PORTIERI
Meret - 8+
Divisivo come pochi per la piazza, globalmente si tende ad essere pro o contro l'ex Udinese, oggettivamente però la sua è una ottima stagione, con 17 clean sheet ed a prestazioni molto importanti (basti pensare a quelle di Genova, ma anche a pochissimi errori) in una stagione contraddistinta da una ritrovata solidità difensiva, anche per suoi indubbi meriti.
Sicuramente ci sono anche le sue mani sul 4° scudetto.
Caprile/Scuffet - 6+
Entrambi si sono fatti "trovare pronti" nei rari casi di defezione/scelta di Meret. Caprile, ceduto a gennaio a Cagliari per trovare maggior minutaggio ha lasciato il posto a Scuffet, che ha completato il percorso inverso. Quest'ultimo, autore di una buona prestazione contro il Bologna, unico gettone stagionale in azzurro.
DIFENSORI
Rrahmani - 9
Uno dei calciatori più sottovalutati del campionato, è il vero "ministro della difesa", globalmente è stata la stagione della consacrazione, non saltando di fatto mai una partita. Solido e sicuro indifferentemente dal compagno di reparto, il centrale kosovaro si è preso i gradi del leader difensivo, con pochissimi errori e interventi molto spesso decisivi.
Amir non ruberà mai l'occhio ma in quanto ad efficacia è davvero eccezionale.
Buongiorno - 7,5
Il "colpo grosso" del mercato, per la difesa ripaga immediatamente, fin dal primo Napoli "barcollante" di Conte, con prestazioni importanti ed un ottimo feeling con gli schemi difensivi del mister leccese. Da metà stagione in poi però si vede sempre di meno causa infortuni ripetuti.
Di Lorenzo - 8,5
Il capitano si è ripreso sotto tutti i punti di vista, ed ha riconquistato i gradi e la fiducia dello spogliatoio e della piazza dopo un'estate a dir poco travagliata, figlia di una stagione precedente molto problematica. Il livello e la continuità di prestazioni sono quasi totalmente sovrapponibili con la stagione perfetta corredata dal terzo scudetto.
Juan Jesus - 7,5
Si riconferma come elemento cardine dello spogliatoio ma anche affidabile in caso di fiducia: "BatJuan" come viene oramai soprannominato da tempo è il tipico soldato delle retrovie che ha alle spalle numerose "battaglie" e che al netto delle critiche, gode di una enorme stima. Sostituisce senza problemi, come confermato da Conte fin dalla prima occasione, il compagno di reparto Buongiorno, non facendolo rimpiangere.
Rafa Marin - sv
Ingiudicabile, il difensore spagnolo si è ritrovato a fare praticamente la comparsa per tutta la stagione, partendo da titolare in campionato solo nella sfida a Monza, dal coefficiente di difficoltà non elevato. Evidentemente non ha convinto Conte, potrà comunque fregiarsi di uno scudetto.
Spinazzola - 8
Impegnato inizialmente come difensore laterale sinistro, la prima parte di stagione lo vede in affanno, al punto che nel mercato di riparazione ad un certo punto sembra scontata una cessione, pian piano però diventa sempre più indispensabile ed anche a causa di alcune defezioni, oltre ai cambi di modulo, si rivela fondamentale per duttilità, capacità di saltare l'uomo e abnegazione, a più riprese si trova a giocare come esterno offensivo (come a Firenze). Grande professionalità ed efficacia.
Oliveira - 7
Difficilmente ruba l'occhio ma l'uruguagio che non è dotato di mezzi tecnici di particolare rilievo, è un calciatore molto solido, rivelatosi anche decisamente versatile, terminando la stagione come centrale difensivo, preferito a Rafa Marin.
Mazzocchi - 6+
L'unico napoletano in rosa, Pasqualino da Barra si è sicuramente guadagnato questo scudetto, per l'enorme cuore che è solito metterci in ogni partita, pur essendo oggettivamente ad un livello sensibilmente inferiore rispetto ai compagni. Inizialmente addirittura titolare fino a quando Conte non decide di adottare la difesa a 4, passa a fare la riserva ma comunque gioca abbastanza spesso, seppur solo una volta da titolare, come sostituto di Di Lorenzo.
