https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
Corsair iCue5000X RGB - Asus ROG-STRIX Z690 F-GAMING ARGB - Intel Core i7 12700K - Corsair iCue H150i Capellix RGB - 2X Corsair Dominator Platinum RGB DDR5 5600MHz 16GB - Samsung 980PRO M.2 1TB NVMe PCIe - PCS 1TBe SSD M.2 - Seagate Barracuda 2TB - Corsair 1000W RMx Series MOD. 80PLUS GOLD - Asus ROX-STRIX GEFORCE RTX3070Ti 8GB - Kit 4 ventole Corsair LL120 RGB LED - Windows 11 64bit
l'IA ha parlato
pure la IA è woke, pianeta finito
Tutto questo mi ricorda quella matta che si lamentava del fatto che Rami Malek non fosse abbastanza scuro per fare l' egiziano
all'epoca del antico medio e nuovo regno erano sicuramente più chiari di quelli attuali, ed anche sotto i tolomei ed i romani, lo scurimento è avvenuto con gli spostamenti e conquiste muslim , alla caduta dell'antico regno con l'anarchia totale e la caduta di potere dell'autorità centrale in particolare del faraone avvenuta sotto Pepi secondo ci furono un paio di pseudo farani nubiani nel basso egitto, ma finisce lì
[post lungo; TLDR: la storia è una roba complessa, e accuse di cancellare la storia per questioni di etnia sono spesso frutto di semplificazioni eccessive basate sulla versione canonica imparata a scuola]
Il documentario Netflix su Cleopatra non è ancora disponibile al pubblico, ma l'annuncio ha creato le solite polemiche e tantissime pagine urlano alla dittatura del politicamente corretto.
Qui abbiamo alcune regole: spesso parliamo delle reazioni alla promozione e comunicazione di prodotti ancora non disponibili, ma non dei prodotti stessi. E quindi questo post non parlerà del documentario. Esce il 13 maggio - lo vedrò e commenterò dopo, se necessario.
Da dove arriva la rabbia?
In prima istanza, da movimenti nazionalisti greci e egizi. I primi per ragioni di provenienza di Cleopatra e per identità: la storia greca Classica è naturalmente il claim nobilitante centrale della Nazione Greca moderna. Questa ovviamente include la Diaspora greca, anche in US. Per quanto riguarda l'Egitto, il problema è più sfumato e dipende dal rapporto tra identità egiziana e identità africana. La questione affonda le sue radici nel colonialismo britannico e nel tentativo di razzializzare la popolazione egiziana (è bene ricordare infatti che l'idea di razza come legata al colore della pelle è piuttosto moderna, non oggettiva, e socialmente costruita). In un articolo di Kyle Andersen (Assistant professor of History at SUNY College), si parla di faraonismo:
"Pharaonism, a mode of national identification linking people living in Egypt today with the ancient pharaohs, emerged in this context as a kind of alternative to British efforts at racializing Egyptians as people of color. Focusing on rural Egyptians as a kind of pure, untouched group that could be studied anthropologically to glean information about an essential kind of “Egyptianness,” Pharaonism positioned rural-to-urban migrants in the professional middle classes as “real Egyptians” who were biological heirs to an ancient civilization, superior to Black Africans and not deserving of political subordination to white supremacy.
Understanding Pharaonism as a type of racial nationalism may help explain recent controversies that have erupted in Egypt over efforts by African Americans to appropriate pharaonic symbols and discourse in their own political movements. This is visible in minor social media controversies, such as when Beyoncé was called out for “cultural appropriation” for twerking on stage in a costume depicting the Egyptian queen Nefertiti. But sometimes, social media can spill over into more mainstream forms of Egyptian culture, such as when the conversation around the racist #StopAfrocentricConference hashtag—an online campaign to cancel “One Africa: Returning to the Source,” a conference organized by African Americans in Aswan, Egypt—received coverage on the popular TV channel CBC. While these moral panics pale in comparison to American efforts to eradicate critical race theory, for example, they still point to a significant undercurrent animating Egyptian political and social life." (Lo trovate qui: https://africasacountry.com/2022/06/...gypt-was-black)
Insomma, se si vuole urlare contro l'"identity politics", è meglio considerare tutte le identità, non solo quelle nere.
