Non è certo un mistero che, ormai da qualche anno a questa parte, Twitch e il mondo degli stream dedicati ai videogiochi siano diventati una parte fondamentale dell’ecosistema videoludico. Parliamo un po’ del senso che hanno.
Do per scontato che più o meno chiunque abbia aperto questo articolo sappia già cosa intendo quando parlo di streaming di videogiochi, ma giusto per assicurarmi che siamo tutti sullo stesso piano: se andate su Twitch, o anche su YouTube, potrete trovare centinaia di persone che trasmettono in diretta le loro partite, e le categorie includono più o meno qualunque gioco vi venga in mente (entro limiti ragionevoli, dai: tipo a Dawn of War 3 non ci gioca nessuno, mi spiace). Nato più o meno una decina di anni fa, da allora il fenomeno è cresciuto esponenzialmente e i canali più grandi raggiungono facilmente migliaia e migliaia di spettatori in contemporanea, in alcuni casi spingendo anche i publisher ad approfittare degli streamer per pubblicizzare i loro giochi.
VIDEOGIOCARE PER PROXY
I giochi sono parte della vostra vita da quarant’anni ma non avete mai aperto uno streaming? Non c’è niente di male in questo: così come sono sicuro che esista gente che gioca a calcio o pratica ciclismo ma non ha particolare interesse a guardare la Serie A o seguire il Giro d’Italia, è perfettamente normale che esista anche chi non trova particolarmente interessante guardare un’altra persona giocare. Però a volte, parlando dell’argomento, mi è capitato di leggere un discorso un po’ strano, che sostanzialmente si può riassumere in “non capisco il senso di guardare uno streaming”, occasionalmente associato a “cioè se devo guardare un altro che gioca, piuttosto gioco direttamente io, no?” Ecco, con il qui presente editoriale è proprio di questo che voglio parlarvi, sia mai che finisca per offrire a qualcuno un utile sguardo a come funziona il mondo di Twitch (e simili, tipo Mixer. Ahahahha, no dai, solo a scriverne il nome mi viene da ridere, e non è carino prendere in giro i defunti). Prima cosa: se guardo qualcun altro che gioca invece di mettermi a giocare io è perché quest’ultima cosa richiede molto più impegno. A volte non è che abbia proprio tutta questa voglia di, che ne so, andare su Elden Ring a farmi prendere a schiaffoni da Malenia, spada di Miquella; però magari ho voglia di guardare qualcun altro che soffr- ehm, che affronta la sfida al posto mio.
È intrattenimento, un modo di svagarsi e di passare il tempo, né più ne meno che sedersi sul divano e guardare l’Openjobmetis Varese affrontare il Banco di Sardegna Sassari (dai, lo ammetto, l’ho fatto apposta: anche i nomi delle squadre di pallacanestro, sport altrimenti nobilissimo, mi fanno troppo ridere). Anzi, in realtà è qualcosa di più: perché se mio padre quando guarda una partita e dice sconsolato “troppi sbagli, troppi sbagli” dall’altra parte dello schermo nessuno lo sente, invece con gli streamer c’è la possibilità di interagire tramite la chat (e altre cose tipo le subscription, i redeem, le donazioni coi bit, ma non complichiamoci la vita). E forse a qualcuno sembrerà una scemenza, ma uno degli elementi che hanno portato al travolgente successo di Twitch e del mondo dello streaming è proprio questo: il poter parlare con chi sta giocando, fargli domande, dirgli cose. Certo, magari scrivere in chat “sei proprio uno scarso di merda LOL” non è molto simpatico e dovreste evitare, ma questo è un altro discorso…
IMPARA CON LO STREAMING
C’è anche un altro lato dello streaming, e cioè quello per così dire educativo. Spesso e volentieri, sopratutto per quanto riguarda giochi online ma non solo, chi si mette a streammare è gente che ha un certo grado di dedizione per il gioco che porta, e non è raro che ci siano anche giocatori di alto livello che ci si dedicano, per arrotondare o perché no anche per sbarcare il lunario; perché tenere uno streaming di qualità è un lavoro, punto. Vi faccio un esempio concreto: ultimamente, per l’ennesima volta nel corso degli ultimi dodici anni (oddio, fa male solo a scriverlo) sono tornato a dedicarmi a League of Legends. Per curiosità, ho deciso di vedere se su Twitch c’era qualche streamer italiano interessante da seguire e mi sono trovato davanti Brizz94. Ora, a parte che è veneto e dunque le bestemmie sono la sua seconda natura, quindi se vi beccate scomuniche perché avete aperto il suo canale con le casse sparate non mi assumo responsabilità, e a parte che si arrabbia un sacco, Brizz (in arte “il magister”, noto anche con altri soprannomi fra cui il mio preferito è indubbiamente “miaogister”, nato dal suo profondo amore per il campione Yuumi) è anche davvero bravo.
Oltre al fatto che personalmente mi fa morire dal ridere – ma spero che si riguardi un attimo, ché la pressione a 300 non è salutare – c’è anche tanto da imparare a seguire uno streamer come Brizz (se però volete qualcosa di più tranquillo, vi consiglio il buon Terenas). Il discorso vale ovviamente per i giochi più competitivi come, appunto, il MOBA di Riot Games, dove guardare qualcuno di forte può aiutare noi stessi a migliorare come giocatori, ma non sottovalutate il valore che può offrire anche in contesti meno agonistici. Vedere come qualcun altro si approccia ad un gioco singleplayer che noi abbiamo già affrontato può aiutarci a scoprirlo con occhi diversi, a rivelarci dettagli che ci eravamo persi, a farci riflettere su alcuni aspetti del medium che tanto amiamo.
GUARDARE QUALCUN ALTRO GIOCARE A TITOLI CHE GIÀ CONOSCIAMO PUÒ AIUTARCI A SCOPRIRLI CON OCCHI DIVERSI
Ma i motivi per guardare uno streaming non finiscono qua. C’è chi ne approfitta per informarsi su un gioco e capire se effettivamente è ciò che fa per lui. E c’è anche la dimensione più personale: fra gli streamer, c’è anche un’ampia quantità di persone che lo vive come una cosa più personale, chi senza avere decine di migliaia di follower lo usa come strumento per vivere un gioco in compagnia dei suoi amici e, perché no, magari grazie alla visibilità fornita dalla piattaforma arrivare a conoscere anche qualcuno di nuovo. Insomma, per chiudere: sono consapevole che a chi magari non ne è così a conoscenza l’immagine che passa di Twitch e dello streaming in generale è quella di ragazzini urlanti e di tipe in costume da bagno, ma c’è anche molto altro oltre a questo. L’importante è riuscire a trovare il canale giusto.