CENTROCAMPISTI
Lobotka - 8
Praticamente inamovibile, viene sostituito da Gilmour esclusivamente quando lo slovacco si trova a fare i conti con problemi fisici. Meno "straripante" a centrocampo rispetto agli anni con Spalletti, Conte lo mette sempre al centro di ogni manovra, con il mister trova anche varie collocazioni a gara in corso, abbasandosi ed alzandosi, per dettare ritmi ma anche per "svuotare" dal pressing.
Ancora un campionato da protagonista, il suo.
Anguissa - 8
Croce e delizia da sempre, tuttavia il camerunense si guadagna la titolarità in due formazioni che hanno vinto lo scudetto a Napoli, da titolare, con l'allenatore pugliese ritrova una ottima confidenza con il gol, ed al netto di alcune partite meno brillanti, si trova alla perfezione nel centrocampo contiano anche con giocate di fino.
Probabilmente andrà via, sarà di fondamentale importanza sostituirlo a dovere.
McTominay - 10
Impossibile non regalare il massimo dei voti al calciatore che sia nei numeri che come impatto emotivo e come collocazione tattica ha "rotto" il campionato, di fatto dando per buona parte le chiavi dello scudetto al Napoli. Lo scozzese si cala immediatamente nella nuova realtà italiana, facendo praticamente tutto, ed ai massimi livelli: pressing, progressione, inserimenti, intercettazione e tantissima voglia di spaccare il mondo ma in puro stile british, di fatto risultando decisivo per la fase offensiva ma anche negli equilibri del centrocampo.
Elemento imprescindibile del gruppo azzurro, 13 reti (12 in campionato) messe a segno sono un ottimo score per una seconda punta, anche se lui è un centrocampista, numeri che però restituiscono solo parzialmente l'incredibile impatto dell'ex Manchester United, oramai ribattezzato McFratm da tutti, giustamente MVP della stagione, per distacco, la rete contro il Cagliari che resterà impressa per sempre nella memoria di ogni tifoso è la perfetta rappresentazione di decisività di Scott.
Gilmour 7-
Sostituto potenziale di Lobotka, "l'altro scozzese" è un calciatore però diverso dallo slovacco, pur somigliandogli fisicamente. Non può replicare il gioco del compagno di reparto, e nelle partite della prima parte di stagione va un po' in difficoltà, tuttavia si rivela prezioso in particolar modo nella seconda parte di stagione. Pedina importante.
Billing - 7
Voto principalmente legato al decisivo gol contro l'Inter, in casa, che ha impedito ai nerazzurri di "scappare" in un momento cruciale della stagione. Il danese, arrivato a gennaio sicuramente non come prima scelta si è rivelato però globalmente un calciatore utile anche in altre sfide, anche se il suo impatto da subentrante è stato altalenante per il resto della stagione.
ATTACCANTI
Lukaku - 8
Croce e delizia per tantissimi tifosi in ambito prestazioni, impossibile però contestarne l'efficacia, in quanto il centravanti belga, lontano dai fasti nerazzurri, si rivela comunque fondamentale "soldato di Conte", che lo ha fortemente voluto fin dall'annuncio, sia nelle marcature, sempre decisive, così come negli assist (riesce a superare la doppia cifra sia nei gol che negli assist).
Se in svariate partite è spettatore non pagante, in quelle davvero decisive mette sempre il suo marchio, chiuendo anche lui il discorso scudetto con l'ultima rete della stagione azzurra, sicuramente la sua personale più bella.
Politano - 9
Il voto è alto ma è dovuto, per efficacia, disponibilità è abnegazione, che lo rendono un titolarissimo del gruppo di Conte. Guardando solo i numeri è difficile giudicare sufficiente la stagione di Matteo, che di fatto spesso fa il centrocampista se non addirittura il terzino, dimostrandosi il perfetto equilibratore di un centrocampo e attacco che ha funzionato anche grazie a lui.
Maglia sempre non sudata, di più.