L'ultimo identitarismo è quello bianco e suprematista, come si vede in uno degli screen in cui si parla di "genocide against Europeans and erase us from our own history". Il possessivo sulla storia (come sulle donne, "le nostre donne" in pericolo dall'invasione) è sempre rivelatore di posizioni fortemente razziste per cui un identitarismo radicale si oppone a qualsiasi discussione non rientri nella storia bianca e rigidamente eurocentrica studiata nelle scuole europee fino a poco tempo fa (in alcuni casi, tutt'ora). Ovviamente non tutti quelli che strepitano sono razzisti o suprematisti bianchi, e l'accusa non deve andare sugli individui. Questo non significa che non ci sia un sostrato culturale suprematista di cui spesso non si è consapevoli e per cui non si hanno responsabilità né tantomeno colpe.
Preamboli fatti, vediamo un po' che si dice nell letteratura specifica. Poi appena mi trovo in biblioteca farò un bel giro di fonti primarie e vedrò se scrivere qualcosa di più approfondito anche su quelle.
Sull'etnia di Cleopatra, la discussione va avanti da parecchi anni. Non è risolta né da un lato né dall'altro, e chi dice che le fonti sono chiare in merito, sta mentendo (anche se non lo sa necessariamente).
È una discussione che ha poco senso messa giù in termini moderni per l'antichità. Questo perché nel mondo antico il colore della pelle non è un determinante di razza. Gli studi recenti, interessantissimi, sul tema hanno contorni più sfumati: su tutti, si veda il volume 1 di A cultural history of race, curato da Densie McCoskey per Bloomsbury in un'opera di 6 volumi curata da Marius Turda. McCoskey è anche autrice di Race. Antiquity and its legacy (2021), con alcune pagine sull'Egitto tolemaico (e poi romano), che è spesso al centro di approcci post-coloniali all'antichità come in un recente capitolo di K. Blouin (Storying early Alexandria: occluded histories, colonial fantasies, 2022, in BICS https://academic.oup.com/.../article.../65/1/42/7044732). Questo pezzo è un esercizio di storia culturale e intellettuale sull'immagine coloniale della città di Alessandria. Tra l'altro, è in preparazione per Routledge con la curatela di Blouin e Ben Akrigg un "Handbook of Classics and Postcolonial Theory", che a giudicare dall'indice pubblicato su Academia, dá moltissimo spazio all'Egitto. Speriamo il volume sia tanto gustoso quanto è promettente l'indice. I nomi coinvolti sono di primissimo piano.
Come suggerisce Blouin su Alexandria, la questione degli studi dell'Egitto tolemaico, greco, greco-Romano, Romano (ognuna di queste definizioni porta con sé assunti lungamente discussi a partire da un articolo di Lewis del 1970) riguarda tanto la ricezione e la politica moderna quanto la storicità. Su questioni di ricezione si vedano innazitutto Maria Wyke, The Roman mistress, pp.195-320; Francesca Royster 2003 sull'uso di Cleopatra in circoli bianchi e il suo reclaiming da parte di movimenti afroocentristi; sull'idea di nazione americana e le sue caratteristiche fisiche, Bukowczyk parla dell'idea che Cleopatra avesse capelli rossi e perché conta negli US del XX secolo; sulle interpretazioni teatrali, c'è Celia Daileader, "The Cleopatra Complex" nel volume collettivo "The colorblind Shakespeare" curato da Ayanna Thompson nel 2007; ancora sul teatro ma stavolta in Australia, c'è "Tawny fronts" di Suzanne Osmond, pubblicato su Studies in Costume and Performance nel 2020. Il titolo di quest'ultimo riprende un passo shakespeariano in cui Cleopatra è rappresentata come "nera" ossia"tawny"; su questo tema, nel companion a Shakespeare and Race edito da Ayanna Thompson per Cambridge c'è un capitolo dedicato alla razzializzazione del rapporto tra Antonio e Cleopatra. Sicuramente lascio fuori più di quanto includo e sono riuscito a leggere negli ultimi due giorni
