Rinnamorarsi dei JRPG

Ora non si direbbe visto quello che gioco abitualmente, ma da bimbo, quando ancora stavo cercando di capire il mondo dei videogiochi, imparando passo passo a comunicare col gameplay, avevo paura dell’azione diretta.

jrpg editoriale

Pensare che adesso è considerato un personaggio un po’ così, ma io me lo ricordo come un gran figo!

Shooter, hack ‘n slash, per non parlare di horror e simili (quelli ancora adesso eh) mi mettevano ansia, non mi sentivo all’altezza, non ero abbastanza reattivo, forse non ero ancora pronto ad affrontare quei titoli che giocava mio fratello; roba da grandi oh, chi c’ha voglia di crescere? Ogni volta che ci provavo e fallivo, un po’ demoralizzato, avevo però un posto dove tornare, una comfort zone videoludica che non mi ha mai abbandonato fino all’adolescenza: i JRPG.

Da Final Fantasy VIII in avanti fu solo amore, come quello tra Squall e Rinoa

I combattimenti a turni che mi esoneravano dall’azione diretta, come un certificato medico per evitare le ore di educazione fisica (in realtà le amavo, ma ci siamo capiti), quelle città palpitanti di gente che pareva vera come in nessun altro videogioco, ognuna indaffarata, sempre pronta a scambiare due chiacchiere, affabile, o a venderti la qualsiasi in città meravigliose, fantastiche, a volte malfamate, che richiamavano culture, architetture e tradizioni viste solo sui libri di scuola, rielaborate in una dimensione parallela. Da Final Fantasy VIII in avanti fu solo amore, come quello tra Squall e Rinoa, con PS One culla del genere a svezzarmi con Breath of Fire IV e il suo stile cartoonesco, Legend of Dragoon e Legend of Legaia col loro sistema di combattimento rivoluzionario, il gotico Vagrant Story e il sognante Final Fantasy IX (solo più tardi sarebbe arrivato il VII).

Poco importava se talvolta l’inglese fosse un ostacolo insormontabile, ci capivamo a gesti. Gli sfondi pre-renderizzati talmente dettagliati da sembrare in 4K, per un paio d’occhi estasiati come i miei, quelle armi leggendarie, i personaggi sempre over the top, tormentati, bizzarri, malvagi. Un amore che supera la crisi del settimo anno in scioltezza, con PS2 mattatrice del genere e Game Boy Advance a tirare fuori roba di una bellezza senza senso come i due Golden Sun e il primo Mario & Luigi Superstar Saga, tra i miei preferiti in assoluto.

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