantesimi”, ma per trovarli non ci si deve affidare troppo al caso, basta aprire le tombe presenti in mappe come la già citata Torre Dimenticata che hanno intrinsecamente un’elevata probabilità di regalarvene uno.

LA COMPONENTE CASUALE DI UNA RUN DI DIABLO 2 PUÒ ESSERE LIMITATA GRAZIE AI MECCANISMI INTRINSECHI DEL GIOCO, SE SI SA COSA FARE E DOVE ANDARE

Vengono in aiuto anche e soprattutto le Parole Runiche, serie di rune che se inserite in un oggetto base gli donano proprietà fisse molto potenti. Come trovare queste rune? In fondo alla Torre Dimenticata citata prima c’è il boss La Contessa, che possiede la speciale proprietà di premiarci con diverse di esse ad ogni uccisione. Certo, non offrirà facilmente quelle più rare, ma bastano una manciata di ripetizioni del piccolo dungeon per raccogliere con sicurezza i pezzi necessari a diverse parole runiche facili da assemblare ma da non sottovalutare affatto. Furtività, Foglia, Malizia vengono ignorate da molti giocatori con la mente già proiettata verso l’endgame, ma possono stravolgere la rapidità con cui oltrepassare la prima difficoltà del gioco. Se l’obiettivo è sconfiggere Baal a Inferno vengono in aiuto anche Spirito, Bianca, Fumo, Rima, Dottrina, Vista Interiore, Nera. Anche escludendo le parole runiche complete, già solo saper individuare i bonus più redditizi da singole rune o gemme, come il “+2 mana per uccisione” o un succoso +30% di resistenza elementale prima di un boss associato, ci permette di assemblare oggetti tarati sulle nostre esigenze e agevolare sensibilmente la progressione.

Coi suoi +25% a velocità di corsa, lancio incantesimi e recupero dai colpi, non c’è da stupirsi che questa parola runica sia diventata un oggetto fondamentale nella storia delle speedrun, anche perché le rune richieste sono comunissime.

Diciamo che vi ho convinto che non c’è bisogno di farmare ore e ore per avere un buon equipaggiamento, ma col livello del personaggio come la mettiamo? Se non si fanno salire i numerini non si vince, giusto?

L’ultimo atto di Diablo 2 compresa l’espansione Lord of Destruction impone già di suo un grado minimo per completare il gioco, ovvero il livello 20 per la difficoltà Normale, 40 per Incubo e 60 per Inferno: la penultima missione, la prova degli Antichi, non si attiva senza soddisfare questo vincolo. Una volta raggiunto questo livello, comunque piuttosto basso, non ci sono eccessive difficoltà nel concludere l’avventura senza andare più in là, anzi la sfida per gli speedrunner sta proprio nell’ottimizzare la crescita dell’avatar per soddisfare il requisito senza fare nessuno sforzo in eccesso. Ogni classe d’avventuriero avrà comunque i mezzi per abbattere i Primi Maligni. Le più gettonate sono l’Assassina, per i considerevoli danni ad area della trappola Veglia di Fuoco e per l’aumento della rapidità di movimento dall’abilità Scatto di Velocità, e l’Incantatrice per i discreti danni diretti di varie magie con l’aggiunta del magnifico Campo di Stasi (ad ogni lancio rimuove il 25% dei punti vita rimanenti del nemico, incredibilmente utile su ammassi di hp come boss e mini-boss) e il Teletrasporto sopperisce alla minore rapidità di corsa.

CLASSI CON ATTACCHI AD AMPIO RAGGIO SONO OVVIAMENTE AVVANTAGGIATE

Classi di questo tipo, con attacchi ad ampio raggio e bonus chiave già presenti tra le loro capacità sono ovviamente avvantaggiate, soprattutto per come funzionano gli attacchi magici: non possono mancare il bersaglio e la loro potenza è dettata solo dal livello dell’abilità usata anziché moltiplicando il danno dell’arma impugnata. Personaggi che combattono in mischia hanno più problemi, perché la probabilità di colpire gli avversari dipende anche dalla differenza di livello tra loro e l’attaccato, e per fare male serve trovare un’arma seria. Tuttavia, perfino chi soffre più di tutto questo, ovvero il buon vecchio Barbaro, può recuperare terreno con Parole Runiche come Acciaio e Malizia per abbassare la difesa nemica e infliggere ferite che provocano danni ripetuti nel tempo, mentre a Incubo e Inferno può sempre riconvertirsi pure lui a personaggio lancia magie sfruttando il ramo delle urla da guerra, senza dimenticare di ricorrere a Nera e il suo Colpo Devastante (un effetto simile a Campo di Stasi) per abbattere i boss. Non porterà a casa record assoluti, ma l’arrivo al traguardo non si nega a nessuno.

Facendo leva sulle giuste caratteristiche è quindi più che fattibile completare il gioco anche fermandosi a livelli bassi, e come dicevamo prima l’obiettivo diventa proprio ottimizzare la crescita del personaggio per raggiungere il livello necessario nel minor tempo possibile. Riuscirci è prima di tutto questione di individuare i nemici e le aree più redditizie in termini di punti esperienza. La regola è semplice: uccidere solo o quasi i gruppi composti da campioni o mini-boss e sottoposti, in quanto offrono rispettivamente tre e cinque volte l’ammontare di esperienza delle loro versioni base. Uno stacco così netto da rendere triviale perdere tempo con mostri più deboli e sparpagliati, da evitare con del semplice slalom. Imparare a schivare le sfide superflue diventa centrale soprattutto a Inferno, dove per via delle immunità complete a certe fonti di danno assegnate ai nemici bisogna rassegnarsi a non poter vincere ogni battaglia. Se vi preoccupano le situazioni più affollate, dall’Atto 3 Incubo del gioco potrete procurarvi una staffa con cariche di Teletrasporto dai mercanti, così da togliervi d’impiccio anche dalla mischia più pericolosa qualsiasi classe stiate usando.

