Il gioco nell’epoca della permalocrazia

Sono davvero costernato. Scosso. Sconvolto. È successo di nuovo, nonostante tutte le mie proteste, le mie sofferenze, le mie richieste rimaste lettera morta: c’è stato un orribile incidente in tangenziale, con morti feriti contusi e tutto il resto, e qualcuno lo ha chiamato ancora “sinistro”.politically correct videogiochiEbbene, io vorrei illustrare quanto sia lesivo, nei confronti di noi mancini, noi reietti che scriviamo con la mano sinistra (quella del diavolo, assolti da preti e scienziati ma non ancora del tutto dalla società), l’uso tanto sconsiderato di questo termine. “Sinistro”, infatti, rafforza l’accostamento psicosomatico tra una precisa metà del corpo e una serie di eventi nefasti. E noi mancini, che diavolo, non siamo mica due o tre: siamo un essere umano su dieci, una minoranza che merita rispetto.politically correct videogiochi

Cosa può dare più fastidio in Resident Evil 5? Che le protagoniste potrebbero apparire sulla copertina di Vogue, o gli zombi dalla pelle nera?

Già siamo discriminati da tutti i produttori di strumenti “anatomici” che, puntualmente, lo sono soltanto per chi usa la mano destra; già dobbiamo subire, fin da piccoli, la lordura del dorso tutte le volte che scriviamo con una matita o una penna cancellabile; già ci tocca rispondere mille volte a quella domanda scema del tipo “ma come fate voi altri a scrivere con la sinistra?”; già ci tocca impazzire per imparare a suonare la chitarra (e no, non le giriamo le corde: altrimenti ci tocca pure subire gli insulti di quei maleducati che provano a suonarla senza permesso e poi ti dicono “ma che cazzo ha la tua chitarra? Ha tutte le corde sbagliate!”). Insomma, già ci tocca vivere in una società di normodotati che scrivono, mangiano, tagliano, afferrano e si lavano le pubenda con la mano destra… essere tirati in ballo anche per ogni evento sfortunato è davvero troppo. Chiedo, anzi, pretendo d’ora innanzi, che si dismetta subito l’uso improprio del suddetto termine a favore di altri, per esempio infortunio, disastro, catastrofe, tragedia. Ma non sinistro. Grazie.politically correct videogiochi

Difficile che a un ispanico sia riservato un ruolo diverso da quello del criminale, nei telefilm come in GTA

Vi sembro esagerato? Avete perfettamente ragione. Oggi noi mancini viviamo in una società che, fortunatamente, ha saputo accettarci anche per la mano con cui scriviamo. Non possono dire lo stesso altre minoranze: invalidi, africani, islamici, rom, diversamente bianchi e diversamente etero. Per loro ci sarà sempre – o c’è ancora, se vogliamo ottimisticamente intravedere un futuro migliore – da pagare il dazio della diversità. Del fare diversamente e dell’essere fuori dal comune, nel senso letterale dei termini. Questo perché a fare la “normalità” è solo la vasta maggioranza delle persone che si comportano allo stesso modo, usando la stessa mano per scrivere, amando il sesso opposto, pregando lo stesso dio, facendo le stesse cose e, questo, indipendentemente dal loro grado di empatia, tolleranza, intelligenza. La normalità fa muro cercando di etichettare, catalogare, contenere e possibilmente espellere tutti i freak che non rientrano entro i confini “normalmente” condivisi da “tutti”.

La discriminazione è un male per chi la subisce e una malattia, alle volte mai diagnosticata, per chi la fa. Negli ultimi tempi si è fatto molto per risolvere il problema, con adeguate campagne di informazione e con personaggi “diversi” inclusi a forza in qualsiasi fiction televisiva.

Benigni dipinse la tragedia dell’Olocausto con sapiente delicatezza, dispensando lacrime e risate da un campo di concentramento. Neanche l’Oscar però sopì del tutto le polemiche

Ormai non c’è più telefilm o videogioco che non includa la trans, l’omosessuale, il nero, l’asiatico, e c’è perfino chi vorrebbe che tuttǝ usassero la schwa al posto delle vocali per rendere l’Italiano più inclusivo (tranquilli: io non lo farò). Ma c’è anche un modo estremamente sbagliato di affrontare il problema, ed è quello di sviluppare una sovrumana sensibilità verso il medesimo. Pretendere di cambiare il vocabolario, di correggere tutte le opere del passato, di abbattere le statue di personaggi che adottarono comportamenti oggi controversi, di boicottare libri, film o videogiochi solo perché secondo me offenderebbero questa o quella comunità di persone, di cui non necessariamente faccio parte. Negli ultimi mesi ne abbiamo viste di ogni, con le major sempre pronte a calare le braghe e a scusarsi, ché sono spesso società pubbliche quotate in borsa e basta veramente poco a far cambiare idea agli azionisti. Certo, gli stereotipi non fanno del bene, perché rafforzano i pregiudizi invece di aiutare a superarli, e su questo credo siamo tutti d’accordo.

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