GUERRA: il gigante Sovietico si prostra alla Romanissima Europa
Artefatto: h 3:00 il console italiano a Città del Messico ci informa che non lontano dal centro in un villino si odono raffiche di mitra ed è in corso un conflitto a fuoco. Non è una casa qualunque. Li si rifugia un personaggio riprovevole ma sempre un antagonista del nostro nemico. Lev Trockij. Dopo poche ore i primi rilevamenti dei nostri servizi segreti parlano di un ppsh lasciato a terra da un agente KGB ucciso. E' la prova definitiva che l'orso russo usa la violenza anche in casa altrui. Oggi il comunistra dell'altra sponda è sopravvissuto, domani potrebbe capitare a Balbo in volo sul mediterraneo? No la romanità non può permettere un mondo così instabile gettato nel caos.
L'ora è giunta
8 ottobre 1940, h 4:00 del mattino, da tutti gli aeroporti del nostro fierissimo alleato polacco si odono i rombi del v12 alfaromeo equipaggiato sul nuovissimo macchi M200 Saetta. Si cerca la vittoria decisiva sull'aere per poi colpire i patetici carri leggeri russi con la potenza corazzata italica. 130 divisioni di cui non meno di 40 di carri medi e leggeri cominciano la loro lunghissima inarrestabile marcia d'acciaio nelle terre russe. Come un tridente di romanissima littorietà il triplice fronte avanza. Polacchi Romani e Legionari Bulgari per primi bonificano l'arida e sterile terra bolscevica con il sangue fascista: solo esso può lavare l'onta di anni di carestie Comuniste. Gli Ucraini ci acclamano e le donne di quelle popolazioni notoriamente affascinate dall'italico villo si concedono finalmente alla virilità Mediterranea. Neanche il tempo di un bacio già si accerchia Minsk.
Kiev è la prossima tappa del destino dell'Europa. Si uniscono alle danze anche le raffinate divisioni francesi dopo uno smacco dovuto al tradimento di Romania e Cechia si affiancano a noi per tenere il fronte sud. Cade Odessa e la flotta russa si dovrà preparare a lasciare definitivamente l'emisfero occidentale, l'emisfero accecato dallo splendore Romanico.
A nord gli svedesi dapprima titubanti ad attaccare i fratelli finlandesi tenuti sotto giogo russo ora cedono le 30 divisioni al comandante italiano e già si attacca: troppo facile soprattutto con questo inverno, l'avanzata come se si combattesse per finta. Probabilmente l'esercito Finlandese, stanco del comandante bolscevico farà passare.
A sud la situazione diviene complicata: il turcomanno abile in ricatti e colpi di mano invade parte della bulgaria, solo poche fiere divisioni romane possono arginare lo scempio. All'attacco si uniscono non meno di 300mila russi avidi di vendetta sanguinaria verso le inermi popolazioni locali. Ma ecco da distante si ode la Marsigliese. Utilizzando la modernissima ferrovia littoria arrivano al fronte i soldati d'oltralpe che aiutano ad accerchiare il nemico. Con un colpo di mano si sbarca a ridosso di Istanbul e in poche ora la bandiera della civiltà romana Sventola in cima alla moschea blu. I prigionieri della sacca sono numerosissimi e già si pensa di utilizzarli per bonificare le paludi ucraine.
Ma l'inverno sta calando inesorabile e qui una nuova sfida per l'Impero. Una sfida tutta nel territorio italiano. Riusciranno le nostre numerosissime industrie a garantire la produzione dei Supply invernali? Certo che si. Il duce pensa sempre a tutto e nella sua genialità imposta la produzione con efficienza Svizzera.
Vi svelo or ora la prima pagina del nostro roseo domani. Il corriere della sera non può rimanere arretrato rispetto alle prodezze di un fronte che avanza alla velocità della luce. Ecco dunque i nuovi titoli e già si vedono in lontananza le cupole della Cattedrale di San Basilio.
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