Iniziamo il 2017 con un editoriale talmente secco nell’esposizione che potrebbe bastare il titolo stesso a descriverne il contenuto, senza che mi lasci andare a troppi giri di parole. Lo scorso anno Microsoft ha lanciato Xbox Play Anywhere, il servizio cross-play, cross-save e cross-buy tra Xbox One e PC su alcuni titoli specifici, a patto di acquistarli dallo Store della casa di Redmond (ché Steam no, dopo che Gabe Newell si è mangiato tutto il tacchino di Bill all’ultimo Giorno del Ringraziamento). Che questo sia solo l’inizio di una strategia a più ampio respiro mi stuzzica non poco, anche perché è stata Microsoft stessa a mettere sul piatto l’ulteriore idea di far dialogare le infrastrutture di Xbox Live con quelle del PSN di Sony, aprendo di fatto le porte al concetto di cross-play tra Xbox One e PS4.
In attesa che i giapponesi ci pensino su con la solita flemma e diano al mondo una risposta più decisa di un laconico “non avremmo nulla in contrario, nel caso”, non posso fare a meno di pensare che la venuta di un cross-play nel pieno delle funzioni mi risolverebbe parecchi problemi, e non vedo quindi l’ora che succeda. Quasi nessuno dei miei amici ha in casa entrambe le console, e spesso devo palleggiarmi da una parte all’altra come una scimmia schizofrenica; se nella generazione precedente io e quella manciata di pirla con cui sono solito giocare eravamo uniti in blocco a fare bisbocce sui server di Microsoft perché tutti in possesso di una Xbox 360, in quella attuale è evidente il frazionamento tra chi è rimasto fedele alla piattaforma e chi, per più che legittimi motivi, ha deciso di puntare le sue fiches sul cavallo di Sony.
Nella trinità composta da cross-play, cross-save e cross-buy, il primo rappresenta l’obiettivo più facilmente raggiungibile
Nella trinità pagana composta da cross-play, cross-save e cross-buy, il primo rappresenta sicuramente l’obiettivo più facilmente raggiungibile, col secondo attaccato a ruota; temo, invece, che un cross-buy che coinvolga contestualmente PC, Xbox e PlayStation sia un sogno destinato a rimanere tale per parecchio tempo, per ovvi motivi commerciali e di gestione di royalty tra le aziende chiamate in causa. Certo, sperare non costa nulla, soprattutto all’inizio di un nuovo anno, quindi incrociate le dita con me. E buon 2017 a tutti, già che ci sono.