Ci siamo. Dopo la falsa partenza Phoenix di qualche anno fa, abbiamo alla fine la possibilità di leggere per intero la gestione di Alan Moore su Supreme, originalmente banale personaggio supereroico nato dalla penna di Rob Liefeld nel pieno della sbornia Image, e successivamente nobilitato dal maestro inglese per oltre venti episodi complessivi, che la Lexy si appresta a pubblicare in Italia, nel corso di una collana di presumibilmente quattro volumi di 160 pagine circa. L’edizione americana di riferimento non è l’originale, caratterizzata da più passaggi di mano tra Image, Maximum Press, Awesome, bensì quella recentissima del Checker Book Publishing Group – all’opera nel recupero pure di altri titoli importanti – che ha raccolto l’intera serie di uscite del Supreme mooriano in due voluminosi paperback, il secondo dei quali dovrebbe essere disponibile in questi mesi.
A metà degli anni ’90 Moore si era trovato a incrociare questo piatto supereroe, corrispondente assolutamente privo di spessore del ben noto Superman, giungendo ad operare nei suoi confronti uno dei restyling per cui è famoso: visto che in fondo Supreme era la sbiadita copia aggiornata secondo i canoni Image del più conosciuto supereroe del mondo, perchè non attribuirgli a posteriori un fittizio background modellato in tutto e per tutto sui trascorsi golden e silver age del kryptoniano? Questa impostazione di partenza – sviluppata in modo brillante – ha prodotto l’usuale fumetto a più livelli di Moore: spassoso nella lettura immediata, oltre che puntuale nella vivisezione affettuosa degli schemi e dei luoghi propri di ampia parte della storia dei comics. In ogni episodio di Supreme, introdotto e concluso da disegnatori in linea con il gusto corrente, funzionale alla storia e’ incastonata una sequenza di stampo retrò – illustrata dal degno compare Rick Veitch – a puntellare la linea narrativa principale; questi flashback – nei quali gli appassionati ritroveranno ricalcate molte mitiche storie DC – costituiscono il reagente che valorizza tutto il resto, e che rivela composizione e struttura di questo genere fumettistico tuttora caro a tantissimi lettori.
Ogni aspetto che concorre alla definizione dell’epopea di Superman ha il suo equivalente all’interno del mondo di Supreme: non solo l’identità segreta poco appariscente ( Supreme è nella vita di tutti i giorni il disegnatore di fumetti Ethan Kane ), l’amore non esplicitato per la collega di lavoro ( Judy Jordan ), etc., ma pure il supercane, la variante della fortezza della solitudine, della kryptonite, dei nemici e degli amici di Superman, potrebbero far pensare quasi a un’operazione di plagio! Eppure – ed è difficile rendere il concetto a parole – chi legge comprende che le cose non stanno così: grazie alla misteriosa alchimia che solo Moore è in grado di utilizzare e piegare ai propri scopi, uno degli esiti finali del suo lavoro è invece quello di esaltare la forza e la freschezza dei modelli di riferimento, operando su di loro come un regista che volta per volta scelga di illuminare i diversi attori di una scena riempita. Anche se con modalità diverse rispetto al più amaro MAXYMORTAL di Veitch ( rieccolo… ), il SUPREME di Moore ripercorre l’evoluzione dei comics e del modo in cui hanno interpretato le epoche dalle cui pulsioni traevano fonte ispirativa, conferendo nel contempo lustro e rispetto alla figura dei molti artisti che di tale processo creativo si sono fatti partecipi.
Questo volume della Lexy, impreziosito dalla copertina di Alex Ross – usata per il primo paperback Checker – e da altri suoi disegni, ristampa i #41-46 USA ( Moore ha preso in mano il personaggio con il #41 (vedasi la recesione che segue quest’articolo, nda); oltre agli ultimi 16 numeri della prima serie, suoi sono anche i 6 numeri della conclusiva SUPREME: THE RETURN ); purtroppo le pellicole di stampa sembrano essersi rese indisponibili, e la Lexy ha dovuto ripiegare su semplici scansioni; ma tant’è, le traduzioni all’altezza e le ottime note in appendice – finalmente non un semplice spreco di pagine – rendono pienamente onore al fumetto di Alan Moore, e contribuiscono a una delle più belle novità editoriali dall’inizio dell’anno: imperdibile.