Star Wars - Il Risveglio della Forza - Speciale


Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
A volte mi sfugge quanto questa frase sia stata importante per il mondo dell’intrattenimento. Il rito dell’introduzione e poi la musica che parte, cresce, la scritta che sale in verticale in quel modo assolutamente unico. Star Wars, o Guerre Stellari per dirlo all’italiana, ha davvero rivoluzionato il cinema. Un cinema che negli anni dell’uscita del primo capitolo era perso dietro a una nuova concezione di Hollywood nata con autori come Coppola, De Palma, Scorsese e l’altro wonder boy del cinema americano, Steven Spielberg. Star Wars fu un terremoto, arrivò sconvolgendo tutte le regole, in breve diventò un fenomeno di massa, si impresse come un marchio infuocato nell’immaginario collettivo creando uno dei più idolatrati brand del mondo. Frantumò la concezione del cinema di intrattenimento, ed ecco perché quella frase lì: «Tanto tempo fa, in una Galassia lontana, lontana…» è così importante: ha segnato il passo tanto che esiste un pre e un post Star Wars. Leggerla sullo schermo del cinema deve essere un’emozione unica, a prescindere da quello che succederà nelle due ore immediatamente successive. Quell’inizio, quella nota alta che parte con la traccia leggendaria di John Williams, ha un valore che va oltre a quello del film in sé. Per quanto mi riguarda ho avuto modo di vederla al cinema solo tre volte, e per un paio di queste ero comunque troppo piccolino per rendermi conto della portata dell’evento.

Questa volta, sull’orlo dei trenta, ho piena comprensione di cosa significherà vedere il nuovo capitolo di Guerre Stellari. Capisco cosa comporta, il carico di aspettative impossibili da colmare, il clima di festa e quella sensazione stranissima di celebrare il vecchio piuttosto che il nuovo. Quando comparirà la scritta Star Wars e partirà la musica sarò aggrappato alla poltrona, godendomi l’attimo. A questo punto, passata l’eccitazione del momento (che di sicuro sarà sottolineata da un’imbarazzante ovazione in sala, a cui ovviamente mi unirò con entusiasmo!) si profileranno due scenari davanti a ogni spettatore della domenica, a ogni amante di Star Wars, a ogni critico cinematografico o annoiato dell’ultima ora che ha semplicemente deciso di vedere il film più importante dell’anno: il film sarà bello oppure il film sarà brutto.

IL LATO OSCURO DELLA FORZA

Cosa può andar male? In realtà non serve uno sforzo di fantasia troppo ardito per immaginare i motivi più superficiali della catastrofe. Basta pensare a Episodio I. Io ero ancora un bimbo quando è uscito, e di certo non esistevano i social media e quindi il film non era così presente nelle nostre vite come lo è questo Episodio VII che infesta le bacheche Facebook di mezzo mondo, ma sono sicuro che se fosse uscito in questo momento storico saremmo stati lo stesso bombardati di Obi Wan Kenobi e Qui Gon Jinn. Il trailer era ben curato, le premesse perfette (raccontare la genesi del cattivo cinematografico per eccellenza)… e poi? A conti fatti Episodio I è stato un disastro sotto ogni punto di vista, ha addirittura portato alla nascita di una branca negazionista che rifiuta l’esistenza della nuova trilogia nella continuity dell’universo di Star Wars. Qui passiamo al secondo discorso: la fanbase di Star Wars è popolata da fanatici vicini all’idea di integralisti religiosi. Questo significa che è praticamente impossibile accontentarli e se questo episodio sarà comunque un buon film risulterà lo stesso inutile di fronte al tempio personale di miti, leggende e storie che questi fanatici hanno costruito.

il rischio più concreto è un rifacimento senza pepe della storia del primo Star Wars

D’altronde mettere le mani in una saga del genere è un azzardo. La concezione di Universo Espanso ha dato il via a un fenomeno che ha allargato Star Wars a uno spazio narrativo decisamente più grande di quello raccontato dai soli film: tra videogiochi, fumetti, romanzi e serie a cartoni animati (come Clone Wars e Rebels) è davvero difficile tenere insieme una storia che ormai è talmente grande da risultare stretta per la pellicola. Episodio VII ha il compito ingrato di tirare le fila di tantissimi discorsi pur risultando comprensibile anche a chi negli anni non ne ha seguito l’evoluzione. Banalmente Episodio VII dovrebbe risultare godibile anche per quei cinque o sei sfortunati al mondo che non hanno mai visto Star Wars, visto che è questo lo scopo di rilanciare un brand dopo tanti anni di assenza. Il nuovo capitolo riprende da Il Ritorno dello Jedi (1983) e non da La Vendetta dei Sith (2005), e dalle avventure di Luke sono passati più di trent’anni. Trent’anni in cui questa storia è entrata a gamba tesa nell’immaginario collettivo e le idee della Forza, dei Sith e dei Jedi si sono talmente radicate nella mente degli appassionati (o di chiunque abbia vissuto sulla Terra negli ultimi quarant’anni) da aver guadagnato uno status che li pone ancora più in alto dell’effettivo valore dei film. Quello che intendo è che non tutti hanno visto L’Impero colpisce ancora, ma tutti conoscono quella battuta lì. È cultura popolare, storicizzata e irraggiungibile.