UNA TORRE TALVOLTA DIMENTICATA

Per raccogliere velocemente esperienza serve quindi individuare le aree a maggior concentrazione di mostri speciali, incrociando le altre necessità della run esposte in precedenza. Uno di questi luoghi è, di nuovo, la famosa Torre Dimenticata che offre una più che buona opzione per crescere di livello. Sopperendo a così tanti bisogni in un colpo solo – anelli magici, rune, punti esperienza, tutto all’interno di una mappa semplice – è facile capire perché questo dungeon sia diventato un punto cardine delle speedrun di Diablo 2 per parecchio tempo. Altre zone d’interesse sono le lande desertiche dell’Atto 2, come l’Oasi Lontana e i suoi nutriti gruppi di scarabei elettrici, nemici pericolosi ma tra i più generosi coi punti esperienza. I migliori record attuali hanno però a sorpresa abbandonato la ripetizione della Torre Dimenticata e della Contessa, affidandosi a una tattica meno sicura ma potenzialmente molto più rapida: la mappa della prigione sotto al monastero, sempre nell’Atto 1. Questo dungeon offre sempre alcune stanze con gruppi di mostri d’élite e se si ha la fortuna di trovarsele tutte ravvicinate tra loro e al portale d’arrivo dall’hub si trasforma nel luogo di crescita ideale, molto più rapido delle alternative. L’altra faccia della medaglia è che se la mappa non ci sorride avremo perso tempo inutilmente, rovinando la run. Un approccio ad alto rischio e alti benefici che cozza con la visione ripetibile e sistematica alla speedrun che volevo raccontare, ma ciò non toglie che per anni la gara s’è corsa senza questa strategia e pure oggi gli speedrunner non la sfruttano quando preferiscono puntare sull’affidabilità anziché sul “o la va o la spacca”.

Diablo 2 speedrun

Il boss Duriel è un ostacolo critico delle prime fasi di gioco, ma può essere reso molto più semplice comprando pozioni del disgelo in città così da aumentare la resistenza al freddo del nostro personaggio. Un trucchetto che quasi solo gli speedrunner tengono a mente.

Chiusa quest’ennesima parentesi, il succo del discorso è che le speedrun di Diablo 2 hanno soverchiato la casualità che permea il gioco con la pura analisi e ricerca di strategie solide. Più volte nello storico dei record è apparsa una run “fortunatissima”, per delle mappe favorevoli o un drop rarissimo al momento giusto, portando a chiedersi quale prossimo bacio della dea bendata sarebbe servito per scendere sotto quel tempo. Eppure, anche questi primati sono stati presto infranti da partite del tutto “normali”, semplicemente grazie a bravura, spirito d’iniziativa e reattività dei runner sempre più affinate.

UNO DEI MERITI PIù GRANDI DELLE SPEEDRUN è CHE RIESCONO BENISSIMO A SCONFESSARE UN SACCO DI PREGIUDIZI CHE SI SONO CREATI ATTORNO AL GIOCO

Un’altra cosa ai miei occhi paradossale e bellissima di questo duello tra caso e affidabilità è che sconfessa un sacco di pregiudizi attorno al gioco. Per finire e godersi Diablo 2 non c’è bisogno di farmare all’infinito, né di pregare la fortuna, né di puntare solo ai personaggi più efficaci, né di affidarsi a strumenti esterni per svelare le mappe in anticipo, né di farsi portare dagli amici a livello 90 in fretta per iniziare “il gioco vero”. Tutte osservazioni spesso rivolte al gioco non senza disapprovazione e che in qualche modo sono diventate l’emblema di questo tipo di Hack and Slash, in un rapporto di amore e odio che intrappola nel suo ciclo di dipendenza. Un’immagine così radicata che sembra diventata per parecchio tempo il diktat attorno cui creare i suoi eredi che, talvolta sì, presentano gli stessi tratti enfatizzati e senza modo di aggirarli. Ci siamo rovinati da soli?

Quello che gli speedrunner fanno in due ore, a noi comuni mortali probabilmente ne richiede dieci, dodici, venti, ma resta del tutto alla nostra portata. Diablo 2 non è tanto un gioco di coordinazione e riflessi quanto di preparazione e conoscenze, ma accecati dalla rincorsa sempre più rapida, e in questo caso pigra, al cosiddetto “endgame” ci siamo dimenticati di tutte le sfumature di divertimento più genuino che può offrire. La pratica della speedrun, che comunemente ci fa pensare a forzature, azioni impossibili, sfruttamento di glitch e quant’altro stavolta è quella che ci ricorda come ci si possa godere la partita single player al naturale e nella sua interezza – e anche quelle multiplayer, ma questa storia ve la racconto la prossima volta.

Questo articolo è stato scritto per The Games Machine da Frequenza Critica, il blog italiano di approfondimento videoludico.

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