PS5? Il mio Digital Divide

Da appassionato di tecnologia nonché programmatore e pro gamer wanna-be, ho camminato uno o due passi avanti della media tech. Fino al 19 novembre 2020

La scritta “out of stock” campeggiava ovunque, con improbabili inviti a lasciare l’indirizzo email per essere ricontattati, patetica trasposizione del “le faremo sapere” quando a un colloquio di lavoro in un’autofficina dici che il volante è uno che vola. Iniziai così la caccia al restock, refreshando compulsivamente tutti i negozi online nella vana speranza che alla milionesima pressione del tasto F5 sarebbe magicamente apparsa una console disponibile, prodotta magari in una fabbrica del Wakanda dove la salute dei lavoratori vale meno del mio intrattenimento, e con l’opzione di consegna super rapida a bordo della Lamborghini Huracan della Polizia. Ma non fui in grado di portare a casa il gioiellino di casa Sony per Natale. Né per l’Epifania. E tutt’ora non ho idea di quando potrò mettere l’adorata scatoletta bianca in soggiorno. Nel frattempo, l’assordante buzz della rete con video di unboxing, gameplay, recensioni, critiche e lodi, con tutti i miei contatti a chiedermi di confermare o smentire ciò che si dice in giro.

ps5 digital divide

Davvero stona in soggiorno? Non saprei. È rumorosa? Chissà. Sul serio all’inizio ti sbagli e la metti a testa in giù? Può essere. Scalda? Consuma? Puzza? E al mio tergiversare, la domanda bomba: ma come, non ce l’hai? Tu che sei nerd, geek, smanettone, gegnodelcompiuter (sic)? No, non ce l’ho, e l’appuntita matita rossa del digital divide ha tracciato un’altra volta i suoi confini, escludendomi. Siti, articoli e video che trattano la PS5 parlano un linguaggio che non conosco. E ancora razza, religione e politica sono estranee. Semplicemente, non ne hanno fatte abbastanza, e io sono rimasto senza. In buona compagnia, devo dire, anche se ciò non mi consola. Un apparecchio il cui prezzo è ridicolo se paragonato ai potenti PC da gioco sta facendo da discriminante. Ironia della sorte proprio una console, che è quanto più di democratico possa esistere nel gaming, dato che sono tutte uguali.

Davvero stona in soggiorno? Non saprei. È rumorosa? Chissà. Scalda? Consuma? Puzza? E al mio tergiversare, la domanda bomba: ma come, non ce l’hai?

Questa storia mi stava dando segni di squilibrio mentale, delirio e allucinazioni. L’altro giorno ero in cucina con mia moglie a preparare la cena, e mentre stiamo cuocendo riso e marinando bistecche, mi lascio sfuggire che proprio non riesco a trovarla, questa console. “Se è per questo non riesci a trovare nemmeno il punto G”. “Scusa, come hai detto?”. Non aveva detto nulla, semplicemente si girò e mi disse che avevamo finito le braciole. “Ok, domani vedo se le trovo”. “Almeno per quelle, potevi farlo il preorder”. “Scusa, come hai detto?”. Niente, stava solo schiacciando dell’aglio nel mortaio.

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