Al contrario di quello che sostengono i post indignati, l'etnia di Cleopatra non è nelle fonti. E questo perché al contrario dei razzisti di oggi, le fonti non considerano il colore della pelle. La ritrattistica antica non è mai realistica, né in Egitto né a Roma. La cosa più simile ad un ritratto di Cleopatra dovrebbe essere il denario con Marco Antonio, con un naso pronunciato e un mento notevole (lo trovate tra le immagoni). I ritratti coevi la inseriscono in un tipo e, per giunta, non riportano il nome (ossia sono frutto di identificazione). In generale, come argomenta Royster, i ritratti hanno un potere politico, più che di accurata rappresentazione ("the politics of portraiture is simultaneously about the politics of identity and the politics of interpretation"). I ritratti erano usati politicamente dai vari soggetti: Cleopatra commissiona vari ritratti con una varietà di scopi politici, come per rappresentarsi vicina ai suoi sudditi Egizi, o in altri contesti, come quello sulla moneta, come regnante di ascendenza greca. Ciononostante, noi si tende (per una storia museale e culturale) a preferire il tipo greco: d'altronde molte delle identificazioni risalgono al British museum del XIX e primo XX secolo, dove il modello estetico di purezza ellenica era considerato superiore alla differenza egiziana, costruita come altro-da-sé e orientalizzata. Studiare Egitto e Egitto Romano (che ho avuto la fortuna di insegnare) è anche studiare la ricezione orientalista dell'Egitto in Europa, per spogliare la storia di strati successivi di appropriazione. Nella ricezione degli US degli anni 20 e 30, Cleopatra diventa l'immaginazione della bellezza bianca, in una fase di egittomania (Angelica Maier,"Is Cleopatra black?" su Humanities 2021). Tutto questo va considerato quando reagiamo in modo scandalizzato a quella che ci sembra un'orrenda stortura storica.
Cleopatra era di discendenza Tolomea quindi macedonica. La famiglia era stata in Egitto per tre secoli. Ora, per prendere questi dati come prova inequivocabile che fosse "bianca" (come fa Michael Grant, 1972, ma non solo) ci sono parecchi assunti in gioco: 1) che i Tolomei siano rimasti puri con endogamia assoluta, come credono alcuni, tra cui appunto Grant ; 2)oppure che Macedoni, Greci, Romani fossero popolazioni pure di bianchi, cosa che non crede nessuno a parte gli storici amatoriali e i suprematisti bianchi.
Spesso l'idea di una black Cleopatra viene tacciata di anti-storicità perché appartiene alla tradizione orale afro-americana (un altro campo di ricezione, non meno significativo di quella europea e bianca!) o sulla base del silenzio delle fonti, che indicherebbe inequivocabilmente l'assenza di elementi eccezionali, e, quindi, la bianchezza come norma nel mondo greco-romano. Sappiamo non fosse proprio così.
A che punto sta la critica antichistica su questo tema? Al contrario di quanto si creda, non è fermamente concorde. Sul problema più ampio, dopo Black Athena di Bernal e un articolo pop di Newsweek nel 1991, la storia del dibattito contemporaneo dovrebbe partire da "Black Feminist Thought and classics: Re-membering, Re-claiming, Re-empowering" di Shelley Haley (1993). Lo si trova online: https://academic.oup.com/bics/articl...5/1/42/7044732
Consiglio di leggerlo tutto, visto che descrive il processo di una classicista che rilegge le fonti e si trova a dover confrontare gli assunti dei suoi predecessori e a dover considerare "who wrote those books". È anche molto utile per questioni più ampie di re-telling di storie, perché si fa e perché è importante. Ma il passaggio chiave per il nostro dibattito è qui:
"My grandmother and students were also reading Cleopatra on the level of their
experience with miscegenation and the law of miscegenation (Saks 198. We
had been told that if we have one Black ancestor, then we are Black. Films and
plays have reinforced this idea. Our family histories and photographs proved this
to us. My grandmother was white, had straight black hair, and the nose of her
Onondagan grandmother, but she was “colored.” Even as a “Greco-Egyptian, ”
Cleopatra was a product of miscegenation. How is it she is not Black? My
grandmother and students were being logical; they were applying to Cleopatra
the social decoding typically applied to them."
