I METROIDVANIA SONO ANCHE UN GENERE ESTREMAMENTE MALLEABILE, SI PASSA DALL’ACTION RPG DEI CASTLEVANIA ALLA MINIERA VIRTUALE DEGLI STEAMWORLD DIG ALLA FANTASCIENZA HORROR DI ALIEN: INFESTATION E VIA COSÌ

Guacamelee è il metroidvania che si fa beat ‘em up, fluidissimo, cattivo, pieno di combo, platforming e folklore messicano!
E poi robe totalmente matte come Wario Land 3, Yoku’s Island Express che trasforma tutto il mondo in un enorme flipper, la staticità di Dandara e la contaminazione roguelite di Dead Cells, la lucha libre di Guacamelee e l’animo narrativo di Iconoclasts, finendo con la bellezza assoluta del più moderno ed esteticamente abbagliante Ori and the Will of the Wisps. Ma anche praticamente tutti gli Zelda, che nessuno tende a inserirli nel filone perché ben mimetizzati nel loro unico habitat. Questi e decine di altri titoli nascondono nel loro codice il segreto della progressione perfetta, punto di contatto tra l’action/platform 2D e le avventure dinamiche alla Another World, il ritmo che segue una morbidissima parabola ascendente, i save point come un luogo sacro dove riposarsi dopo aver rischiato di rimetterci le penne lungo la strada. Eroi caduti gettati in ecosistemi bidimensionali, costretti ad imparare poco alla volta, da corpi estranei a faraoni della piramide alimentare, elevandoci insieme al nostro alter ego e ritornando leggenda.

Ori è l’arte visiva che si fonde al genere per rappresentarlo nel mondo contemporaneo. Due capolavori sotto qualsiasi aspetto li si guardi.
IL BACKTRACKING NON È ALTRO CHE RAPPRESENTAZIONE LUDICA DELLA RICERCA DI UNA VIA D’USCITA, CHE A VOLTE BISOGNA TROVARE (LETTERALMENTE) A TESTATE
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