Raspadori - 8
Voto alto anche lui per decisività e professionalità: "Jack" non gioca mai nella prima parte della stagione ed anche dopo il decisivo gol contro il Venezia, sembra oramai sul punto di lasciare Napoli, la cessione di Kvara e la scelta di cambiare più volte modulo lo portano quasi inaspettatamente a ridiventare il partner perfetto di Lukaku (in quello che di fatto è il suo ruolo). Molte reti pesanti, fondamentali quelle contro la Fiorentina, e soprattutto contro il Lecce in trasferta, il numero 81 è assolutamente uno dei protagonisti inizialmente non troppo considerati della truppa azzurra.
Neres - 7 -
Il "meno" è dovuto ai problemi fisici che lo hanno tormentato nella seconda parte di stagione, quando il brasiliano aveva trovato una maglia da titolare dopo la cessione di Kvaratskhelia.
Nella prima metà è lo "spacca partite", da far subentrare, poi da gennaio come detto inizialmente non fa rimpiangere il georgiano, ceduto al PSG, fino all'arrivo degli infortuni che di fatto non lo restituiscono più al 100 %.
Kvaratskhelia - 5,5
Come impatto sarebbe ampiamente sufficiente, ma è impossibile non ridurre il voto per la scarsa efficacia, rapportata alle sue indubbie qualità in numerose partite che hanno poi trovato probabile "ragione" dalle sirene parigine. "Kvara" segna nella sua parentesi finale in azzurro gol importanti e pesanti, prima di perdere fiducia anche agli occhi di Conte in prossimità della cessione in Francia.
Okafor - sv
Il simbolo del pessimo mercato invernale degli azzurri, di fatto sarebbe dovuto essere il sostituto di Kvara, ma arriva fuori forma e di fatto il campo non lo vede mai, Conte cambia modulo anche per la scarsa affidabilità dello svizzero che alla fine totalizza poco più di mezzora in azzurro, nessuna presenza da titolare.
Ngonge - sv
Qualità che ci sono ma ruolo e probabile attitudine rappresentano i probabili fattori che non lo hanno mai portato a sfiorare la titolarità in campionato.. L'ex Hellas trova poco spazio, scampoli di gara e non convince mai appieno.
Simeone - 5,5
Impossibile non apprezzare la volontà e la "garra" del Cholito, ma 1 sola rete, tra l'altro ottenuta a risultato acquisito (il gol del 3 a 0 contro il Bologna alla 2° giornata), è troppo poco per colui che si era rivelato molto importante nella stagione del 3° scudetto.
Praticamente mai titolare, ha però diverse occasioni per impattare con la rete, ma non riesce a sfruttarle.
Conte 10 e lode
E' indubbiamente stato lo scudetto di Conte, che scrive una pagina inaspettata ma anche per questo bellissiama della storia azzurra. Il suo è un Napoli indiscutibilmente "contiano" in ogni sua forma ed evidenza: dapprima imprime il veto su diversi scontenti a inizio stagione, poi impatta in modo fondamentale sul mercato, coadiuvato dall'operato del direttore sportivo Manna, sistema una difesa che alla fine sarà la migliore d'Europa, e si rivela essere assolutamente non dogmatico negli schemi, in particolar modo dopo il mercato invernale ed a seguito di infortuni ripetuti.
Fare di più sarebbe stato fantascienza, "Tonino" ed il suo staff si meritano ogni elogio possibile.
De Laurentiis 10 e lode
Stesso voto per De Laurentiis, anche rapportando il giudizio alla disgraziata stagione passata. Il patron ammette in tempi non sospetti di aver sbagliato ogni scelta possibile da dopo l'addio di Spalletti.
Una volta fatto tesoro dei propri sbagli, decide di puntare nella maniera più saggia sul miglior allenatore possibile per risalire in poo tempo, ritornando alla vittoria dopo pochi anni dal terzo, e primo personale titolo in campionato.
Fa ritornare subito il Napoli competitivo con acquisti di livello, accontentando in estate il proprio allenatore, manifestando una grande capacità di "gettare acqua sul fuoco" anche nei momenti meno semplici, a dispetto di quanto accaduto a più riprese negli anni passati.
Due scudetti in tre anni, e con una società che è da tempo in crescita e ad alti livelli, in un contesto di ampia e completa sostenibilità, con la conferma di Antonio Conte, quella che sta continuando può essere addirittura l'inizio di una nuova "golden age" per gli azzurri.