Scrivo queste righe pochi giorni dopo aver terminato Saints Row: The Third Remastered. L’idea di buttare giù questo editoriale mi è venuta proprio mentre scorrevano i titoli di coda, perciò oggi vi beccate questa breve riflessione.
Avevo iniziato a rigiocare (quasi) tutta la saga targata Volition da quando ho recensito Saints Row 4 in versione Switch, ormai qualche mese fa, poi è venuto il momento del secondo e ora è stata la volta del terzo. Purtroppo il capostipite è relegato alla sola Xbox 360: non avendo mai posseduto la console Microsoft, è un titolo che a tutt’oggi manca nel mio curriculum videoludico. Probabilmente non saprò mai se sia davvero il titolo peggiore della serie, come leggo spesso in giro per la Rete. Ciò che spero e mi auguro con tutto il cuore, però, è che il primo Saints Row rimanga il peggiore del franchise anche dopo il 25 febbraio del prossimo anno. Perché proprio quella data? Perché è in quel giorno che uscirà il reboot mai richiesto della saga.
UN CALCIO AL PASSATO
Un reboot che cancella con un colpo di spugna tutto quello che è stato costruito negli ultimi quindici anni. Non so voi, ma quando penso a Saints Row la prima cosa che mi viene in mente è il gruppo folle e strampalato formato dal Boss, Shaundi, Pierce e Johnny Gat. Per me quelli sono i Third Street Saints. Quello è Saints Row. Al di là della formula interamente incentrata sul cazzeggio puro, sulle truffe assicurative, sulla distruzione di tutto ciò che ci circonda e sul totale rifiuto del politically correct.
Invece il reboot viene definito come un nuovo inizio per la serie, come potete leggere nell’esaustiva anteprima di Saints Row che abbiamo pubblicato qualche settimana fa. C’è una nuova città, Santo Ileso, una nuova minaccia formata da tre bande criminali che si spartiscono il territorio cittadino, nonché un gruppetto di (anti)eroi del tutto inedito.
Un gruppo che sembra essere uscito direttamente da Fortnite
la delusione dei fan è totalmente legittima, ma non sta a loro decidere come debba o non debba essere un videogioco
SGUARDO AL FUTURO DI SAINTS ROW
Tra questi fan delusi mi inserisco anche io, intendiamoci, sebbene non abbia messo in atto alcuna forma di protesta. Per quanto mi riguarda, sono in ogni caso curioso di scoprire come si evolverà il franchise e cosa hanno in serbo gli sviluppatori. Sono altresì convinto che la fredda accoglienza riservata al videogioco di Volition sia comprensibile, ma non ha senso lanciarsi in invettive preventive che lasciano il tempo che trovano.

Mi viene davvero difficile provare a stabilire una connessione con questi ragazzini, probabilmente perché sto invecchiando.
È sacrosanto avere un’opinione negativa su quanto mostrato, ed è giustissimo storcere il naso verso un’operazione che si pensa possa essere inopportuna, perlomeno a mio avviso, ma se poi il nuovo Saints Row alla prova dei fatti dovesse funzionare? Se l’operazione di reboot dovesse riuscire?
La fredda accoglienza riservata al videogioco di Volition è comprensibile