Quando riprendi in mano un lavoro del genere devi fare una roba esplosiva –vedi Mad Max Fury Road– che ha il coraggio di affrontare a testa alta il passato, perché l’alternativa è fare una roba scialba, come l’ultimo Indiana Jones, che poi finisce per risultare ancora più brutta di quanto non sia già. Perché, parliamoci chiaro, il rischio più concreto è un rifacimento senza pepe della storia del primo Star Wars, con il protagonista intrappolato in un posto dove sente di non appartenere, il cattivo mascherato e carismatico e un’arma in grado di sventrare un intero pianeta, significherebbe un risultato piatto. Al massimo un film carino e questa volta l’effetto Jurassic World (che cade proprio in questo tranello) rischia di far esplodere l’intero universo.
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IL LATO CHIARO DELLA LUCE

Dalla parte della luce esistono due certezze, almeno per il sottoscritto: la Disney e J.J. Abrams. Ora, lo so che leggendo il primo nome qualcuno di voi ha storto la bocca, ma raddrizzatela pure perché la Disney ha dimostrato di essere tutt’altro che sciocca nel saper gestire i suoi brand. Sotto la sua produzione Marvel ha realizzato alcuni dei suoi migliori film (basta guardare ai straordinari Guardiani della Galassia, ma anche all’idea di produrre una serie televisiva adulta come Daredevil), senza mai spaventarsi di farcirli con temi scorretti, personaggi non proprio positivi e un linguaggio non sempre pulito. La verità è che Disney è stata quanto di meglio sia capitato all’avventura cinematografica della Marvel e forse se fosse intervenuta prima a gestire i diritti, ci saremmo risparmiati una caterva di film orribili sui Fantastici Quattro e io per riconoscimento avrei tappezzato casa mia di adesivi di Topolino con grande piacere. Per quanto riguarda Abrams, posso dire soltanto che ha preso l’altro grande immaginario fantascientifico, quello di Star Trek, e ne ha tirato fuori due film che di certo hanno fatto gridare allo scandalo i fanatici della vecchia saga, ma che hanno catturato una fetta di pubblico enorme, mai così interessata a Kirk e compagni. Compreso il sottoscritto che non ha mai sopportato il vecchio noiosissimo Star Trek. Abrams ne ha girato una versione moderna, tecnicamente eccellente, ben scritta e appassionante, che di certo non entrerà negli annali del cinema, ma per me è un risultato incredibile. Allo stesso modo si è dimostrato all’altezza di gestire quell’altro tipo di fantascienza, quella legata agli stilemi spielberghiani, con Super 8. Tecnicamente è un regista in gamba che ha grandi idee e grandi mezzi. Se avessi dovuto scegliere un regista per Episodio VII, ve lo giuro, avrei fatto il suo nome.

Mettetevi davanti allo specchio, guardatevi in faccia e chiedetevi se Abrams e Disney possono fare peggio di quello che abbiamo visto nella seconda trilogia

Volete un altro ottimo motivo per essere ottimisti? Mettetevi davanti allo specchio, guardatevi in faccia e chiedetevi se Abrams e Disney possono fare peggio di quello che abbiamo visto nella seconda trilogia. La risposta, ovviamente, è no. Ecco il perché: prima di tutto Abrams sembra intenzionato a utilizzare effetti speciali che non siano più del tutto dipendenti dalla CGI invasiva e fastidiosa (e anche dannosa), come quella che Lucas ha deciso bene (si fa per dire) di inserire nei primi tre film. Per farsi un’idea della qualità del lavoro dietro a Episodio VII basta guardare il bellissimo droide BB-8 che rotola gioioso nel deserto in carne e ossa (o meglio, metallo e ingranaggi). C’è poi un ritorno alle origini piuttosto palese per quanto riguarda il canovaccio stesso: abbiamo una storia che racconta della battaglia tra buio e luce, semplice e lineare come qualsiasi favola fantasy che si rispetti. Tutti gli sproloqui in politichese che hanno inquinato i tre episodi recenti sembrano spariti nel nulla, o almeno nel trailer non ce n’è traccia. C’è invece un villain estremamente carismatico, e anche se questo non aveva salvato Episodio I (dove Darth Maul aveva il giusto look e la cattiveria adatta al ruolo), di certo ha rappresentato il suo unico punto di forza. La scena della battaglia tra il Sith e i due Jedi era l’unica luce in una pellicola di due ore e mezza che faceva piangere sangue. A questo va aggiunto l’amore che traspare verso l’idea stessa di una storia lineare, che qualcuno definirebbe manichea (come rappresentare l’inghippo dell’assoluto jedi: soltanto un Sith vive di assoluti) che però è riuscita a dimostrare occasioni di contaminazione tra i due lati della Forza che rendevano ancora più interessante quello che succedeva, più ambiguo seguire le avventure di un Luke fortemente tentato dalla violenza e dalla vendetta.

Vi sarete fatti un’idea piuttosto chiara della mia posizione: io sono uno degli entusiasti. Di quelli che si sono emozionati fino alla commozione davanti al primo teaser, quando la voce fuori campo chiamava in gioco le forze del bene mentre il tema di Williams partiva a tutta forza e il Millennium Falcon attraversava lo schermo. Ho avuto la pelle d’oca a riascoltare il discorso di Luke nel secondo teaser («La forza scorre potente nella mia famiglia…») e ho sussultato quando, guardando l’ultimo trailer, viene mostrata la maschera carbonizzata di Darth Vader. E la cosa meravigliosa è che non sono uno di quei fan integralisti di cui parlavo prima, mi sento semplicemente molto fortunato di poter assistere a un evento del genere finalmente all’età giusta. Grato di far parte di qualcosa di così grande che a ogni novità, ogni notizia, ogni filmato, trasforma la rete in una famiglia di bambocci di trenta, quaranta o cinquant’anni che non vedono l’ora di entrare in sala e vedere i loro eroi incrociare ancora una volta le spade laser. Che la forza sia con noi nell’attesa fino al 16 dicembre.

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