Il problema di definizione di cosa sia "nero" è un problema sociale e politico. La razza non esiste in natura, è un costrutto sociale, come noi Italiani, considerati neri fino a fine '800, dovremmo sapere. E qui rimane la questione: cosa ti rende "nero"? Quale grado di pelle è "nera"? Quale grado è "bianca"?
A nota 7 dell'articolo di Halley si trova questo argomento classico per la tesi di una Cleopatra nera: "The Cambridge Ancient History genealogy has “by a concubine” where Cleopatra’s grandmother should be; the Greeks took Egyptian and Ethiopian women as mistresses.
See Pomeroy (1990: 55); cf. Cameron (1990). I think it is safe to say that
Cleopatra had Black ancestors."
Altri negano la cosa appellandosi all'idea che i Tolomei fossero snob e quindi non avrebbero mai scelto una concubina che non fosse greca. La concubina sarebbe stata quindi bianca e greca e di classe alta.
In Ashton (Cleopatra and Egypt, 200, si inizia con una descrizione del dibattito e ci si concentra sulla presentazione di Cleopatra come Egiziana. Ne risulta che l'argomento più forte per una caratterizzazione di Cleopatra come bianca è quello ex silentio, notoriamente molto debole in storia antica. La questione, continua Ashton, si mescola con la faccenda del rapporto tra Egitto e Africa, e la convenienza di presentarsi come europea in alcuni circoli, egiziana in altri, che suggerisce un'identità mista e complessa (o almeno politicamente flessibile). Persone di discendenza mista (mixed race) di solito scelgono una identità, o sono incasellati alla società (la maggioranza di persone nate da un genitore bianco e uno nero sono considerate nere dalla società circostante).
In Tyldesley 2008 (pp 29-32), si riconsidera la discussione della discendenza e conclude che avrebbe avuto "dark hair adn an olive or light brown complexion" (32). Lei stessa (che è bianca e Britannica) però dice che Cleopatra può essere da 25% a 100% greca macedone, che anche un macedone può essere biondo o un egiziano di capelli rossi, ma soprattutto che è pressoché impossibile considerare l'etnia e la mescolanza di caratteri fisici tra Egiziani e non-Egiziani (libici, nubiani, asiatici, etiopi) nei 3000 anni precedenti, e anche nei 300 anni di residenza Tolomea in Egitto.
La questione non sembra discussa in Capponi 2021, a cui però al momento non ho accesso, e sembra solo accennata in Roller 2011 (ma dovrei rivederlo).
Insomma: che abbiamo imparato? Che la questione come sempre è molto più complessa di "CANCELLANO LA STORIA"; che la ricezione è importantissima per gli studi di antichità; che Cleopatra potrebbe aver avuto identità mista o meno, ma il dibattito dipende tanto da fonti antiche che da categorie moderne e contemporanee; che basterebbe una parte nel documentario che parla di questo dibattito e di ricezione per ridimensionare quello che è stato visto dai gruppi nazionalisti come "blackwashing".
Ultima modifica di Numero_6; 14-04-23 alle 14:38
ma chi cazzo se lo legge quel wot dai su
ma che cazzo è quella roba rotfl
la ratatacosa ha già fatto vedere le pussy lips
scaffale e avanti la prossima
Avete rotto il cazzo...il problema è che FANNO CAGARE a priori ...al massimo il multicolor obbligato aggiunge il grottesco....
Con tutto quello che il creato offre state ancora dietro a Netflix...
Il contenuto di queste serie TV è l'inclusività, tutto il resto è di contorno
Chi conosce tutte le risposte non si è posto tutte le domande. (Confucio)
ma è serie o documentario?