Non so se capita anche a voi, ma quando m’imbatto in un videogioco dotato di Photo Mode mi va in pappa il cervello e spendo una vagonata di ore alla ricerca dello scatto perfetto. È proprio una roba che mi manda ai matti, ancor più se lo strumento messo a disposizione è particolarmente ricco di opportunità, come accade in Forza Motorsport, DriveClub o Uncharted 4, giusto per fare tre esempi celebri.
Il mio essere così photo mode addicted si trasforma talvolta in una distrazione talmente potente da farmi perdere il contatto con la realtà del gioco. In questi giorni, per dire, ho finalmente dedicato del tempo a Horizon Zero Dawn, un titolo così bello da vedere che a volte tocca stropicciarsi gli occhi e domandarsi se quello scatolotto nero opsiti l’hardware di una misera PlayStation 4 Pro oppure due GeForce 1080 ti configurate in SLI (certo, possedere un TV OLED aiuta, ma il gioiellino di Guerrilla è innegabilmente da mascella a terra anche se goduto su un semplice LED Full HD). Dopo una decina di ore la mia povera Aloy si trova ancora a girovagare nei pressi della zona iniziale, annoiata dal mio continuare a mettere il gioco in pausa al punto che – da un momento all’altro – mi aspetto prenda autocoscienza e parta da sola verso la main quest, lasciando me e la telecamera alle prese con il solo paesaggio.
Insomma, mettere da parte immagini spettacolari è una pratica che spesso trascende l’essere un semplice orpello, ma che anzi si erge a vero e proprio “gioco nel gioco”, o – nei casi più gravi – addirittura a elemento di interazione più importante dell’opera stessa. Questo è da un lato un fatto bellissimo e che mi piace coltivare senza che me ne senta in colpa (soprattutto nelle rare volte in cui posso giocare per diletto e non per lavoro), ma dall’altro rischia di rovinare il bello di vivere un titolo per ciò che è, senza forzate interruzioni.
Ci sono casi in cui sosto in quel limbo strano dove non riesco a fermarmi, perdendo completamente il contatto con le vicende del gioco
Ci sono casi in cui sosto in quel limbo strano dove non riesco a fermarmi, perdendo completamente il contatto con le vicende del gioco, perché banalmente le mie attenzioni istintive sono principalmente impegnate a fermare per sempre il momento, in uno scatto da riguardare poi. Sono situazioni in cui convivono in me sentimenti contrastanti: il piacere unico indotto dall’uso del Photo Mode e la consapevolezza che il suo abuso mi stia rovinando un’esperienza. Ditemi che non sono solo: nel caso, possiamo sempre fondare l’associazione Photomodisti Anonimi e trovarci a discutere amichevolmente della nostra singolare dipendenza.